BECOMES SLOW

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«Nella musica ritrovavo le parole che nessuna aveva il coraggio di rivolgermi»

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«Nella musica ritrovavo le parole che nessuna aveva il coraggio di rivolgermi»

L'anima di Orfeo, piuttosto, mi era familiare come un vecchio amico ritrovato, un piccolo bagliore luminoso che si stagliava nel vasto firmamento delle vite umane.

L'avevo osservato crescere nel corso degli anni, un tenero bambino con occhi che brillavano di innocenza e guance rosee come petali di rosa. La sua dolcezza era tangibile, ma anche la sua battaglia interiore traspariva da quegli occhi vivaci.

Fin da quando era un bambino, Orfeo aveva dovuto affrontare le beffe e le derisioni dei suoi coetanei. I sussurri maliziosi e le risate soffocate erano diventati il sottofondo costante della sua infanzia, e lui, nel tentativo di trovare una via d'uscita, si era trovato coinvolto in una lotta interna contro il suo stesso corpo.

Osservavo con compassione le sue continue lotte interiori, i momenti in cui cercava di resistere, di dimostrare a se stesso e al mondo che poteva cambiare, che poteva essere diverso.

Incertezza e tormento si riflettevano nei suoi occhi mentre combatteva con la sua relazione conflittuale con il cibo. Alcuni giorni, lo vedevo resistere alla tentazione del cibo, lottando contro la fame che gli stringeva lo stomaco, mentre in altri cedeva alla disperazione, cercando conforto nel cibo fino a quando non si sentiva sopraffatto dal senso di colpa.

Con il passare del tempo, Orfeo si chiudeva sempre di più in sé stesso, trovando rifugio nel suo mondo interiore dove la musica diventava la sua unica fuga. Con le sue mani morbide accarezzava le corde di un vecchio liuto, estratto con nostalgia dalla soffitta di casa. Ogni nota che emetteva diventava un rifugio sicuro, un luogo dove le parole crudeli non potevano penetrare.

Nonostante la sua passione per la musica e i suoi sogni di un futuro migliore, il dolore e la vergogna lo tormentavano costantemente. Ogni risata, ogni sguardo sprezzante, ogni momento di solitudine sembrava aggiungere un peso insopportabile sulle sue spalle già affaticate.

Un giorno, la sua lotta divenne troppo grande per lui da sopportare da solo.

Il dolore, sia fisico che emotivo, lo sommerse come un'onda gigantesca, trascinandolo sempre più in basso fino a un punto di non ritorno. E in quel momento di disperazione, mi avvicinai a lui.

Orfeo mi guardò con occhi ancora lucidi di lacrime, e in quella sua espressione c'era una tristezza così profonda, una solitudine così tangibile che mi spezzò il cuore.

Ma c'era anche una spruzzata di speranza, un desiderio di trovare un luogo migliore, lontano dal giudizio e dalla crudeltà.

Mentre lo avvolgevo in un abbraccio compassionevole, sapevo che la sua anima avrebbe finalmente trovato la pace che tanto desiderava.

Anche se il mondo non avrebbe mai compreso appieno la sua battaglia interiore, la sua storia, sapevo che avrebbe trovato conforto in un luogo dove la musica avrebbe risuonato per sempre, libero da giudizi e pregiudizi, portando con sé la sua anima tormentata verso un destino di serenità eterna.


♪|Fat Funny Friend - Maddie Zahm

Il narratore di suicidiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora