Capitolo 18

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Elisa attira la mia attenzione di nuovo sullo scontro amichevole che nel frattempo è cominciato. «Chi ha fatto la prima mossa?» chiedo sottovoce, temendo di disturbarli.

«Alec.»

Sorrido, non avevo dubbi. Ho notato il lampo di eccitazione nei suoi occhi quando ha posto la sua sfida. Alec ama confrontarsi per migliorarsi, è questo che lo ha portato a iscriversi al Progetto Alexander più che il prestigio in sé stesso. L'ho già visto combattere in accademia e so che è bravo, ma non mi sono mai accorta di quanto lo sia.

Non posso fare a meno di ricordare lo scontro tutt'altro che amichevole che Dimitri ha avuto con il mostro umanoide. Allora il giovane dai capelli dorati che mi ha aiutato si è dimostrato un avversario letale, ora invece sembra più un cortese duellante. Avendolo visto combattere per uccidere, sono meno tesa dei miei compagni nell'assistere allo scontro. Adesso nessuno dei due sta mirando alla morte dell'altro.

Come a volerlo dimostrare a tutti, quando si ritrova con lo spadone di Dimitri alla gola, dopo essere stato disarmato, Alec porta le mani aperte in alto in segno di resa con un sorriso.

«Mi arrendo.» conferma.

Per un secondo sento un brivido freddo scorrermi lungo la spina dorsale, qualcosa in quelle iridi d'ebano si è mosso con un luccichio. Qualcosa di antico che brama sangue e morte. Provo l'impulso di gridare, certa che Dimitri, o la creatura con le sue sembianze, affonderà la lama nella gola del mio amico.

Poi il giovane sorride, un sorriso divertito che non ha nulla di sanguinario, e abbassa la spada annuendo. Mi accorgo che non sono passati più di un paio di secondi, non c'è stato nessun tentennamento in Dimitri. Questo posto mi sta facendo vedere mostri dove non ci sono. Capisco la reazione bellicosa del mio gruppo.

Alec e Dimitri sembrano essersi divertiti, ma lo stesso non posso dire degli altri che sono stati tesi come corde di violino, temendo di vedere da un momento all'altro il nostro amico a terra sanguinante.

A giudicare dal sorriso che aleggia sul volto di entrambi quando hanno terminato, Alec non si è offeso per esser stato battuto, anzi, forse almeno loro due sarebbero andati d'accordo.

Elisa si stacca da me per avvicinarsi ad Alec, tocca a me sorridere quando la vedo porgergli una bottiglietta d'acqua che deve aver tenuto in mano fino a quel momento. C'è una luce rivelatrice in quegli occhi scuri e nel sorriso che rivolge ad Alec. Ridacchio, simulando un colpo di tosse quando sento su di me le occhiate interrogative di Mara.

«Ci stai per un'altra sfida?»

Ci voltiamo tutti, la proposta è venuta proprio da Nick.

Dimitri si volta verso di lui e il ragazzo dalla pelle scura gli mostra i pugnali che intende usare. «Pensi di potercela fare?» chiede Nick.

Il giovane dai capelli dorati sorride. «Forse. A chi devo l'onore?»

«Nick. Ci siamo già presentati.»

«Il tuo vero nome.»

Nick sorride a sua volta. «Nyamekye.»

Per noi risulta impronunciabile come la prima volta in cui lo abbiamo sentito, Nick ha detto che significa "dono di Dio", ma, anche se non con la stessa sicurezza, Dimitri riesce a ripeterlo senza sbagliare un suono guadagnandosi la sua approvazione. «Proviamo.» aggiunge.

Nick lancia un pugnale di prova che Dimitri afferra senza problemi. «Argento?» chiede dopo averlo osservato e glielo rilancia.

Il ragazzo dalla pelle scura annuisce. «La mia famiglia li tramanda da sempre di padre in figlio. Sono le nostre uniche armi. Anche la tua spada è d'argento?»

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