16# Pranzo di famiglia

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"Ti amo" Pronuncia lentamente Liv, a pochi centimetri dal mio viso, il tempo è come iniziato a scorrere a rallentatore, lasciandomi modo di assaporare ogni parte di quella bellissima parola, colma di significato; Non è una cosa che ho mai detto e tantomeno, credo, di aver mai provato. Ma posso risponderle allo stesso modo? Una volta un mio amico mi chiese  cosa significasse per me amare qualcuno, e ricordo di aver risposto che per me vuol dire riuscire a mettere i bisogni di quella persona sullo stesso livello, se non sopra i propri... ed io provo questo per Olivia?mLa risposta è si, ne sono sicuro "Ti amo anch'io" rispondo quindi, con un magone alla gola per quello che ho appena pensato. Quello che facciamo dopo non è parlare, le parole in questo momento non servono a nulla, siamo solo noi due.

Mentre siamo entrambi sul letto, con la testa di lato sul cuscino  Liv mi dice "Sono stata la prima a cui l'hai detto?" Sorridendo e guardandomi negli occhi, io mi limito ad annuire, per poi interrompere il contatto visivo dall'imbarazzo "Dai non devi vergognarti, sono veramente contenta di essere la prima" Dice per poi darmi un bacio a stampo "Ci manca, quando ti ricapita" Rispondo io, cercando di riprendermi "Ora ti riconosco" Mi dice lei dandomi un altro bacio a stampo "Hai voglia di-" Inizio ma non mi lascia finire "Dai Anto, pensi solo a quello!" Mi bacchetta subito "Ma io intendevo uscire per una camminata" Mi giustifico "Ah, dai si, fammi preparare" Dice andando in camera sua, così io la seguo "Mi devi sempre sgridare, sei peggio di mia madre" Mi lamento io "Come faccio a non comportarmi da mamma con uno come te?" Domanda poi lei "E poi con una mamma... non puoi fare questo" Dice avvicinandosi pericolosamente a me e catturando le mie labbra "Poi quello fissato sarei io eh" La prendo in giro, per poi soffiare sulle sue labbra "Vieni con me" Dice tirandomi per il polso verso la mia stanza "E la camminata?" Chiedo per prenderla ancora in giro "Dimenticatela" E niente, ci siamo capiti, per oggi è tutto

È da quando mi sono svegliato che ho una strana sensazione, non so come mai,  ma lo percepisco, sta per succedere qualcosa. Mi volto verso Liv e vedo che sta ancora dormendo, così senza svegliarla esco dal letto e scendo giù in cucina a preparare la colazione, accendo la macchinetta del caffè, prendo la tazza piena di latte e lo aggiungo, per poi iniziare a mangiare i biscotti mentre guardo qualche video su You tube. Ieri abbiamo fatto tardi, e si vede perché io mi sono svegliato per ora di pranzo, mentre Liv, come ho detto prima, dorme ancora; mentre immergo l'ennesimo biscotto nel latte macchiato suona il citofono, accendo la telecamera per vedere chi è, ma non riesco a riconoscere nessuna delle due persone  sullo schermo, così accendo il microfono e dico "Si?" e vedo i due che si guardano in faccia, per poi dirsi "Ma non è che abbiamo sbagliato casa?" Domanda lei a lui "No Amore è impossibile, non è mica la prima volta che veniamo a trovare nostra figlia" Risponde lu- Aspe cosa? Nostra figlia? Cazzo e mo? Ecco cos'era quella sensazione, magari ho un super potere... ma che cazzo vado a pensare in questo momento. Che faccio? Rispondo? Si rispondo non li posso lasciare li "Siete i genitori di Olivia?" Chiedo dopo aver fatto un lungo respiro "Si, tu invece chi sei?" Domanda allora la donna, io svio la domanda e dico "Un attimo allora che la chiamo" Per poi fondarmi in camera "Liv" Dico a bassa voce, ma nulla, "Liv!" Questa volta grido, ma ancora niente "Ci sono i tuoi alla porta" E così, come se le avessi appena detto che la casa stava prendendo fuoco, spalanca gli occhi e si alza subito "Cazzo! Dovevano venire a mangiare oggi, mi sono scordata di dirtelo!" Strilla lei iniziando a mettersi qualcosa addosso "Cosa?! Ma scusa loro non hanno idea di chi io sia, sanno che loro figlia ha un ragazzo?" Rispondo io nel mentre le passo una maglietta "Ne parliamo dopo, ora cambiati, io intanto vado ad aprirgli, e do una sistemata in salotto e in sala, tu scendi appena puoi e vai a cucinare"

Ci mancava questa, prendo un paio di pantaloni eleganti e un maglione bianco e mi fiondo in bagno per buttarmi subito in doccia, tempo record, cinque minuti, e sono fuori ad asciugarmi i capelli mentre mi infilo i vestiti e mi lavo i denti. Nel mentre li sento parlare, per colpa dell'asciugacapelli non riesco a capire cosa dicono, ma di certo le avranno chiesto chi fosse il ragazzo che ha risposto al citofono. Comunque in meno di dieci minuti scendo giù.

