Colonna sonora.
WE ARE CHAOS. Marilyn Manson
We are sick, fucked up and complicated
We are chaos, we can't be cured
Siamo malati, incasinati e complicati.
Siamo il caos non possiamo essere curati.#staydark.
BEATRIZ
Cadice - Spagna
10 anni
Sento lo sportello di un furgone sbattere all'esterno della nostra casa di campagna e sussulto quando vedo mia sorella Anastasya arrampicarsi sul letto per guardare fuori. La vedo sgranare gli occhi mentre osserva la scena sporgendosi sul davanzale della finestra.
Fino a due minuti fa mi stava insegnando a fare le unghie da sola come le ragazze grandi ed ero appena riuscita a capire come usare le tronchesi e l'uncino per le cuticole. Non mi piacciono le distrazioni.
«Smettila di sbirciare Stixy! Sai che la mamma non vuole che ci impicciamo» sbuffo e le sgrullo la maglietta cercando di farla rimettere seduta sul letto, ma non sente ragioni.
«Piantala Trixy! Ho due anni in più di te, quindi posso farlo!» nemmeno si volta a guardarmi e poi in un lampo si precipita sopra di me coprendomi le orecchie.
Stiamo rannicchiate sul letto e la sua fronte inizia a imperlarsi di sudore mentre cerca di soffocarmi con un caldo abbraccio. È pallida e io inizio a tremare dalla paura. Sta accadendo qualcosa.
Sento le urla della mamma e dei passi pesanti avvicinarsi alla porta della cameretta che si apre con forza dopo qualche secondo.
Un uomo magro con una folta chioma scura e una grossa cicatrice sulla guancia si avvicina a mia sorella e la tira per i capelli allontanandola da me.
«Stixy!» urlo. Ma lei mi dice di non muovermi di lì. Non l'ascolto e le vado dietro mentre quell'uomo la trascina via con la forza facendo strisciare le sue gambe sul pavimento.
«Lasciala andare, cabron!» grido con la gola in fiamme mentre giro l'angolo del corridoio che mi conduce al salone. E avrei dovuto dare retta a mia sorella.
Sposto il peso sui piedi per avere una visuale più ampia e trattengo il fiato rimanendo impietrita davanti a quella scena raccapricciante.
Mio padre è immobile e viene trattenuto con forza da due uomini mentre un quarto uomo sta con le braghe calate impegnato a fare affondi su mia madre sotto i nostri sguardi attoniti. Mi sento come se fossi una statua di ghiaccio pronta a sciogliersi sotto una scarica di proiettili incandescenti.
Gli uomini che trattengono mio padre lo sgozzano con un coltello affilato facendo schizzare il sangue fino alla parete, mentre il quarto uomo finisce di fare il porco comodo con la mamma e si tira sui pantaloni. La mamma piange distesa sul pavimento e il quarto uomo viene verso di me. So quello che vuole fare e lo sa anche lei che si alza senza pensarci su due volte e cerca di impedirglielo.
«Lascia stare mia figlia! Ti supplico!» grida. Lui si volta con freddezza, afferra la sua arma da dietro la cintura dei pantaloni e le spara un colpo secco in fronte. La mamma cade atterra con un tonfo così pesante da far tremare il pavimento di tutta la stanza e i miei occhi guizzano da una parte all'altra per poi fermarsi sul tizio che mi ha puntata. Mi mordo il labbro e trattengo il respiro.
Il terzo uomo tiene ferma mia sorella che strilla verso di me incitandomi a scappare ma io, indietreggiando, non vado oltre la veranda esterna.
«Vieni da me, princesa. Ti farò stare bene» mi dice il quarto uomo sollevando gli angoli della bocca mettendo bene in mostra i suoi denti mezzi marci.
Gli altri tre uomini ridono e aspettano impazienti di vedere la scena come lupi affamati. L'eccitazione illumina i loro sguardi languidi mentre io me ne sto ancora immobile a fissare il quarto uomo dritto negli occhi che si sta avvicinando a rilento.
Mi afferra per il colletto del vestitino a fiori e mi scuote facendomi sbattere sul suo petto. Il tintinnio della cintura che si slaccia dai suoi pantaloni mi rimbomba nell'orecchio in un ticchettio fastidioso e inizio a sentire ovattato. Stringo forte i pugni e sento il piccolo uncino per le unghie che tengo ancora in mano conficcarmisi nella carne, ma quando avverto l'alito dell'uomo sulla mia pelle glielo pianto sul collo dalla parte della piccola punta affilata con tutta la forza che ho. E spingo forte, fino in fondo. Sento la scarica di adrenalina scorrere su tutto il mio braccio mentre recido il collo di questo cabron e non ho il minimo rimorso nel farlo.
Credo di aver preso una grossa vena perché il sangue sta schizzando come una fontana sul mio viso. L'uomo si accascia a terra in una pozza di sangue davanti ai miei occhi pieni di lacrime che non riescono a uscire.
«Mierda!! La policia! Toma a la niña grande y vámonos!» merda, la polizia! Prendi la ragazzina grande e andiamocene! Urla quello che ha tagliato la gola a papà mentre il suono delle sirene della polizia si avvicina sempre di più.
«Trixy!» urla Anastasya «Trixy ti ritroverò! Non avere paura, piccola libellula!» le lacrime circondano il suo viso pallido coperto per metà dai suoi lunghi capelli castani. Siamo sempre state così diverse io e lei, sia caratterialmente che esteticamente eppure non siamo mai riuscite a stare lontane per più di un minuto.
La vedo andare via mentre viene trascinata in un grosso furgone bianco. Resto ferma con l'uncino in mano e osservo il mio corpo ricoperto di sangue in questo piccolo spazio fuori alla porta di casa circondata da alberi e prati in fiore. Nulla ha più senso. Vorrei piangere come fa mia sorella per buttare fuori questa orribile sensazione di disgusto che mi annoda lo stomaco. Ma non ci riesco. Dai miei grandi occhi neri non esce nemmeno una lacrima.
Le luci blu lampeggiano davanti casa mentre dal cielo squarciato in due da un tuono iniziano a cadere intensi goccioloni di pioggia.
Ti ritroverò Stixy e ucciderò quei bastardi.
CIAO A TUTTI!
Questo è solo l'inizio, aspettatevi tanta tanta roba.
Vi anticipo che sono conclusi tutti e tre i volumi!
Vi chiedo solo un favore: se trovate errori di qualsiasi tipo grammatica ortografia punteggiatura ecc., segnalatemeli per favore.
Sono una che legge e scrive tantissimo per cui arrivata a un certo punto, mi si incrociano gli occhi. Per quanto cerco di correggere il testo con l'IA, mi sfugge sempre qualcosa.
Siate clementi con me :)
Detto questo, buona lettura.
Baci Baci.
Federica D.
STAI LEGGENDO
𝖂𝖊 𝕬𝖗𝖊 𝕮𝖍𝖆𝖔𝖘 - 𝕬𝖗𝖙𝖊𝖒 - 𝖛𝖔𝖑. 1
عاطفيةArtem è il più piccolo degli uomini Kovalenko, una famiglia russa della Bratva che ora vive in California. La sua vita cambia quando decide di vendicarsi di Elyas Garcia, un giovane motociclista messicano che è diventato il nuovo bullo del campus e...