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"Hey, lasciami dormire" avevo sussurrato ad Harry, mentre la sua mano mi accarezzava una guancia ed i suoi anelli entravano a contatto con la mia pelle.

"Amore, è tardi" sentii rispondere e per un secondo pensai di star per avere un infarto.

Aprii gli occhi di scatto e li incastrai nei suoi che mi guardavano con una dolcezza mai vista da parte sua.

"Che c'è?" chiese, facendo spuntare le sue fossette.

"Mi vuoi per caso uccidere?" chiesi, quasi strozzandomi con la mia stessa saliva al ripensare a che parola aveva abbandonato la sua bocca.

"Mai, amore mio" sussurrò nuovamente e come reazione si beccò un leggero pugno sul petto da parte mia.

"Per quanto mi piacerebbe rimanere così per sempre, penso sia arrivato il momento di andare, guarda..." si fermò per indicarmi fuori dalla macchina.

Dove potei notare come avesse smesso di piovere ed il sole aveva cominciato ad illuminare tutto intorno a noi.

In fondo al mio cuore avrei voluto urlare ad Harry che non me ne volevo andare, che in realtà non avevo neanche dove andare, perché avevo sperato di rimanere con mio padre, ma mio padre non lo era mai stato.

Ero così arrabbiata con lui e anche con mia madre e mio fratello.

Avrei preferito che certi segreti non se li fossero portati nella tomba, perché non sarei arrivata fino a lì.

Ma capii così che quel pensiero era un'arma a doppio taglio, perché se tutto quello non fosse successo, non mi sarei ritrovata tra le braccia di Harry in quel momento.

Pensai così che magari quello era il mio destino, che forse tutto era successo per una ragione.

Eppure ero così confusa e spaventata, non avevo la minima idea di quello che avrei fatto, di dove sarei andata, speravo solo che Harry mi indicasse la direzione giusta da seguire.

Mi alzai da sopra il suo petto nudo ed aprii lo sportello posteriore, dopodiché cominciai a stirare le mie braccia intorpidite e a sgranchire le gambe doloranti.

Sentii Harry lottare per vestirsi e subito dopo uscì anche lui dalla macchina, con i capelli spettinati, sembrava come se fosse appena tornato dalla guerra.

Ero cosciente di quello che la sera prima fosse successo tra di noi, e al solo ripensarci sentivo le emozioni di quei momenti ritornare a galla.

Lo amavo, eppure non avevo avuto il coraggio di ammetterlo.

Avevo paura che per lui fossi solo di passaggio, ero terrorizzata all'idea che se ne andasse, però non potevo neanche biasimarlo, visto che ero un disastro ambulante.

Facevo schifo perfino a me stessa, figuriamoci agli altri.

Lo guardai prendere il necessario, e cioè il suo portafogli.

Io presi la borsa con quel catorcio di telefono che avevo ed i soldi che non avevo speso a causa della frustrante ossessione di Harry nel pagare tutto quello che era stato il nostro disastroso viaggio.

Mi prese per mano e cominciò a camminare verso una direzione non precisa, mentre guidava anche me, visto che me ne stavo con il telefono tra le mani, nel caso fosse comparsa almeno una linea di segnale.

Camminammo per una buona ora prima di cominciare a sentire alcuni rumori, suoni di motori rombare in leggera lontananza, e anche se non le potevo ancora vedere, sapevo che ci stavamo avvicinando alla strada.

Sentii il mio telefono vibrare leggermente tra le mie mani, e quando lessi il messaggio che mi era arrivato, cominciai a saltellare dalla troppa felicità.

Redrum Vol.1 |Harry Styles|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora