Capitolo 29

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Ci chiniamo tutti sul pontile bottiglie alla mano per riempirle per cui è difficile dire da chi è partita l'idea. All'improvviso mentre stavo riempiendo la seconda bottiglia un getto d'acqua mi colpisce in pieno, pochi secondi dopo tocca a Elisa. Ci alziamo entrambe gocciolanti, ma noi a quanto sembra siamo state le ultime vittime. Tutti i nostri amici sono sul piede di guerra e gocciolanti bottiglia piena alla mano. Ne scaturisce una battaglia all'ultimo sangue, o all'ultima bottiglia, nonostante l'aria invernale. Il legno delle assi di quella specie di pontile scricchiola sotto i nostri piedi mentre ci rincorriamo per rovesciarci l'acqua addosso, incuranti delle voci di Michela e Leonardo che dall'alto ci gridano di smetterla. Sembriamo di nuovo dei normali ragazzi in campeggio.

Nick è il più difficile da lavare, alto e sfuggente com'è, per cui alla fine ci alleiamo passando da un tutti contro tutti a uno strategico tutti contro Nick. Lo placchiamo e mentre la parte maschile della squadra lo costringe a stare fermo in un punto io, Elisa e Linda ci vendichiamo versandogli addosso le nostre tre bottiglie. È una delle poche volte in cui Linda e io siamo dalla stessa parte e almeno dal mio punto di vista è una piacevole sorpresa.

Al termine della battaglia se non altro abbiamo risolto il problema del prurito causato dal sudore accumulato in quei giorni, ma rischiamo di beccarci una polmonite. Ci issiamo gocciolanti e tremanti, ma con un largo sorriso stampato sul viso, con il nostro carico di bottiglie piene sulla riva scoscesa per cambiarci.

Michela e Leonardo ci stanno distanti, ma nessuno di noi ha voglia di sprecare il secondo giro d'acqua su di loro, per dover poi scendere a prenderne ancora. Anche se la tentazione c'è, le due sentinelle si salvano dal bagno improvvisato. Vogliamo solo indossare dei vestiti asciutti al più presto.

Un gruppo di demoni sceglie proprio quel momento per attaccare, abbiamo fatto abbastanza trambusto da aver richiamato cinque di loro e ora il doppio ne sta uscendo dalla protezione degli alberi con le armi sguainate. Forse avrei dovuto dire con i denti e le unghie sguainati, poiché solo due di loro sono umanoidi. Gli altri otto sono ibridi, non c'è un altro modo per definirli.

Michela e Leonardo si fanno avanti per affrontarli e difendere la maggior parte di noi che è ancora mezzo-svestita. A loro due si aggiungono Dimitri e Nick, entrambi ignorano i vestiti fradici per mettere mano alle armi, e Giacomo con la sua ascia.

Mi infilo in fretta la maglietta asciutta dopo aver voltato la schiena agli altri per non sentirmi a disagio, non sono ancora abituata a cambiarmi davanti a tutti, e scorgo l'undicesimo demone. È stato abbastanza intelligente da dividersi dai compagni per prenderci alle spalle. Mi getto sull'arco e la faretra che ho posato in un piccolo cumolo al centro formato dalle altre armi urlando un avvertimento. Non basta, sento la sorpresa e il dolore nella voce di Alec.

Prendo una freccia, la incocco e mi volto verso di lui. Il mostro solitario incombe sul mio amico disarmato, sembra un troll mannaro, sempre che sia possibile un'accoppiata simile. Scocco la freccia contro quell'ammasso di pelo alto due metri.

Alla mia ne seguono altre due permettendomi di ricaricare il mio arco. Il demone ulula muovendosi in avanti e questa volta Alec schiva i suoi artigli, ma è comunque troppo vicino a lui anche se barcollante e temporaneamente distratto. Le nostre frecce non sembrano far altro che innervosirlo e spingerlo a caricare come un toro e sulla traiettoria c'è proprio il nostro amico.

«Alec!» Il grido di Elisa fa in modo che l'attenzione del mostro si concentri su di lei, cambia l'obiettivo dell'attacco che sta per fare. Inquadra la mia migliore amica e sia io sia Linda scagliamo le nostre frecce per distrarlo, ma senza effetto.

