Alexandra cerca di murare la palla, ma questa passa lo stesso dalla nostra parte del campo, io la salvo con un bagher e con questo passo la palla a Samantha, che fa una schiacciata fenomenale e... punto! Vittoria! Abbiamo vinto il campionato scolastico di pallavolo della nostra scuola!
Sento gli spalti pieni da genitori e amici esultare per la nostra vittoria e per la sconfitta dell'altra squadra. Qualcuno si è anche alzato in piedi e per la felicità salta applaudendo o fischiando.
Percepisco il cuore battere a mille e tantissime voci intorno a me, il sole che si fa largo dalle finestre grandi e alte che si riflette sui muri bianchi della palestra. Il sangue pulsa in testa e nelle orecchie, le dita sono doloranti e le braccia rosse come pomodori. La caviglia destra avrà bisogno di un po' di riposo e sicuramente io necessito di una bella doccia calda.Cerco i miei con lo sguardo e li trovo in piedi in terza fila. Hanno lasciato un posto libero per mia sorella, anche se lei ora non è a casa. Ormai questa è diventata un'abitudine che mi scalda il cuore e mi dà forza prima di ogni partita.
Ci diamo un abbraccio di squadra e ci congratuliamo anche con l'altra, poi andiamo negli spogliatoi per farci, finalmente, una doccia e cambiarci: siamo in un mare di sudore, ma ne è valsa la pena resistere fino all'ultimo punto: non tutte le partite si concludono al terzo set con un punteggio 25-23!
"Ehi, Sam! Abbiamo vinto! Ti va di venire a cena da noi per festeggiare? Io e Jess abbiamo in programma di fare la pizza e di vedere tutti i film romantici che conosciamo questa sera. Lei sarà a casa questo weekend! Ripartirà domenica sera!"Nelle mie vene scorre felicità e affannosamente respiro la fatica di questa partita che ci ha premiate con la vittoria. Abbraccio la mia migliore amica, Samantha, mentre lei fa un sorriso a trentadue denti bianchissimi e perfetti, anche se fino all'anno scorso portava un apparecchio rosso alquanto buffo, poi saltiamo tutte e due dalla gioia e ci lasciamo a degli urli acutissimi.
Io e lei ci conosciamo da sempre: siamo nate nello stesso ospedale, a pochi giorni di distanza, lei prima di me, e le nostre madri erano compagne di stanza. Si sono conosciute lì e non si sono mai perse di vista. Le nostre famiglie si vedevano almeno una volta al mese e io e lei siamo subite entrate in sintonia.
Prendo la spazzola dalla mia sacca blu e comincio a pettinare i miei indomabili capelli ricci castano scuro prima di entrare in una delle docce calde della palestra.
Sam non mi ha aspettata, come suo solito.
Sto un po' sotto l'acqua tiepida al punto giusto a rilassare tutti i muscoli ancora tesi prima di cominciare veramente a lavarmi, anche se penso che tutte le altre abbiano già finito. Sono così felice che comincio a cantare la mia canzone preferita, "Someone Like You", di Adele, mentre mi massaggio la cute con le mani piene di shampoo.
I heard that you're settled down,
That you found a girl and you're married now.
I heard that your dreams came true,
That she gave the things I didn't give to youQuanto mi piace questa canzone! Mi ricordo che l'ho conosciuta grazie a mia sorella Jess, e da quando l'ho ascoltata per la prima volta, non ho più smesso. Ogni volta che qualcuno in famiglia mi chiede di cantarne una a scelta, questa è sempre la prima che intono, poi arrivano le richieste dei parenti...
Mi ricordo una volta in cui il mio nonno materno mi aveva chiesto di cantare "Luglio", di Riccardo del Turco e ci siamo messi tutti a ridere, perchè è una canzone del 1968, e mio nonno a quell'epoca aveva dodici anni, ma l'ho cantata volentieri, perchè è con questa che ha chiesto alla madre di mia madre di sposarlo, nell'inverno 1975, quando loro avevano solo diciannove anni!
Da quel matrimonio sono nati mio zio Alberto, mia madre Emily e il grande zio Poe. Poco dopo la nascita del primogenito, loro si trasferirono negli Stati Uniti per ricongiungersi con la sorella maggiore di mia nonna, Matilde, e suo marito Giuseppe, emigrati qui molti anni prima.
A un certo punto sento la porta dello spogliatoio aprirsi, strano... potrebbe essere una ragazza dell'altra squadra che ha sbagliato porta: non è difficile perdersi qui dentro, specie se è la prima volta... la palestra è davvero enorme! No, sarà entrata l'allenatrice, una donna sulla quarantina, piena di vita, dai capelli biondo cenere lunghi fino alle spalle e una frangetta che le dà un'aria rispettosa e insieme agli occhiali tondi dai contorni verdi incornicia il suo volto in modo molto delicato.
Lei è quel tipo di donna che, anche se vestita con la tuta ufficiale della squadra, rossa, bianca e blu, in qualche modo sembra sempre elegante; me ne stupisco anche io, ma perfino quando ci sgrida non perde mai la sua grazia, anche se devo ammettere che a volte incute davvero paura.
"Ehi, Eve, non metterci un'eternità a lavarti, non siamo a un concerto". Sì, è decisamente la signora Lippincott, anche se tutte la chiamiamo con il suo nome di battesimo, Milena o, per chi di noi la conosce da molto, Miley.
Dalla sua voce sento che sta sorridendo: penso che oltre a Sam e a Jess, lei sia la persona che mi ha sentita cantare più volte, anche più dei miei genitori.
"Ehi, Miley, mi hai interrotta sul più bello! Stavo arrivando al ritornello!" Rido e sento che lo fa anche lei, immagino indaffarata come sempre. "Ok, allora prendo la mia sacca e non ti disturbo più". Poco più tardi sento la porta chiudersi dopo aver sbattuto con un rumore sordo.
Passo ora al balsamo all'avocado con burro di karitè che ha un effetto magico sui ricci e finalmente riprendo il filo della canzone. Dov'ero arrivata? Ah, già, al ritornello! Mentre mi pettino così da districare anche i nodi più ostinati lo canto con tutta me stessa:Never mind, I'll find someone like you
I wish nothing but the best for you, too
"Don't forget me" I beg
"I will remember" you said
"Sometimes it lasts in love, but sometimes it hurts instead"Penso che Milena sia uscita dallo spogliatoio con lo schiocco di poco prima, così mi dilungo un po' a chiacchierare con le altre compagne ancora sotto la doccia e apro l'acqua, ma senza occhiali né le lenti a contatto che ho usato per la partita non mi accorgo che il doccino è puntato verso la mia faccia, quindi mi arriva uno spruzzo bollente. Tiro un urlo, ma dopo qualche risata con le ragazze che non avevano ancora finito di farsi la doccia, riprendo a cantare e risciacquo il balsamo.
STAI LEGGENDO
La Nostra Canzone
Teen FictionEvelyn è una sedicenne comune: combatte contro i suoi ricci perennemente annodati, è brava a scuola, fa parte della squadra femminile di pallavolo della scuola, anche se a casa la situazione non è delle migliori, infatti sua sorella è spesso all'est...