Sono passate due settimane da quando Colin è venuto a casa mia per chiedere un letto in cui dormire dopo aver pianto e da quel giorno continua a evitarmi: non viene più qui per matematica e usa scuse banali tipo "devo fare la spesa", "ho altri compiti", "devo andare", "oggi sono occupato". Se deve trovarsi delle giustificazioni, che almeno non siano sceme come queste.
"Devo fare la spesa" è quella che mi ha lasciata più a bocca asciutta: non ha dei genitori che la fanno? Certo, io accompagno i miei, a volte, ma non faccio io la spesa. Quello è un dovere a cui tecnicamente un adolescente non pensa.
"Oggi sono occupato" mi ha fatto pensare, invece, ed è quella con cui ho capito che mi stava evitando. Viene a casa mia da quattro mesi, ci organizziamo per quando possiamo essere disponibili entrambi, ma adesso, di punto in bianco, non ha un momento libero per trascorrere mezz'ora in camera mia con un libro davanti.
Inoltre è più freddo. Sorride a stento, e la luce che prima vedevo accendersi nei suoi occhi quando mi guardava, quando veniva a casa mia, quando era felice, ora è rara. Attraversa le iridi come un lampo, per poi estinguersi in qualche secondo, successivamente i lineamenti del suo viso si contraggono, le labbra tornano a una linea dritta praticamente perfetta; assume un'aria distante.
Durante le ore di teatro mi ignora e io ignoro lui, specialmente quando devo cantare, cerco di non pensarlo. Dopo quello che mi ha detto tempo fa sull'effetto che la mia voce ha su di lui mi sento un pochino a disagio. Stava proprio male quel giorno, come se avesse lo stomaco in subbuglio. Ci siamo abbracciati due volte! Ok, sì, sono una persona affettuosa, ma con chi conosco bene. Di lui non so praticamente nulla.
Afferro le ginocchiere blu e le infilo per bene, ma lentamente. Le sento scorrere lungo la pelle facendomi il solletico, poi arrivano a destinazione e mi sento a casa. La palestra, quell'odore che hanno solo questi muri, la luce che entra dalle finestre enormi ogni giorno anche quando non c'è il sole, mi fanno calmare, mi fanno pensare. Indosso le scarpe e stringo bene i lacci.
La ventola che genera aria calda dal soffitto produce uno di quei suoni chiamati "rumori bianchi", fastidiosi all'inizio ma dopo un po' non si sentono nemmeno più, anzi, tranquillizzano. Lego i capelli in una coda alta e stretta, sento le radici tirare e le punte grattare sulla schiena perché sono entrate nella maglietta come al solito.
Prendo un respiro profondo ed esco.
Di là c'è Milena che fischia alle ragazze che hanno già cominciato il riscaldamento, perfetta come sempre. Felpa bordeaux lasciata sugli spalti, maglietta bianca a mezze maniche traspirante, leggings tre quarti aderenti blu scuro simile al cielo notturno e scarpe da ginnastica del color della neve. Capelli ordinati come sempre, mai fuori posto, e l'orologio argenteo sul polso che si muove leggermente perché lei ha dei polsi davvero stretti.
"Avanti ragazze! Fateli bene, quei bagher! Più alti! Gemma, non avere paura della palla!" Si gira nella mia direzione e vede che finalmente sono arrivata. Ho un sorriso sulle labbra che credo vada da un orecchio all'altro. Per partecipare a tutti gli incontri extra di teatro ho dovuto saltare qualche lezione di pallavolo, quindi anche la coach è sinceramente felice di vedermi.
"Ciao Miley! Scusa se non sono venuta, colpa della..."
"Eve! Meno male! Vai con Sam a riscaldarti, oggi dobbiamo fare molte cose!" Fischia un'altra volta. Certo che è davvero presa questo pomeriggio. Solitamente, almeno, mi fa finire di parlare, non stavo nemmeno finendo a fare un monologo come la mia migliore amica.
Intanto la raggiungo e lei mi passa la palla con una battuta e rispondo, come da consegna, con un bagher. Le ore di pallavolo sono le poche in cui la mia mente esclude qualsiasi cosa non sia pertinente.
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La Nostra Canzone
Teen FictionEvelyn è una sedicenne comune: combatte contro i suoi ricci perennemente annodati, è brava a scuola, fa parte della squadra femminile di pallavolo della scuola, anche se a casa la situazione non è delle migliori, infatti sua sorella è spesso all'est...