capitolo 23

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Vincenzo's pov

Cosa può arrivare a fare un uomo per ciò che ama?

Sfrecciavo per le strade di Milano.
Ogni tanto osservavo lo specchietto retrovisore, cercando i fari di Lucrezia, che mi seguivano cercando di stare al passo.
Stringevo così forte il volante da fermare il sangue alle nocche, sentivo il cuore battermi coinciso in petto, come il rintocco di un orologio.
Le parole pronunciate da Matteo mi rimbombavano continuamente in testa, offuscandomi la ragione.
In quel momento, abbandonai la razionalità rimasta per dare spazio esclusivamente all'istinto.
Ero una pistola carica, una bomba pronta ad esplodere.
Buttai la testa all'indietro appoggiandola al sedile, e accelerai.
Mi avvicinavo sempre di più al luogo dell'incontro, e sentivo il viso bruciare dalla rabbia.
Avevo il respiro affannato, e già pensavo alle parole da dire a quello stronzo.

Vidi in lontananza il luogo dove si trovava Matteo.
Lì erano presenti anche Giuseppe, Francesca, Luca e Samuel.
Frenai di colpo, e vidi Lucrezia raggiungermi e fare lo stesso.
Non pensavo sapesse guidare così bene, per tutto il viaggio mi era stata alle costole, sebbene andassi molto velocemente.
La vidi scendere dall'auto, e incamminarsi a passo svelto nella mia direzione.
"Sono qua?" disse lei, aprendomi lo sportello dell'auto.
Io annuii, e scesi dalla vettura.
Mi stavo dirigendo verso il locale, quando sentii una presa stringermi il braccio.
"Vincenzo, non fare stronzate" mi disse Lucrezia in tono serio e freddo, guardandomi dritto negli occhi.
Era incazzata quanto me.
Io annuii senza rispondere, il suo sguardo mi metteva in soggezione.
Non l'avevo mai vista così furiosa, e rimasi sorpreso dalla sua tenacia.
Era una delle caratteristiche che amavo di più della sua persona, aveva sempre dimostrato di avere le palle, forse anche più di me sotto certi aspetti.
E mi attraeva parecchio, forse troppo.

Ci guardammo per qualche secondo negli occhi.
Lucrezia era così bella che per qualche istante mi scordai di tutto ciò che era accaduto.
Ma purtroppo i ricordi non tardarono a tornare, e insieme, ci incamminammo verso l'edificio illuminato.

Lucrezia's pov

Seguivo Vincenzo col cuore in gola.
Ero sicura che quella sera sarebbe andata a finire male, soprattutto vedendo quanto fosse arrabbiato Vincenzo.
Quando Matteo lo chiamava "criminale" in fondo, non aveva tutti i torti.
Avevo sentito storie su di lui, tramite Francesca e gli altri ragazzi, da far accapponare la pelle.
Non mi sarei mai permessa di riferirmi a lui con un appellativo simile, ma c'era da dire che Vincenzo non era uno stinco di santo, e avevo paura di qualche brutta reazione da parte sua nei confronti di Matteo.

Arrivammo davanti alla grande porta d'ingresso in vetro, che Vincenzo aprì immediatamente, lasciandomi passare per prima.
Lui entrò dopo di me, e lo vidi immediatamente cercare Matteo con lo sguardo.
Quando lo trovò, si fiondò subito nella sua direzione.
Io lo seguii.
"Vincenzo aspettami" gli dissi sottovoce, aggrappandomi al suo avambraccio.

"Ma buonasera" disse Vincenzo avvicinandosi a Matteo e agli altri ragazzi, appoggiandosi allo schienale della sedia di Luca, che lo salutò ignaro di tutto.
Gli altri lo salutarono a loro volta, tutti tranne Matteo, che si alzò rapidamente dalla sedia, guardandolo male.
Gli altri non tardarono a capire che tra i due ci fosse una strana tensione, e rimasero per un attimo senza parole.
"Raga ma che cazzo succede" disse Luca, alzandosi a sua volta e mettendosi in mezzo ai due, che si stavano avvicinando pericolosamente.
Francesca cercò il mio sguardo con un'espressione preoccupata in viso, e io la guardai a mia volta scuotendo la testa.
Giuseppe pareva come pietrificato, mentre Samuel si guardava intorno con lo sguardo perso.
Francesca si alzò e venne verso di me, per poi abbracciarmi.
Era l'unica che conosceva la situazione insieme a Giuseppe, che la sapeva però solo in parte.
Anch'esso decise di tirarsi su dalla sedia, e andare a mettersi in mezzo ai due litiganti, che erano sempre più vicini.
"Ora mi spiegate che minchia avete, e poi se dovete litigare andate a farlo fuori, almeno" disse Giuseppe allontanando Matteo, mentre Luca faceva lo stesso con Vincenzo.
"Mi ha chiamato criminale lo stronzo" disse Vincenzo indicando il mio fratellastro, mentre quest'ultimo lo mandava a quel paese gesticolando.
"Ragazzi avete rotto i coglioni, vedete di andare a fare ste cose fuori da qui, o chiameranno la polizia" disse Samuel, indicando la gente seduta ai tavoli intorno a noi.
Erano tutti voltati nella nostra direzione, e quello era un locale in centro, dov'erano presenti volanti delle forze dell'ordine in ogni dove.
Così, i due litiganti vennero trascinati fuori dal bar, seguiti da me e Francesca, che osservavamo il tutto con gli occhi sbarrati.

Ci posizionammo nel parcheggio dietro al locale, l'unico luogo dove non c'era nessuno, così da poter lasciare i due discutere.
Si insultarono per un po', e Vincenzo tentò di fiondarsi addosso a Matteo un paio di volte, per poi venire fermato da Samuel, l'unico in grado di calmarlo.
Giuseppe intanto abbracciava Francesca, mentre Luca restava accanto a Matteo, spaventato dalle reazioni di Vincenzo.
Il tutto accompagnato da urla, gestacci e brutte parole.
Non ne potevo più, mi sembrava di star guardando due ragazzini.
Mi ero raccomandata con Vincenzo, e invece non mi aveva ascoltata, cosa che mi mandava in bestia.
Certo, anch'io ero incazzata con Matteo, ma i due sembravano non conoscere altri modi di risolvere le cose, se non usando le mani.
Ad un certo punto, Matteo si girò verso di me.
"Questa è tutta colpa tua, stronza" disse urlando, indicandomi col braccio teso nella mia direzione.
Vincenzo tentò di saltargli addosso per la quarta volta, e venne fermato da Luca e Samuel, che però, non riuscirono invece a fermare me.
Corsi verso di lui, e prima che riuscisse a reagire, gli lasciai cinque dita sulla guancia destra con tutta la forza che avevo in corpo.
Vidi i suoi occhi sbarrarsi, mentre si toccava la guancia fortemente arrossata, indietreggiando di qualche passo.
Non se l'aspettava, ma io non riuscivo più a contenere la rabbia nei suoi confronti.
"Sei proprio la tipa di Vincenzo" si lasciò scappare Luca, guardandomi con gli occhi sgranati.

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raga, spero vi stia piacendo la storia. se è così, non dimenticatevi di lasciare un voto🙏🏻🙏🏻 mi farebbe felicissima.
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