"Mamma! Sei ancora sveglia? Devi andare a letto!"
"Ciao tesoro! Ti sei divertito oggi? Non dai, ancora qualche minuto... che ne dici di vedere un film insieme? Una commedia?"
"Sei sicura di star bene?" Ma che diamine sto dicendo? Da anni mia madre non sta bene.
Andiamo Colin, non fare lo scemo, lo sai che non devi fare queste domande, non l'hai ancora capito?
"Hai fame? Stai mangiando così poco..."
Certo che mangia poco! Andiamo, collega i neuroni, che ti succede? Sei diventato stupido?
Lei ovviamente nega e si stringe le gambe al petto sul divano, sotto una coperta di lana consunta e rovinata dagli anni. Apro il frigorifero e prendo uno yogurt con dei cereali e mi accomodo di fianco a lei, comincio a mangiare e vedo mia madre iniziare a passare con insistenza le mani sugli occhi.
"Mamma..." Si volta così da darmi le spalle, ma le braccia non smettono di muoversi, i polsi creano cerchi immaginari tra l'aria e le sue palpebre. Comincia a singhiozzare, prima cercando di nasconderlo.
"Mamma cosa c'è? Perché stai piangendo? Parlami, ti prego..." appoggio lo yogurt sul tavolo e le poso una mano sulla schiena, con l'altra le accarezzo i capelli, scompigliandoli dalla coda sfatta tenuta debolmente da un elastico scuro che si confonde con la sua chioma nera.
Affonda il volto nel gomito e le spalle si alzano e abbassano ritmicamente; si potrebbe dire che stia ridendo, se questa scena fosse parte di un film muto. E se non la si conoscesse. Mia madre non ride più da anni, precisamente da quando i miei si sono lasciati, o meglio, mio padre ha inseguito il suo sogno e mia madre l'ha fatto partire.
Non so perché, in realtà: andavano così d'accordo... poi un giorno vidi mio padre mettere tutte le sue cose in macchina e partire per chissà dove e mia madre in lacrime con il braccio appoggiato alla parete, in vestaglia, i capelli ben curati e lucidi perché ancora umidi dalla doccia; mia sorella è partita con papà, salutandomi con una lettera lasciata sul comodino. Non che andassimo d'accordo, comunque: lei era la più piccola, e quindi sempre l'innocente di casa, però adesso ne sento davvero la mancanza. Darei qualsiasi cosa per litigare ancora una volta con lei.
"Mamma, ci sono io qui, va tutto bene" So che in realtà niente va bene nemmeno lontanamente, ma non sopporto di vederla in questo stato.
Le lascio un bacio sulla spalla, privo di emozioni ma tremante; non cambia nulla.
"Non... non riesco nemmeno a-a prepararti un pasto" riesce a esprimersi tra le lacrime. Sono un fascio di nervi, anche se cerco con tutte le mie forze di fingermi calmo e con in mano la situazione, la testa comincia a chiedere pietà, vorrei potermi sfogare, parlarne con qualcuno, ma non posso. Mike e Hal conoscono il mio stato da sempre e ne soffrono anche loro: non voglio essere un ulteriore peso sulle loro spalle anche se al di fuori dei miei migliori amici non ho nessuno con cui parlarne. Mi hanno consigliato, più di una volta, di rivolgermi a uno psicologo ma rifiutai categoricamente perché non avremmo mai potuto permettercelo. A stento riusciamo a pagare le bollette, ho dovuto lasciare il basket per aiutare a sostenere mia madre e d'estate riempio il tempo in un bar così da arrotondare e non vivere proprio solo di stenti.
Cerco di mostrarmi impassibile. "E quindi? Non è di certo un crimine: guarda, ora potrei partecipare a uno di quei programmi di cui leggi sui magazine di cucina e vincere, perfino!" Cerco di strapparle un sorriso, ma con scarsi risultati.
Come posso pretendere di fare sorridere qualcuno se in principio il mio, di morale, è a pezzi?
"Ora te lo dimostro!" Mi alzo, mostrando una felicità che non mi appartiene, perché in realtà quando mia madre è in queste condizioni sento tutti i nervi irrigidirsi, la testa andare in confusione, le lacrime prepotenti, ma devo essere forte per lei.
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La Nostra Canzone
Teen FictionEvelyn è una sedicenne comune: combatte contro i suoi ricci perennemente annodati, è brava a scuola, fa parte della squadra femminile di pallavolo della scuola, anche se a casa la situazione non è delle migliori, infatti sua sorella è spesso all'est...