Stupido. Stupido. Stupido.
Ma si può essere così scemi da piangere davanti a una ragazza? E senza nessun motivo! Non ci posso credere. Così, a caso, senza una spiegazione.
È stata la prima volta che mi sono aperto così con Eve, e credo mi abbia fatto bene, anche se ora ho paura che non abbia più intenzione di stare in mia compagnia... anche se in realtà una ragione c'è: perché l'ho negato?
Dalla prima volta che ho sentito cantare questa ragazza nello spogliatoio della palestra sento l'intestino aggrovigliarsi, ma è piacevole, e poi la sua voce mi resta in mente tutto il giorno, fino a quando non la rivedo la mattina successiva in una delle classi comuni, come matematica, inglese e storia americana. Io poi ho scelto letteratura e lei astronomia, anche se il nostro professore di scienza la include comunque in ogni sua lezione.
Quando torna a casa da pallavolo, poi, mi sorride il cuore a vederla felice!
Io ho dovuto abbandonare il basket come sport e quindi come impegno economico e soprattutto perché devo badare a mia madre, cerco di stare con lei il più possibile, ma anche io devo farmi una vita, stare con Mike, Hal e Eve e vorrei continuare a giocare tre volte a settimana a lanciare una palla in un canestro. Mi manca davvero molto questo sport.
Almeno nella scuola in cui andavo prima c'era la squadra dell'istituto e ci allenava il professor Brown, insegnante di motoria.
Ora qui propongono la pallavolo e io, a differenza della mia amica molto dotata per questo gioco, sono completamente negato, tra bagher, schiacciate e tutto il resto, siamo come il bianco e il nero, il giorno e la notte.
Prendo la chitarra e comincio a suonare nuovamente Never Enough, a occhi chiusi, per rendere nella mia mente più viva la voce di Evelyn, magica.
È capace di trasportare le persone in un'altra dimensione, fatta di immaginazione e fantasia, piena di emozioni.
Adoro sentirla cantare, più del giocare a basket, anche se sono due piaceri diversi, uno per evadere da questo mondo e il secondo per sfogare la rabbia e trovare un'amica fedele come la palla arancione e nera.
Sento il telefono che vibra nella tasca posteriore dei pantaloni. È Mike.
Mike Hey bro, Oggi ti va di vederci al campetto per una partita? Hanno sistemato il canestro!!!
Io Heyyyyyy finalmente! Certo che ci sto! Facciamo per le 17?
Mike Ma non devi studiare con Eve a quell'ora?
Io No, giorno di pausa 😎
Mike Perfetto! Ci vediamo là
Il campetto è uno spiazzo in cemento in una zona in periferia che qualche anno fa è stato reso utilizzabile tramite l'aggiunta di due canestri e delle porte da calcio in cui io e il mio migliore amico giochiamo sempre a basket.
Purtroppo non c'è mai un pallone disponibile, quindi bisogna portarlo da casa. È nostra abitudine andarci ogni volta che possiamo. Mi ricordo di un'estate in cui giocammo a basket tutti i pomeriggi!
Quello è il luogo dove diventammo amici e dove riusciamo a parlare di tutto, lontano dai genitori o dai compagni di classe, come se fosse il nostro angolo segreto di mondo.
"Colin, metti via il cellulare, la lezione non è ancora terminata" alzo lo sguardo dal cellulare e Justin mi fissa, ma non riesco a interpretare il suo stato d'animo dalla sua espressione.
Infilo immediatamente il telefono nello zaino e aspetto che il prof mi dica che devo fare. Anche se ormai mancano quindici minuti.
"Vorrei approfittare di questo ultimo quarto d'ora per dirvi che sono davvero orgoglioso di voi, ragazzi. Mettetevi in cerchio, così parliamo meglio. Sì, potete stare seduti. Dicevo, sono molto orgoglioso di voi, dei vostri progressi, tecnicamente e umanamente. A settembre c'era chi di voi non voleva cantare o ballare perché si vergognava del proprio corpo o delle proprie abilità, ora siete tutti entusiasti a recitare la parte che vi è stata assegnata e questo mi riempie il cuore di gioia, davvero. Alcune persone tra voi sono entrate in quest'aula con un'autostima, permettetemi, quasi nulla e ora capita che vi vantiate del vostro lavoro quando questo esce alla perfezione. Anche se sono piccoli cambiamenti apportati in tre mesi, io da persona esterna a voi e interna a questo gruppo ma solo in parte, noto piccole crescite personali a ogni lezione e non sapete quanto mi renda fiero avervi qui tre pomeriggi a settimana! Evelyn, per esempio. Mi ricordo che la prima volta che ti chiesi di cantare eri diventata tutta rossa e non avevi la minima intenzione di intonare alcunché inerente allo spettacolo e ora guardati! Sei la protagonista del musical della scuola e fai commuovere tutti! Samantha, tu hai perfezionato le tue tecniche teatrali già ad alto livello, hai imparato meglio a utilizzare il tuo corpo e lo spazio che ci circonda, anche se il tuo carisma a volte è un po' eccessivo, ma meglio averne troppo che niente! Insomma, avete capito che quest'anno mi aspetto cose davvero grandiose da voi tutti. Ragazzi ascoltatemi! Avete talento! Passione! Voglia di mettersi in gioco! In questo gruppo non è mai mancata la collaborazione e il supporto reciproco, cosa può volere più di questo un insegnante? Fatevi un applauso, ve lo meritate davvero!"
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La Nostra Canzone
Teen FictionEvelyn è una sedicenne comune: combatte contro i suoi ricci perennemente annodati, è brava a scuola, fa parte della squadra femminile di pallavolo della scuola, anche se a casa la situazione non è delle migliori, infatti sua sorella è spesso all'est...