22. Colin

35 5 28
                                    

La sveglia suona e mi strappa dal sonno. 

Sfilo il braccio dalle coperte calde e cerco il telefono sul comodino, il buio mi avvolge impedendomi di guardare, lo schermo è rivolto verso il basso e la luce del display non mi guida. Alla cieca sposto la mano, a tentoni trovo ciò che sto cercando. Spengo la sveglia e sbuffo, non voglio tirarmi fuori dal letto confortevole, ma devo guadagnare qualcosa, dovremo far fronte anche alle spese dell'ospedale.

Buon Natale a me... Mi alzo rabbrividendo.

Preparo la colazione e indosso dei vestiti caldi, oggi lavorerò solo al mattino, al pomeriggio Tony ha deciso di chiudere per godersi la giornata festiva. Ieri, quando me lo ha annunciato, pensava di fare un piacere anche a me, ma farei di tutto per tenermi impegnato.

Sistemo i capelli con le dita, salgo in macchina con la chitarra a farmi compagnia e parto. Suona l'allarme della benzina.

Merda.

Cerco il distributore più vicino, alla radio passa una nuova canzone, non l'ho mai sentita. Mi pare di riconoscere il cantante, ma proprio mi sfugge il nome.

Chi sei? Cerco di sforzarmi. La melodia lenta trasporta la mente con eleganza, la voce profonda pronuncia parole potenti, colme di significato, interpretabili in tantissimi modi differenti. Sono certo di conoscere qualche sua canzone, ma come si chiama l'artista?

Svolto a sinistra e prendo una via secondaria.

La speaker della radio nomina la canzone e il cantante. Al suo nome il cuore salta un battito e l'aria fatica a entrare nei polmoni, la temperatura cala improvvisamente, o forse è solo una mia impressione. 

Come ho fatto a non riconoscerlo? 

Jack Anderson. 

Il musicista che ha preferito la carriera alla famiglia.

 Il musicista che rimarrà per sempre nelle mie playlist principali e che ascolto solo per sbaglio.

 Papà.

Mi accorgo di essere arrivato solo perché l'odore di gasolio riempie le narici, ma la mente è altrove, lontano, da qualche parte nel passato e intorno al mondo, in una spiaggia indefinita o in una piazza affollata a immaginare i concerti di mio padre.

Abbasso il finestrino, l'aria fredda entra provocandomi mille brividi lungo le braccia e sotto al collo. L'addetto si mette al lavoro mentre ascolto alla radio discutere della nuova canzone che non mi aspettavo di ascoltare proprio a Natale. lo elogiano per diversi minuti, poi passano alla persona a cui è dedicata. Focalizzo tutta la mia attenzione sull'argomento, stringendo tra le mani il volante fino a far diventare le nocche bianche come la neve che ha cominciato a scendere soffice dal cielo.

"Non sappiamo a chi sia rivolta questa canzone o per chi l'abbia scritta. Nella sua ultima intervista nominava solo una donna che gli ha sconvolto la vita per il meglio" ascolto.

Quindi si sta rifacendo una vita. Buon per lui non riesco a non pensare amaramente. L'idea che abbia cancellato il ricordo di mia madre e di me crea un'altra tra le innumerevoli crepe che invadono il mio cuore.

"Anche a te piacciono le sue canzoni?" l'addetto mi riporta alla realtà. Annuisco taciturno, comprendendo solo a metà ciò che mi ha chiesto. "Vorrei avere il suo coraggio" continua, pensoso. Non capisco dove voglia andare a parare, così gli faccio intendere che ho fretta di andare.

"Come desidera pagare?" Cede infine. Gli passo la carta di credito, lui la scorre e un lungo bip metallico si disperde nell'aria. Me la ridà e metto in moto. Mi avvio verso la libreria, il suo profumo già impresso nella memoria.

La Nostra CanzoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora