capitolo 24

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Corsi verso di lui, e prima che riuscisse a reagire, gli lasciai cinque dita sulla guancia destra con tutta la forza che avevo in corpo.
Vidi i suoi occhi sbarrarsi, mentre si toccava la guancia fortemente arrossata, indietreggiando di qualche passo.
Non se l'aspettava, ma io non riuscivo più a contenere la rabbia nei suoi confronti.
"Sei proprio la tipa di Vincenzo" si lasciò scappare Luca, guardandomi con gli occhi sgranati.

Uscii da quello stato di trance in cui ero precedentemente entrata dopo le parole di Matteo.
Mi guardai attorno.
Tutti i presenti mi stavano fissando esterrefatti, perfino Vincenzo, l'unico però ad avere un sorrisetto incantato stampato in faccia.
Mi guardai la mano, rossa dall'impatto con il viso di Matteo, e riportai lo sguardo su di lui.
Rimasi lì, ferma a guardarlo, con gli occhi infuocati dalla rabbia.
"Dai Lucrezia su, non stavo dicendo seriamente" si scusò Matteo, allungando la mano per accarezzarmi il braccio, che però io evitai immediatamente.
"Mi avete rotto il cazzo" urlai io "anche tu" continuai, spostando lo sguardo su Vincenzo, che gesticolò come per dire di non avere colpe.
"Avete forse 10 anni? Come minchia credete di risolvere le cose, comportandovi come animali" continuai io, alzando il tono della voce.
I due si voltarono per guardarsi.
Vincenzo, alla vista di Matteo, sputò a terra in segno di disprezzo.
"Ne vuoi uno anche tu?" commentai io, mostrando a Vincenzo la mano con cui avevo precedentemente colpito Matteo.
Vincenzo indietreggiò di qualche passo, lasciando spazio a Matteo.
Ci furono lunghi istanti di silenzio.
I due non parlavano più, e dopo le mie parole, non osavano nemmeno guardarsi in faccia.
"Io sono molto, molto delusa da te Matteo" dissi io con voce fredda, quasi senza emozioni "Non solo mi hai mentito, ma hai anche ben pensato di prendertela con me per il casino che hai creato con le tue mani" dissi indicandolo furiosa.
"Io cercavo di proteggerti, tu non lo conosci" disse Matteo con lo sguardo a terra.
"Ma che ne vuoi sapere tu di me e lei" replicò Vincenzo, continuando a fissarlo in malo modo.
Matteo tacque, e iniziò a fare avanti e indietro cercando di contenere la rabbia.
"Pensavo che voi almeno mi avreste aiutato, e invece siete dalla loro parte" sbottò Matteo, puntando il dito verso gli altri presenti.
Sembrava un bambino, e mi faceva abbastanza pena.
"Noi non stiamo dalla parte di nessuno" se ne uscì Samuel, cercando di scusarsi.
"Io sì" disse invece Giuseppe "Lucrezia ha quasi vent'anni, non è una ragazzina. E tu non puoi permetterti di trattarla come tale".
Matteo alzò gli occhi al cielo.
"Matteo, prima al telefono avrei voluto staccarti la testa dal collo. Ma come si fa a trattare una ragazza così?" aggiunse Vincenzo, accendendosi una sigaretta.
Gli altri si voltarono verso Matteo, cercando di capire cosa fosse successo in precedenza.
Ma la spiegazione non tardò ad arrivare da parte di Vincenzo.
"Le strillava in chiamata, potevo sentirlo io da fuori" disse guardando Matteo in cagnesco "Poi sono io quello che maltratta le tipe".
A quel punto, tutti cambiarono espressione, compreso Matteo, che rimase senza parole.
"Ma come cazzo ti permetti" disse Francesca avanzando verso Matteo, per poi essere fermata da Giuseppe.
Matteo provò a giustificarsi, ma fu tutto invano.
Luca scosse la testa, allontanandosi di qualche passo, seguito poi da Samuel.
Matteo si passò una mano fra i capelli in modo nervoso, poi si fermò a riflettere per qualche secondo.
"Va bene. Ho sbagliato" disse allargando le braccia.
Vincenzo buttò a terra la sigaretta, e lo guardò.
"Ti devo delle scuse" continuò Matteo guardandomi, abbassando il tono della voce.
Io annuii serrando le labbra, e accettai le scuse.
Spostai lo sguardo su Vincenzo, invitandolo a fare lo stesso.
Egli sembrava non avere alcuna intenzione di farlo, ma gli misi pressione, e alla fine parlò.
"Matteo chiudiamo quella questione di Noemi" disse Vincenzo, guardando a terra "Non ce la faccio più, sono anni che la portiamo avanti".
Matteo rivolse lo sguardo verso Vincenzo, indeciso sul da farsi.
"Vale la pena portarsi ancora dietro gli strascichi di una litigata di cent'anni fa?" dissi io in modo sarcastico.
"E va bene. Chiudiamo la questione" replicò Matteo tirando un sospiro. "E scusami per il pugno dell'altra volta" continuò, cercando di sdrammatizzare il tutto con un sorriso.
Vincenzo sorrise a sua volta, per poi porgere la mano a Matteo, che la strinse tirando inaspettatamente Vincenzo a sè in un abbraccio.
Loro non erano gli unici a sorridere, bensì lo stavamo facendo tutti.
Finalmente i due avevano risolto, e anch'io mi sentivo molto meglio.
Certo, ci sarebbe voluto del tempo per riprendere la fiducia persa, ma sapere di aver chiuso la questione mi faceva sentire leggera come una piuma.
"Brava amore" mi sussurrò Francesca all'orecchio "È tutto merito tuo".
Le sorrisi, stampandole un bacio sulla guancia.
"Bene, ora possiamo andarci a prendere una birra?" interruppe Samuel indicando il bar dietro di noi.
Ridemmo tutti in coro, per poi accettare la proposta e incamminarci insieme verso il locale.

"Dai, ora basta discorsi seri, pensiamo a rilassarci. Domani è sabato e voglio sfondarmi di alcool" disse Luca, buttando giù la birra di un fiato.
Ci scappò a tutti una risata, e finalmente si respirava un'aria più tranquilla.
Matteo e Vincenzo avevano discusso tutto il tempo della stessa questione, ma almeno stavolta lo avevano fatto in modo civile.
E infine, si erano chiesti scusa a vicenda.
Per la prima volta, tutto andava per il verso giusto, e a me sembrava di crepare dalla felicità.
Erano le 22:50, guardai Matteo mostrandogli l'orario dal cellulare, ma lui mi disse di stare tranquilla e di aver già avvisato mia madre del nostro ritardo.
Mi rasserenai, non avevo voglia di tornare a casa, non in quel momento, mi sentivo serena.
——
ciaoo, scusatemi per sto capitolo, è scritto male e di fretta lo so, però ci tenevo a ringraziarvi per tutte le letture🙏🏻
mi rendete fiera del libro che sto portando avanti, vi voglio bene💕

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