CAPITOLO 9

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Dopo circa 30 minuti di macchina sulla superstrada che Emma vide dalla terrazza dell'hotel, percorse una stradina che costeggiava tutte spiagge. Lei e Jenna avevano cantato tutto il tempo a squarciagola canzoni risalenti ad inizio anni 2000 che entrambe amavano alla follia, ma una volta in centro urbano decisero di spegnere lo stereo per evitare di attirare troppo l'attenzione con qualche hit di Britney Spears.

Nonostante il periodo non propriamente indicato per farsi un bagno, c'erano delle persone che si godevano il tepore del sole californiano.
Per un attimo, sicura della guida, spostò lo sguardo verso Jenna, la quale aveva il capo poggiato all'indietro e si godeva il dolce vento caldo delle coste.

<<Conosci queste zone? Ti vedo sicura di dove stai andando.>> chiese poi la mora.
Emma sorrise ai dolci ricordi che le sfiorarono la mente.
<<Quando ero più piccola i miei zii avevano una villa in queste zone. Venivo spesso a trascorrere l'estate qui, insieme ai miei cugini. I miei genitori lavoravano e quando potevano ci raggiungevano. Ricordo ancora tutti i momenti trascorsi insieme... Eravamo molto uniti.>> l'ultima parte fece trasparire una malinconia che a Jenna non sfuggì.
<<E poi? Cos'è accaduto?>>
Le labbra di Emma si strinsero e fece un sospiro.
<<Non devi parlarne se non vuoi.>> aggiunse subito Jenna, temendo di aver chiesto troppo.

Le due nel tempo che si conoscevano, avevano parlato di tante cose personali. Ma naturalmente ognuno ha i propri scheletri nell'armadio, da sempre.

<<Dopo la morte di mio zio ci furono delle discussioni familiari che portarono ad una rottura. Oggi le cose si sono più o meno sistemate ma il rapporto non è come prima. Spesso i miei cugini mi chiamano, ma non so mai se pensare al fatto che lo facciano per affetto o per cercare qualcosa in più dalla mia posizione.>> spiegò, accostando su una stradina un po' consumata dall'effetto prolungato della salsedine.
Jenna era così persa nel suo volto mentre parlava, che non si rese conto di essere arrivata su una spiaggia che era più isolata delle altre. Intravedeva degli scogli e delle rocce sul lato, era uno dei limiti costieri. L'acqua era di un colore limpido e la sabbia brillava sotto al sole.
<<Prendiamo un po' d'aria?>> disse Jenna scendendo dalla macchina.
Emma apprezzò che avesse chiuso il discorso e la seguì, raggiungendo insieme metà spiaggia.
Rimasero per alcuni minuti in silenzio, ascoltando il dolce rumore delle onde d'acqua che si infrangevano sulle rive e gli starnazzi dei gabbiani. Risero entrambe nel vedere come uno rubò un pesce appena pescato all'altro.

<<Comunque hai un bel caratterino Ortega, ieri avresti picchiato Georgie a mani basse.>> esordì Emma con un sorrisetto.
<<Si è comportato uno schifo e ti ha parlato in modo sconsiderato. Se non ci fossi stata tu probabilmente lo avrei conciato male.>> Rispose Jenna sorridendo soddisfatta.
<<Beh allora grazie per avermi difeso, mio cavaliere.>> disse alludendo alla sua espressione precedente.
<<Non c'è di che, mia signorina.>> risposte la mora facendo un finto inchino che fece ridere entrambe.

Un'ombra fece capolino coprendo il sole per un attimo, rendendo l'aria più fredda.
<<Sei preoccupata?>> chiese Emma dopo un po', tornando seria.
<<Molto.>> rispose l'altra sospirando <<Il fatto che la serie abbia avuto successo non comporta la sua immunità. Sai benissimo cosa accadrebbe se determinate informazioni legali venissero fuori, Netflix non si fa problemi a cancellare programmi nel giro di due minuti. Ed io ... ho paura.>>
La ragazza dagli occhi del mare si girò verso di lei. Jenna aveva lo sguardo fermo in basso.

<<Sai, spesso desidero che tutta questa pressione sparisca. Spesso desidero tornare ad essere una ragazza normale, che non deve temere di camminare per strada senza essere circondata da paparazzi che ti sparano un flash in faccia o che non debba rispettare milioni di aspettative inutili.>> chiuse gli occhi per un attimo e fece qualche passo verso il mare. Emma rimase in silenzio, in attesa che continuasse. <<Ma poi, penso al fatto che ho realizzato il mio sogno, che sto facendo quello che volevo fare fin da piccola e non voglio che nessuno mi tolga questa favola. So che può sembrare egoista ma io... ho desiderato tanto tutto questo.>>
Il sole tornò a coprire fieramente la superficie terrestre, illuminando gli occhi velati di lacrime della ragazza.

<<Jenna tu non sei egoista, stai soltanto realizzando i tuoi sogni e ti meriti tutto quello che hai. Sei incredibilmente talentuosa ed io penso che tu sia stupenda. Ti prego, non pensare che tu stia sbagliando.>> Emma la raggiunse, rimanendo poco più dietro di lei. Le carezzò la schiena e si girò verso il mare, dopo poco sentì la ragazza girarsi ed abbracciarla fortissimo.

Il suo cuore iniziò a battere ad una velocità incredibile. Il profumo di Jenna le riempì le narici e spontaneamente avvolse le braccia intorno a lei.
Jenna le sussurrò qualcosa, che però lei non capì. Allentò la presa permettendole di parlare.
<<Grazie, Emm.>> disse la mora, guardandola negli occhi.

I loro volti erano estremamente vicini, tanto che potevano sentire i loro respiri che si facevano sempre più veloci.
Emma deglutì e non resistette alla tentazione di spostare il suo sguardo sulle sue labbra. Sentì le mani di Jenna stringerle il tessuto della maglia, come se anche lei stesse tenendo a freno qualcosa dentro di lei.
La tensione era a mille.

Jenna passò la lingua tra le labbra e le schiuse, mantenendo il contatto visivo con quegli occhi che erano più belli del mare che avevano davanti.
La voglia di assaggiare quelle labbra era così alta, come se ci fosse un desiderio carnale mai soddisfatto prima e che necessitava di essere portato a termine.

Tutto intorno sparì, diventando semplicemente sabbia. Neanche il vento toccava più i loro corpi, il sole era semplicemente uno scudo e il suono delle onde era lontano.

Emma fece scivolare la sua mano sulla guancia della ragazza, che vi si lasciò coccolare delicatamente, chiudendo gli occhi.

D'improvviso un telefono squillo e vennero scaraventate sul pianeta terra nuovamente. Si allontanarono di scatto e i loro sguardi vagavano altrove, cercando il maledetto aggeggio elettronico che aveva interrotto tutto.
Emma alzò lo sguardo verso Jenna che prese il telefono dalla tasca <<È Hunter.>>
Rispose.
Emma la guardava enigmatica, spostando lo guardo tra lei e il telefono che aveva vicino l'orecchio.
<<Cosa? Non puoi semplicemente dirmelo? Va bene, stiamo rientrando.>>
Attaccò il telefono e lo rimise in tasca.
<<Ci sono novità, dobbiamo tornare in albergo.>>

Si diressero in silenzio verso l'auto. Questa volta nessuno aprì la porta a nessuno, niente musica, niente chiacchiere.

C'era solo una strana tensione...

I WISH I HAVE YOU - Jenna and EmmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora