ARTEM
Oggi
Lancio la bottiglia di vodka addosso al muro che si sfracassa in terra facendo schizzare minuscoli pezzi di vetro sul pavimento.
Prendo a pugni il frigo, il tavolo, qualsiasi cosa che mi capita tra le mani e lancio le sedie di legno lasciando che si schiantino addosso alle pareti.
Sono stato cieco.
Come ho fatto a non vedere, a non capire.
Cieco di rabbia, di gelosia.
Ho pensato a quello che provavo io invece di capire quello che provasse lei.
L'ho lasciata da sola al campus, non l'ho seguita come facevo di solito.
Alys quel giorno mi aveva chiamato singhiozzando e mi sono precipitato da lei. Si è sempre rifiutata di dirmi cosa sia successo ma io lo avevo capito. Sapevo che in qualche modo centrasse Elyas.
Disse che era sparito, ma lo vedevo dai suoi occhi che c'era dell'altro.
E c'era davvero. Elyas non era scappato.
Elyas stava assistendo allo stupro di Bea, mentre io...
Che cazzo facevo io?
E che cazzo sto facendo adesso?
L'ho costretta a entrare dentro a un appartamento con uno sconosciuto che la importunava.
Io e la mia fottuta rabbia del cazzo.
Volevo darle una lezione e invece l'ho fatta a pezzi mentre lei lottava con tutta sé stessa trattenendo quel dolore. Pronunciava quelle parole taglienti come sciabole e percepivo la sua rabbia violenta mentre la sostenevo e l'afferravo per tenerla ferma. Non ho mai sentito nulla di più potente. Ho digrignato i denti fino a quasi sentirli rompersi nella bocca e quando si è accasciata in terra fino a implorare e desiderare la morte, non ci ho visto più. Mi sono odiato.
Me la prendo di nuovo con il muro, ancora e ancora fino a che non vedo le mie nocche sanguinare.
Una videochiamata di Sascia interrompe la lotta che ho con me stesso. Apro il laptop che tengo sul divano e rispondo a quello stronzo di mio fratello che non ha trovato momento migliore per poter rompere i coglioni.
«Fratellino» mi dice, e il suo sguardo scuro già non mi piace «grazie per i documenti di papà e di J.J. Alys mi ha mandato tutto» non mi piace come mi sta guardando.
«Mi hai chiamato per questo?» chiedo accendendo uno spinello cercando di apparire disinvolto, per quanto possibile.
«...ed è riuscita a trovare tutte le informazioni su Beatriz» si blocca e schiva il mio sguardo.
«Ha dato di matto poco fa e mi ha raccontato... Dio, non ne voglio parlare, cazzo!» Rispondo in preda alla collera.
Odio sentire questa fitta nello stomaco. Odio sentire i miei occhi bruciare e questa rabbia ringhiare.
Mi alzo e mi scaglio di nuovo contro il muro.
«Fratello siediti. Adesso!» tuona Sascia dal microfono e torno di fronte a lui.
È l'unico uomo che mi fa fare quello che vuole. Lui comanda, io eseguo. È sempre stato così.
Per quanto io abbia sempre fatto come cazzo mi pare, quando lui usa un certo tono io obbedisco.
È il mio maestro. La mia ancora. Sono devoto a Sascia e sarà sempre così.
Mi passo una mano tra i capelli e scuoto la testa. So che deve dirmi qualcos'altro ma non ho la forza di ascoltare. Non posso. Non ci riesco.
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𝖂𝖊 𝕬𝖗𝖊 𝕮𝖍𝖆𝖔𝖘 - 𝕬𝖗𝖙𝖊𝖒 - 𝖛𝖔𝖑. 1
RomanceArtem è il più piccolo degli uomini Kovalenko, una famiglia russa della Bratva che ora vive in California. La sua vita cambia quando decide di vendicarsi di Elyas Garcia, un giovane motociclista messicano che è diventato il nuovo bullo del campus e...