capitolo 21

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BEATRIZ

Oggi



Mi ha scopata fino a spezzarmi, mi ha ridotta in brandelli e poi ha passato il tempo a curare le mie ferite.

Sono piena di lividi e graffi ma nonostante tutto non mi sono mai sentita così appagata.

Abbiamo passato la notte aggrovigliati nel letto senza mai staccarci l'uno dall'altro eppure sento ancora la sua distanza che mi gela fin sopra la punta dei capelli.

Non ti perdonerò mai. Le sue parole tuonano nel mio cervello.

Odiami, odiami con tutto te stesso.

Vorrei potermi dissetare del suo dolore, strapparglielo di dosso e prendermelo fino a farmene carico per tutta la vita. Basto io per entrambi, lo sopporterei. Quello che non sopporto è questo, averlo di nuovo vicino sapendo che presto mi odierà più di quanto non faccia adesso, e il fatto che non sembra avere il più piccolo rimorso nel gettarmi nella fossa con Jacob, mi manda fuori di testa.

Stiamo tornando a San Diego e visto che oggi è venerdì, sappiamo entrambi cosa significa.

Ho bisogno di darmi una ripulita prima di andare all'appuntamento. Cospargermi di fondotinta forse basterà per togliere i lividi dal mio collo, ma per il labbro spaccato dubito ci sia rimedio.

È una giornata particolarmente calda e la casa di Artem a strapiombo sul mare mi fa venire voglia di gettarmi sotto la scogliera fino ad affogare nell'oceano per poi risalire in superficie. Chissà come sarebbe vivere in questa casa per sempre, lontano dal mondo esterno. Forse qui riuscirei ad annegare i pensieri oscuri che scorrono nella mente e che mi tormentano giorno dopo giorno, senza sosta.

Pensavo che non ce l'avrei più fatta a scoparmi un uomo, ma avrei dovuto sapere che Artem non è un uomo qualsiasi. Lui è in grado di abbattere tutte le mie barriere e crogiolarsi tra le macerie che ha provocato, è fatto così ed è per questo che non sono mai riuscita a farne a meno. Il mio magnete, la mia rovina. Me lo aveva detto la prima volta che ci siamo incontrati.

Mentre ieri mi toccava non ho mai pensato per un solo minuto alle giornate che mi hanno distrutto la vita, nonostante avessi il terrore di rivivere tutto. Niente è riuscito a distogliere i miei pensieri da lui.

Ma lui non mi ha solo scopata, mi ha anche usata per i suoi scopi, proprio come farà oggi.

Ci ha tenuto a farmi sapere che quello di ieri era un furto vero e proprio ai danni di suo padre e ho troppa merda nella testa per pensare a quello che significa. Che sia oggi o domani o tra un mese, presto sapranno tutti che sono viva.

«Dea» mi chiama con voce roca mentre si rigira uno spinello tra le mani sdraiato sul divano «vieni qua».

Mando giù un sorso di birra e allungo il passo per andare da lui.

L'aria è tesa, non mi rivolge parola da questa mattina.

Mi cinge un braccio intorno alla vita e mi strattona facendomi schiantare sopra di lui.

Chiude le palpebre e mi annusa, respira il mio odore come fosse se avesse bisogno della sua dose di droga giornaliera, ma tutto questo mi innervosisce soprattutto perché tra un'ora esatta dovrò andare da Jacob.

Strofina il pollice tratteggiando la striscia violacea sul collo con un luccichio di soddisfazione negli occhi, sta ammirando il suo marchio. Sono sua, ma lui non è più mio da un pezzo.

«Non osare farti toccare da lui» mi ordina con tono deciso continuando ad accarezzarmi la gola.

Appoggio i palmi delle mani sul suo petto nudo e mi sollevo da lui.

𝖂𝖊 𝕬𝖗𝖊 𝕮𝖍𝖆𝖔𝖘 - 𝕬𝖗𝖙𝖊𝖒 - 𝖛𝖔𝖑. 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora