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Me ne stavo a guardare il soffitto, girandomi i pollici ed annoiandomi immensamente.

Harry era già sparito da un paio di ore e non riuscivo a capire che fine avesse fatto, in aggiunta non mi ero mai fatta dare il suo numero di telefono, così non avevo avuto modo di contattarlo.

Sarei voluta uscire da quella stanza, che ormai per me era diventata come una prigione, ma non avevo la chiave e visto che Harry non si degnava a ritornare, l'unica cosa che mi era rimasta da fare era starmene senza far nulla di concreto.

Cominciai a ricordarmi dei suoi baci, e senza rendermene conto, mi ero passata due dita sulle labbra.

Mi ricordai di come ore prima aveva succhiato il mio collo e corsi letteralmente verso il bagno.

Con orrore potei notare che la zona bassa del mio collo presentasse un livido violaceo, segno delle sue labbra di fuoco.

E se non fosse stato per quello, probabilmente avrei pensato di essermi immaginata il tutto, perché era successo tutto così velocemente, che non me ne ero neanche resa conto.

Non avevo avuto la forza di allontanarlo, meglio dire, non avevo voluto allontanarlo.

Ero così terrorizzata che tutto quello che c'era tra di noi sarebbe finito male, avevo paura che alla fine lo avrei perso.

E infondo al mio cuore, speravo solo di non farlo mai, perché ormai non riuscivo ad immaginare una vita senza le sue tremende battute e senza il suo tocco di fuoco, che mi faceva sentire terribilmente viva.

Mi sembrava di vivere in un sogno e l'unica cosa che mi risvegliò fu il suono insistente di un clacson.

Camminai lentamente fino alla porta della stanza e sicura che fosse stato un imbecille, aprii comunque per vedere chi fosse stato così demente da svegliare tutti i clienti del Motel.

Notai una Range Rover nera matte, parcheggiata di fronte alla nostra stanza.

E se Harry non avesse abbassato il finestrino in quello stesso secondo, probabilmente avrei richiuso la porta e sarei ritornata nel letto.

"Che stavi facendo?" Chiese lui, molto probabilmente per capire cosa mi fosse successo e perché non mi fossi sbrigata più di tanto.

"Stavo sognando ad occhi aperti" pensai, ma senza dirlo.

Lo vidi alzare un sopracciglio, e così mi ricordai che stava aspettando una mia risposta.

"Niente, ti aspettavo" confessai, leggermente imbarazzata.

Lo vidi guardarmi stralunato, prima di scendere dal veicolo e dirigersi verso di me.

Non capii perché avessi fatto quello che avevo fatto, ma d'istinto, poggiai una mano sul collo, come a volergli nascondere il segno che aveva lasciato sul mio corpo.

Lo vidi sorridermi lievemente, mentre si avvicinava a me e spostava la mia mano, per notare quello che lui aveva causato.

"Ti sta proprio bene..." aveva sussurrato al mio orecchio, prima di lasciarmi un breve bacio sulle labbra e sorpassarmi per entrare nella stanza, da dove ne uscì pochi secondi dopo con le valige di entrambi.

Io rimasi come una pazza sul ciglio della porta, senza muovermi neanche di un millimetro.

Ero come bloccata in una sorta di tranche, dove mille pensieri si susseguivano nella mia testa e mi mangiavano viva.

Sentivo l'insicurezza farsi spazio dentro di me, come se fossi alla prima cotta adolescenziale, sentivo la confusione di non sapere come catalogare il nostro rapporto, sentivo il peso di sbagliare e che eventualmente, lui mi avrebbe abbandonata, come del resto avevano fatto tutte le persone alle quali avevo mai tenuto.

Redrum Vol.1 |Harry Styles|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora