capitolo 26

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Il tempo passava, e il caldo arrivava a Milano.
Da un anno, Lucrezia aveva cambiato vita.
Festeggiò i 20 anni assieme alla sua nuova famiglia, quella che aveva sempre desiderato.
Matteo, Giacomo, Luca, Samuel, Francesca.
E come scordarsi Vincenzo.
L'unico ragazzo ad averla fatta sentire viva, indipendente, ma soprattutto capace.
Capace di risolvere tutto, forse l'unica a saperlo fare.
Capace di calmarlo, di capirlo, di rimettere insieme i pezzi.

L'unico "Angelo" (così la chiamava lui) che si sarebbe portato per sempre nel Cuore.

Erano vicini anche se lontani, ma mai così tanto da potersi sfiorare.
Come due calamite dai poli opposti si respingevano all'ultimo istante, senza darsi il modo di fare quell'ultimo piccolo passo per arrivare ad amarsi.
C'era un sentimento innegabile, ma allo stesso tempo inarrivabile, forse a causa della paura condivisa dai due.
Quel mostruoso timore di sbagliare, di correre troppo, di far le cose male e di fretta.
Così, passava il tempo, e i due si amavano silenziosamente.
Si stringevano a metri di distanza, si baciavano negli sguardi scambiati.
C'era amore in tutto ciò, in ogni gesto e in ogni sorriso.
Un amore che nessuno dei due riusciva a dichiarare.
E così, passavano i giorni.
Il sole scaldava l'asfalto, il cielo si schiariva e si aprivano le porte a una nuova estate.
E forse a un nuovo capitolo, che però, poteva solamente essere scritto
da loro due.
Lucrezia e Vincenzo, due nomi destinati a coincidere per sempre.

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