Il pugno con cui lo colpisce Alec riporta l'attenzione del troll su di sé, facendogli perdere ogni interesse per il folletto dai capelli corvini. Con un ringhio i suoi artigli si abbattono di nuovo sul primo bersaglio scelto, ferendo il braccio di Alec prima che il ragazzo riesca a spostarsi.

Scaglio un'altra freccia maledicendomi per non avere qualcosa d'argento da lanciargli contro, i dardi normali che lanciamo hanno lo stesso effetto dei moscerini. Con la coda dell'occhio intravedo una figura sfrecciarmi accanto diretta verso Alec e il demone che sta caricando un nuovo attacco. È così indistinta che non lo avrei riconosciuto se non avesse gridato.

«Abbassati!»

Il mio amico obbedisce e il troll si conficca nello spadone alzato di Dimitri urlando al contatto con l'argento della lama che penetra nelle sue carni. Il demone si tira indietro per liberarsi da quel tormento trascinando con sé anche l'arma e il giovane che la impugna finché Alec non unisce la propria resistenza alla sua e la lama si disincastra per effetto delle due forze distinte.

Le narici del mostro si dilatano e la sua attenzione si appunta di nuovo su Alec, è attratto dall'odore del suo sangue e il desiderio di farne scorrere ancora lotta contro l'istinto di fuggire dall'argento. Il primo ha la meglio sul secondo e il troll si fa avanti di nuovo continuando a puntare su Alec. Dimitri mette in mano al mio amico un pacchetto che ha preso dalla piccola borsa appesa alla cintura senza smettere di tenere d'occhio l'avversario.

«Prenditi cura delle ferite prima che s'infettino. A quello ci penso io.»

«Sono solo graffi.» minimizza il ragazzo, anche se lo accetta.

«Anche quelli possono diventare gravi se s'infettano. Con loro non ci si può mai fidare.» ribatte Dimitri, alludendo al troll e agli altri abitanti del recinto.

Alec annuisce. «Grazie.»

Elisa gli si avvicina appena lui si sposta lasciando campo libero a Dimitri. Linda, appena è chiaro che Alec è al sicuro, si volta per andare ad aiutare Michela, Leonardo, Giacomo e Nick come se il troll fosse già sistemato. Mettendo subito fine alla strana alleanza che si è creata fra noi tre. Quanto a me prendo un'altra freccia da incoccare per mirare contro la montagna di peli ancora in piedi, anche se non hanno molto effetto, non ho intenzione di arrendermi.

Elisa medica il braccio di Alec, poi riprende in mano arco e frecce. Guarda me e Dimitri, ma scuoto la testa per cui annuisce e ci volta le spalle per aiutare gli altri. L'argento strappa l'ultimo ululato di dolore al demone, quando la lama trova la strada da sotto la fine della cassa toracica.

Mi volto, ma i miei amici non hanno bisogno d'aiuto. È proprio il caso di dire che i pugnali di Nick hanno fatto morti e dove non è arrivato lui ci hanno pensato le armi degli altri.

Ci riuniamo tutti intorno ad Alec, il braccio destro adesso è coperto da uno strato di garze. Lui restituisce il pacchetto del pronto soccorso a Dimitri. «Grazie.»

Giacomo indica il suo braccio e Alec si ritrova con tutti gli occhi puntati addosso. «Sono solo graffi.» ci assicura, guardo Elisa, che ha avuto modo di vedere bene le ferite, e lei annuisce.

Ci accampiamo nei pressi del fiume, confortati dalla certezza che nel recinto sia compresa una fonte di acqua potabile, ma soprattutto per aver scoperto che è possibile raggiungerla. Alec non è stato l'unico a rimediare dei graffi da quel breve scontro, ma non è nulla di grave. In compenso il fatto ha contribuito a integrare ancora di più Dimitri nel gruppo. Il pacchetto del pronto soccorso che ha prestato, com'è prevedibile, è frutto delle conoscenze di sua madre ed è stato usato anche sulla mia ferita all'avambraccio che si è rimarginata in fretta senza lasciare alcun segno.

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