"Salve" Dico timidamente per poi portare la mia presenza accanto a quella di Liv, "Piacere, Antonio" Dico porgendo la mano prima all'uomo "Piacere Chris" e poi alla donna "Jennifer" Subito dopo con la scusa della cucina, mi scanso le domande imbarazzanti ancora per un po'. Bene Anto, cazzo cuciniamo ora, vediamo che ho in frigo... uova ok, la carne per dopo perfetto, guanciale... faccio la carbonara! Benissimo, scommetto che non l'hanno mai mangiata, e come la prepara mia madre non si batte! Mi butto sui fornelli ed inizio a cucinare fino a che non senti dirmi "Vuoi una mano?" Un brivido mi corre lungo la schiena, è la mamma di Liv "Ma no signora non si preoccupi, è nostra ospite" Le rispondo cercando di essere il più educato possibile "Oh non darmi del lei, dimmi solo una cosa, da quanto tu e mia figlia state insieme?" Chiede e per poco non verso tutta la crema di uova per terra "Tre mesi" Rispondo mentre butto la pasta in acqua "E cucini sempre tu?" Mi chiede poi "Non sempre ma spesso" Vero, perché ogni tanto ordiniamo "Ah, e te la vedi pure tu in casa?" Chiede ancora, ma che domande sono, cioè sono il ragazzo non la badante "Per le pulizie facciamo a turno, mentre per lavare e stirare se la vede quasi sempre lei" O meglio sempre, ma se ho mentito sulla cucina posso mentire anche su questo no? "Oddio che odore, sembra buonissimo, cos'è?" Chiede vedendomi alle prese con il guanciale "Sto facendo la carbonara" Rispondo "Carbonara? E sarebbe?" Chiede curiosa "È un piatto italiano, e mia madre mi ha insegnato una ricetta buonissima, quindi ho pensato di farlo per voi" Le spiego "Oh... hai origini italiane?" Domanda poi "Si, cioè no, sono Italiano" Rispondo all'ennesima domanda per poi completare la ricetta e mettere il cibo nei piatti "Va bene così?" Chiedo poi, ricevendo una risposta positiva 

Seduti a tavola ho conosciuto il padre di Liv, e, se la mamma parla un sacco, lui è esattamente l'opposto, non mi ha chiesto nulla, il massimo che ha fatto è stato chiedermi di passargli l'acqua. D'altro lato la mamma ha continuato con la sua sfilza interminabile di domande del tipo "Che lavoro fai" oppure "Come mai sei venuto qui", "Come hai conosciuto mia figlia", "Che piani avete per il futuro" Cose di questo genere dicia- aspetta un attimo "In che senso piani per il futuro?" Domando un po' stranito "Come in che senso, vivete insieme, quando vi sposate?" L'acqua mi va di traverso, facendomi iniziare a tossire "Mamma! Ma che domande sono, lo hai appena conosciuto!" Si lamenta Liv. Comunque vi giuro, non vedo differenze tra la mamma di Liv ed una qualsiasi signora del mio paese, ci manca solo che mi chieda della mia famiglia "Va bene, scusate ho esagerato... mi puoi parlare della tua famiglia?" Non so come ma trattengo la risata, mentre vedo che Liv si vuole sotterrare dall'imbarazzo "Allora da chi comincio... mia mamma è un insegnate, mentre mio papà lavora sempre a scuola, ma non so dirvi con esattezza cosa fa, diciamo che si occupa di amministrazione, ho anche un fratellino di quindici anni, Rocco, e va alle superiori" Spiego, per poi ricevere altre tremila domande su argomenti del tutto casuali riguardanti la mia vita.

Quando finalmente finiamo di mangiare Liv va a lavare i piatti e la mamma si offre di aiutarla così rimango solo con il padre. Giuro con il coltello qui sul tavolo riuscirei a tagliare il senso di imbarazzo se si potesse, continua a lanciarmi sguardi che non riesco a decifrare mettendomi ancora più a disagio, fino a che non mi dice "Ti va di fare due passi?" La cosa mi spaventa e mi intriga allo stesso tempo "Perché no" Mi limito a rispondere, per poi seguirlo fuori casa.

Anche per strada la situazione non cambia, non parla per almeno dieci minuti, poi dal nulla dice "Segui il calcio?" E la domanda mi stupisce "Si, lei?" Rispondo incuriosito, magari abbiamo qualche interesse in comune "No, preferisco il basket" Sbianco, ma tento di salvarmi "Ho iniziato ad appassionarmi anch'io da quando sono qui, che squadra tifa?" Chiedo sperando di ricevere finalmente una risposta positiva "Chicago" Risponde secco, ma è un bene, è anche la mia squadra preferita "Allora almeno abbiamo qualcosa di cui lamentarci, visto che non vinciamo nulla da anni" Giurerei di averlo visto sorridere, ma non ne sono sicuro, subito dopo però si blocca "Anto, non ti ho chiesto di uscire per parlare di basket, e penso tu l'abbia capito" No, non riesco a capirti, però mi limito ad annuire "Sembri un bravo ragazzo, quindi ti chiedo una cosa, non farla soffrire" Conclude il suo discorso "Non lo farei mai, glielo assicuro" Questa volta ne sono sicuro, ha sorriso... credo.

Comunque alla fine rincasiamo, parliamo un altro po'... o meglio è la mamma di Liv a parlare, e alla fine li salutiamo "Facile no?" Mi dice lei "Certo, ho rischiato l'infarto una decina di volte, ma niente a cui io non sia abituato" Rispondo facendola ridere "Scemo... Ti amo" Mi dice poi "Ti amo"

Pov's ME
Eccomi qui, capitolo nuovo un po' divertente un po' non so, l'importante è che vi piaccia e lo spero con tutto il cuore, perché a me diverte molto scriverlo, oggi abbiamo conosciuto i genitori di Liv, o meglio Anto li ha conosciuti e spero che abbiano avuto una buona impressione di lui... comunque cretinate a parte, vi faccio sia li auguri di Natale passati, che quelli di capodanno, buone feste👋👋

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