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Dopo aver finito la doccia, ero uscita ed avevo trovato con mia sorpresa i cambi poggiati sopra il lavandino, eppure io non li avevo portati, perché stanca com'ero, mi ero totalmente dimenticata.

La consapevolezza che Harry era entrato in bagno senza il mio consenso si era fatta spazio tra i miei pensieri e mi aveva fatto arrossire le guance, perché anche se sapevo non mi avesse vista nuda, si era comunque potuto fare un'idea.

Mi guardai allo specchio e un sorriso involontario spuntò sulla mia faccia, quando avevo pensato alla reazione che molto probabilmente Harry aveva avuto.

Cambiai velocemente i vestiti ed uscii dalla stanza per trovare Harry poggiato al muro, proprio accanto alla porta.

Lo sentii tossire subito dopo, prima di passarmi accanto e prendere il mio posto nella piccola doccia.

In quel momento capii che aveva visto.

Senza pensarci troppo, mi ero distesa nel piccolo letto, l'unico che ancora non avevo distrutto.

Promisi a me stessa di restare sveglia, perché desideravo parlare con Harry, solo che il suono dell'acqua che scorreva leggero sul suo corpo, mi aveva presa talmente tanto che in pochi minuti sentii le palpebre cominciare a diventare sempre più pesanti, fino a non riuscire più a tenerle aperte.

Così mi addormentai.

Mi risvegliai subito dopo tutta sudata, e senza pensarci troppo provai ad alzarmi, solo che non avevo calcolato che il letto fosse così piccolo e a causa dei miei movimenti bruschi, Harry era caduto a terra con un tonfo assurdamente forte.

Avevo avuto un altro incubo e capii che il subconscio mi stesse giocando brutti scherzi.

Molto probabilmente era dovuto al fatto che i traumi del passato stavano ritornando a galla, una volta che la vicinanza tra me e mio padre diminuiva, come a volermi ricordare chi ero e cosa avevo fatto.

"Cosa cazzò è successo?" aveva sussurrato Harry e anche se ci avevo provato veramente, non ero riuscita a soffocare una risata.

Lo vidi poggiare il gomito a terra ed alzare lentamente la testa per guardarmi confuso e irritato allo stesso tempo.

"Vuoi una mano?" chiesi sarcastica, come aveva fatto anche lui con me, quando una situazione simile era successa anche a me.

"Posso fare anche da solo, grazie per avermi provato ad uccidere" commentò lui prima di alzarsi da terra e sedersi sul letto accanto a me.

Lo vidi rimanere per alcuni secondi in silenzio.

"Hai avuto un altro incubo, non è così?" chiese in un sussurro, prima di voltarsi per guardarmi negli occhi.

E anche se per un secondo avevo pensato di mentire spudoratamente, capii che quello non sarebbe servito a nulla.

Annuii brevemente prima di riempire i miei polmoni di aria, provando a calmare i battiti accelerati a causa della sensazione di impotenza che avevo vissuto nel mio incubo.

"Quando mi vorrai raccontare, sarò qui, sono sempre qui Darcy..." confessò lui, prima di prendere le mie mani e stringerle tra le sue, come a volermi confortare, come se volesse provare a calmare i miei demoni interiori.

Ci pensai qualche minuto, arrivando alla fine alla conclusione che Harry avrebbe dovuto sapere almeno quello.

Così dopo aver stretto forte la sua mano, mi prepari a parlare.

"Tutto quello che ti sto per raccontare, e accaduto esattamente due anni fa..." cominciai a dire, e capii dall'espressione che aveva sul viso, un misto tra confusione curiosità, che non si aspettava che gliene parlassi davvero.

Redrum Vol.1 |Harry Styles|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora