Capitolo 35

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Il loro solito appuntamento serale fu ripristinato ora che Draco faceva parte del loro gruppo, sempre più in espansione, di disadattati. Non volendo aspettare più di tanto, avviarono subito il loro piano. Poteva andare male in molti modi ma sapevano cosa aspettarsi.

Era rischioso andare tutti a Villa Malfoy quindi, dopo ore ininterrotte di urla e argomentazioni, stabilirono i gruppi.

Draco, George, Daisy e Sirius si sarebbero intrufolati a Villa Malfoy dove Severus Piton li avrebbe aspettati all'interno in modo da poterli aiutare se le cose andassero male. Bisognava essere intelligenti. Entrare in troppi avrebbe attirato troppo l'attenzione. Non volevano entrare in guerra, avevano solamente bisogno di liberare la signora Malfoy.

Mentre loro entravano uno alla volta all'interno dell'armadio svanitore, il resto si sarebbe occupato delle ultime cose. Per la prima volta avrebbero visto i frutti della loro collaborazione con l'ordine della fenice.

Grazie a Draco e Severus avevano una lista di tutti coloro che avevano preso il marchio, così che potessero isolarli dal resto degli altri studenti. Non potevano rischiare che avvertissero in qualche modo Voldemort di quello che stava accadendo all'interno della scuola, quindi li chiusero all'interno della camera dei segreti con l'aiuto di Harry. Inizialmente molti si lamentarono del suggerimento ma Harry aveva ragione: era l'unico luogo del quale non sapevano nulla. Non potevano fuggire e non potevano nemmeno farsi del male. Li avrebbero tenuti al sicuro fino a quando non avrebbero potuto interrogarli con il veritaserum così da capire se si fossero sottomessi spontaneamente o meno.

Mentre Moody, Tonks e Kingsley e Harry si occupavano di loro, Silente e gli insegnanti avrebbero comunicato agli alunni cosa sarebbe potuto accadere da li a poco. Rispedirono tutti a casa fatta eccezione per coloro che volevano restare a combattere.

Remus sarebbe rimasto nella stanza delle necessità a sorvegliare l'armadio svanitore. Se non sarebbero ritornati entro due ore, avrebbe chiamato i rinforzi per raggiungerli, spostando così il luogo della battaglia. Come disse Ron qualche giorno prima: se dovevano morire, l'avrebbero fatto alle loro condizioni. Non avrebbero lasciato nessuno intenzionalmente indietro. 

Usciti dall'armadio svanitore, Daisy si voltò a guardare i suoi amici e suo padre, di cui vedeva solo i contorni nell'oscurità della stanza.

Dalla finestra poteva scorgere nel buio il grande cancello di ferro all'ingresso di un lungo viale. Tutto ciò che circondava quell'enorme villa erano infiniti alberi. Nemmeno una casa era visibile e per un momento fu presa dal panico. Se non sarebbero riusciti a raggiungere l'armadio, come sarebbero fuggiti da li? Avevano agito con semplicità ma con con il montare della paura era impossibile ignorare i pensieri distruttivi che si stavano formulando nella sua mente.

<< Daisy, tutto ok? >> domandò George, poggiandole una mano sulla spalla e riportandola alla realtà.

<< Si, qual è il punto della situazione? >> chiese la ragazza, osservando Sirius e Draco gettare ai piedi della stanza l'uomo privo di sensi, immobilizzato e obliviato. Se si sarebbe risvegliato, difficilmente sarebbe stato in grado di fare qualcosa. Tuttavia, avere con loro il mantello dell'invisibilità era stato utile. Non avrebbero potuto nascondersi sotto di esso ma potevano impedire agli altri di notare il mangiamorte intrappolato all'interno della stanza. 

Percorsero cauti il corridoio buio che conduceva al salotto, strisciando contro le pareti, fino alla porta socchiusa.

Il salotto era accecante dopo tutto quel buio. Un lampadario di cristallo pendeva dal soffitto, altri ritratti erano allineati sulle pareti viola scuro. Due figure si alzarono dalle poltrone davanti a un camino di marmo e loro quattro si nascosero dietro ai pilastri della stanza, trattenendo il respiro mentre li osservavano andare verso la parte opposta.

Cosa avrebbe potuto essere | Theodore NottDove le storie prendono vita. Scoprilo ora