capitolo 25

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Dopo un'ora abbondante passata in compagnia degli altri, iniziavo a sentire la testa leggera per colpa dell'alcool.
A furia di bere tutta quella birra non riuscivo più a collegare bocca e cervello, e mi scappò detto anche qualche strafalcione, accompagnato successivamente dalle risate dei presenti.
"Mi fai morire quando sei ubriaca amore" disse Francesca, messa forse anche peggio di me.
Le tirai un bacio, per poi dileguarmi in bagno.
"Colpa della birra" dissi prima di prendere la borsa e dirigermi verso la scritta "toilette" poco lontana.
Appena fatto, uscii dalla porta del bagno e mi lavai le mani.
Stavo per prendere la carta, quando sento una presa sul polso, che mi trascina fuori dai bagni verso la porta d'ingresso.
"Vieni a fumare con me" disse Vincenzo, con l'espressione più sfatta di sempre.
Era ubriaco quanto me, quando c'era da bere lui era l'ultimo a tirarsi indietro.
"E gli altri?".
"Ma chi se ne fotte degli altri, voglio stare un po' con te" replicò lui, aprendo la porta e spingendomi fuori dal bar, per poi chiudersela alle spalle.

Mi accesi una sigaretta, per poi passare l'accendino a Vincenzo, che fece lo stesso.
Visto il mio stato, avevo paura di dire qualche cazzata, e lo si notava dalla rigidità con cui aspiravo consecutivamente la sigaretta, finendola in pochi minuti.
"Stai nervosa?" mi chiese Vincenzo, dandomi una pacca sulla spalla, e ricevendone una da me di tutta risposta.
"No" risposi secca, anche perché non riuscivo a formulare nessun'altra risposta.
Vincenzo mi guardò con un sorrisetto divertito, e ammirò il cielo sopra le nostre teste.
Se ne restò qualche istante in silenzio, muovendo lo sguardo da una stella all'altra, ammirando la luce proveniente da esse illuminare lo spazio circostante.
Quello era il silenzio più bello a cui avevo partecipato, e poco dopo alzai anch'io lo sguardo verso l'alto.
La vista era stupenda, ma il profilo di Vincenzo, delineato solo da quella candida luce lunare, lo era ancora di più.
I minuti passavano, e noi ce ne restavamo lì, in compagnia dell'altro, senza rivolgerci parola.
Vincenzo si girò verso di me, forse avvertito dal mio fissare insistente, e alla sua vista abbassai immediatamente lo sguardo.
Sì, ero tremendamente nervosa all'incrociarsi dei suoi occhi con i miei, ma cercavo di scaricare la tensione tra respiri profondi e qualche tiro di sigaretta.
"Ora che facciamo?" chiese Vincenzo senza guardarmi.
Mi girai verso di lui, e misi su un'espressione confusa, non capendo cosa volesse dirmi.

"Ora che non abbiamo più limiti e non dobbiamo nasconderci, cosa facciamo" disse lui spiegandosi meglio.

La frase suonava più come un'affermazione che una domanda.
Rimasi a pensare, cercando di trovare parole accurate per rispondere.
"Non lo so, ma viviamocela al meglio ora che possiamo".
Vidi il suo volto rilassarsi un po', e mi venne spontaneo sorridere.
"Però cosa siamo Lucrezia" chiese lui, riportando la tensione tra noi.
Ero troppo brilla per riflettere su questioni così intense, quindi scossi le spalle.
"Non è importante".
"Per me sì".
Riportai lo sguardo su di lui.
"Posso dirti la verità? Ora ho pensieri sconnessi a causa di tutta quella birra, non riesco a trovare una risposta" dissi io ridendo, seguita da Vincenzo, che fece lo stesso.
"Tranquilla anche io ci sono andato giù pesante" rispose lui, guardandomi divertito.
Erano almeno passati 10 minuti dalla nostra uscita, ma nessuno dei due ci stava dando peso.
In quel momento, esistevamo solo noi.
Continuavamo ad ammirare il cielo senza pensare a nulla, era come se le nostre teste si fossero insaspettatamente svuotate di tutti i tormenti passati, per lasciare spazio solo ad una cercata, e finalmente trovata, serenità.
E io stavo bene così, non volevo altro.
"Lucrezia" disse Vincenzo richiamando la mia attenzione.
Mi voltai a guardarlo.
"Io non so come dirtelo, ma credo di provare un sentimento forte nei tuoi confronti. Non è semplice attrazione, quella che si prova di solito per una donna. È uno strano tipo di "bene", però più profondo" disse stropicciandosi gli occhi, rimangiandosi qualche parola dal nervosismo misto all'alcool.
Normalmente avrei risposto in modo piuttosto sostenuto, non ero una tipa da discorsi smielati, ma in quel momento sentii un calore avvolgermi il corpo, che mi spinse a parlare in modo sincero.
"Anche io, forse è proprio questo stesso sentimento che ci lega così tanto" replicai io, guardandolo in modo istintivo.
Lui fece lo stesso, rivolse i suoi occhi al mio viso, e sorrise compiaciuto.
Mi avvicinai a lui, diminuendo la fastidiosa distanza che separava il suo volto dal mio.
Ero disinibita dall'alcol, e mi venne spontaneo appoggiare la mia mano sulla sua guancia, e provare a far congiungere le mie labbra con le sue.
"Aspetta Lucrezia".
Mi allontanai in modo confuso, ancora attorcigliata alle forti sensazioni provate in quegli attimi.
"Io non voglio sprecare un tuo bacio così, non davanti a un bar".
Sorrisi, divertita dalle sue parole, e vidi le sue guance infuocarsi di imbarazzo.
"Scusa, che cazzo sto facendo" disse portandosi le mani al viso "È che mi fai provare cose mai sentite prima, è strano ma..." si interruppe, prendendomi le mani e appoggiandosele al petto, con l'intenzione di farmi sentire il suo battito accelerato.
Continuai a guardarlo con la medesima espressione imbambolata in volto, con lo sguardo dritto nei suoi occhi e il sorriso stampato in faccia.
"Non è facile per uno come me parlare così apertamente di sentimenti, non lo faccio mai. Ma tu sei troppo bella Lucrezia, mi mandi in tilt".
Cercava di trovare le parole giuste, tra qualche interruzione e qualche balbettio, aggrappandosi ai termini in modo nervoso.
Appoggiai il mio indice alle sue labbra per farlo tacere, e invitandolo a rilassarsi.
"Non mi devi spiegazioni, io so già tutto" risposi io, abbracciandolo.
Lui ricambiò subito.
"Prima o poi riuscirò a dirti cosa provo, te lo prometto" disse lui ancora teso, stringendomi forte "Devo solo pensare alle parole giuste, ma sappi che ormai è una sfida con me stesso che voglio superare. Te lo meriti Lucrezia".

ciao raga
scusatemi gli eventuali errori nel testo, ma come potete vedere non era una situazione semplice da descrivere 😭.
spero vi piaccia comunque💘

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