capitolo 11

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BEATRIZ

Oggi

È sparito da due giorni ma la sua presenza durante le notti è costante e anche se non riesco a vederlo perché dormo profondamente, lo percepisco.

Avverto il suo tocco sulla mia carne liscia e il suo profumo di tabacco e vodka che mi ricorda il campus estivo e tutte le notti passate con lui a dormire sul suo petto.

Quando ho riacceso il cellulare ho trovato un altro messaggio, non diceva nulla in particolare ma diceva tutto.

Artem: Ti eccita ancora il sapore del sangue, dea?

Il mio corpo risponde ai suoi stimoli e odio avere ancora questo impulso primitivo nei suoi confronti. Avrei dovuto dimenticarlo anche se è impossibile, lo sento ovunque. Vaga come un pensiero costante nella mia testa e mi inietta il suo veleno nelle vene facendolo scorrere come un fluido che non la smette di pulsare e ricordarmi che lui è qui, e non se ne andrà. Non se ne andrà mai più.

Dovrò imparare ad accettarlo e prepararmi alla sua furia e al suo odio perché raccontargli la verità non è fattibile, né ora né mai.

Scorro le dita sul display del cellulare e avvio face-time.

«Guapa!» risponde Elyas con un sorriso che illumina l'intera stanza. Mi manca da morire.

«Hola cariño, come sta lo zio Hugo?» lo zio non se la passa bene, gli è stato diagnosticato un cancro non molto tempo fa ed è mio cugino che ora si occupa della clubhouse.

«Comanda a bacchetta tutti, per cui al momento direi bene. Tu come stai?»

«Il piccolo lord mi ha trovato, Elyas. Lui è qui. E se mi ha trovato lui...»

«Cazzo» esclama interrompendomi prima che possa terminare la frase «gli faccio il culo a quello stronzo se prova a farti qualcosa.»

Mio cugino sa bene che Artem non mi farebbe del male ma conosce la sua rabbia quando qualcuno lo fa incazzare e io, l'ho fatto incazzare di brutto.

«Vuole che faccia qualcosa per lui»

«Guapa, di che stai parlando? Ti sta ricattando?»

«In un certo senso» mi mordo il labbro e racconto a Elyas cosa sta succedendo.

«Accetta, fai quello che dice a patto che ti dia una copia dei file»

Ma che cazzo dice? Di che file sta parlando? È fuori di testa se pensa io possa accettare una roba del genere.

«Non sono la sua cazzo di puttana, Elyas! E poi di che diavolo stai parlando, come fai a sapere chi è questo tizio e che vogliono derubarlo?» sbotto e lancio in terra il pacchetto di sigarette che si svuota sul pavimento facendole rotolare per la stanza.

«So molto su questa storia in realtà e quel piccolo lord è un figlio di puttana. Non permetterebbe mai che ti accadesse qualcosa, è troppo possessivo. Gli taglierebbe le mani prima ancora che possano raggiungere una qualunque parte del tuo corpo»

Resto a fissarlo, in un certo senso non ha tutti i torti ma l'idea di assecondarlo e riavvicinarmi a lui mi fa venire voglia di mandare all'aria tutto quello che sto facendo per ritrovare Anastasya.

Elyas dice che Jacob, il tipo che mi fa il filo al locale, è uno che sta sfuggendo a parecchi pezzi grossi della malavita. Lui e il suo patrigno sono in possesso di alcuni file che li spedirebbero dritti in gattabuia per un bel pezzo e grazie a questo raggiro si stanno accaparrando i migliori clienti della California soffiandoli alla famiglia Kovalenko, e forse li stanno ricattando.

𝖂𝖊 𝕬𝖗𝖊 𝕮𝖍𝖆𝖔𝖘 - 𝕬𝖗𝖙𝖊𝖒 - 𝖛𝖔𝖑. 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora