FOR A SECOND.

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«Le calorie e gli specchi sono la mia più grande paura»

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«Le calorie e gli specchi sono la mia più grande paura»

Nel vortice degli ideali inarrivabili, tra le onde irrequiete dell'adolescenza, si trovava Cayden, un giovane di sedici anni intrappolato nella rete dei suoi stessi sogni infranti e insicurezze dilanianti.

Fin dalla più tenera età, aveva lottato con la percezione di sé stesso, con il desiderio bruciante di essere accettato e amato come gli altri, di appartenere a quel mondo dorato che sembrava così lontano dalla sua realtà.

La sua battaglia iniziò con innocenti riflessioni davanti allo specchio, con il confronto costante con le immagini ideali proiettate dai media e dai suoi coetanei. Voleva essere atletico, forte, bello come gli altri ragazzi della sua età. Ma nel tentativo di realizzare quegli ideali irraggiungibili, si perse lungo la strada della disperazione e dell'autodistruzione.

Il suo disturbo alimentare era come un mostro nascosto nell'ombra, un'ombra che si allungava sempre di più su di lui mentre lottava per mantenere il controllo della sua vita.

All'inizio, sembrava solo una semplice dieta, un modo per perdere quei pochi chili in più e raggiungere la perfezione tanto desiderata.

Ma ben presto, la dieta si trasformò in un'ossessione, e l'ossessione divenne una prigione dalla quale non riusciva più a fuggire.

Cayden si rinchiudeva nella solitudine della sua mente, contando ogni caloria, pesando ogni boccone con un senso di terrore e disgusto che gli strappava l'anima. La sua fame era insaziabile, una fame che non poteva essere placata con cibo, ma solo con il vuoto sempre più profondo che si insinuava dentro di lui.

E così, giorno dopo giorno, il suo corpo si trasformava, diventando sempre più magro e fragile, mentre il suo cuore batteva sempre più debolmente sotto il peso delle sue stesse ossessioni.

Il riflesso nello specchio non era mai abbastanza magro, mai abbastanza perfetto per soddisfare il suo desiderio insaziabile di perfezione.

Una notte, mentre giaceva nel buio della sua stanza, circondato dal silenzio spezzato solo dal lontano cinguettio di un uccello notturno, la figura di sua madre apparve nell'apertura della porta. La luce fioca del corridoio filtrava attraverso la fessura, illuminando il suo viso preoccupato.

«Cayden, amore mio, sei sveglio?» chiese con voce dolce, facendo un passo cautamente dentro la stanza.

Cayden si girò lentamente verso di lei, i suoi occhi sfuggenti rivelando il tormento che lo consumava dall'interno.

«Sì, mamma, non riesco a dormire», rispose con voce fioca, cercando di nascondere la tempesta che infuriava dentro di lui.

La madre si avvicinò al suo letto con passo leggero, sedendosi accanto a lui con una mano che gli accarezzava delicatamente i capelli.

«Cos'è che ti preoccupa così tanto, tesoro?» chiese con preoccupazione, cercando di penetrare nel muro di silenzio che lo separava da lei.

Cayden rimase in silenzio per un momento, le parole bloccate nella sua gola come un nodo che gli stringeva il petto. Poi, con un sospiro pesante, si lasciò andare, raccontando alla madre dei suoi incubi e delle sue paure, delle voci che lo sussurravano nel buio e delle catene invisibili che lo tenevano prigioniero.

La madre lo ascoltò con il cuore spezzato, le lacrime brillando nei suoi occhi mentre sentiva il dolore di suo figlio come se fosse il suo stesso. «Tesoro, non sei solo in questo» sussurrò, stringendolo con affetto contro di sé.

«Sono qui per te, sempre. E insieme affronteremo questo dolore, te lo prometto».

Ma nonostante le sue promesse e il suo amore incondizionato, il destino di Cayden era già stato sigillato.

Il suo corpo, sempre più debole sotto il peso delle sue ossessioni, non riuscì a sopportare il carico e si arrese sotto il peso dell'eccesso.

La madre, svegliata dal silenzio assordante della sua stanza, irruppe nella sua stanza troppo tardi, solo per trovarlo immobile sul letto, il suo volto pallido come la luna che splendeva attraverso la finestra socchiusa.

Ora, mentre le lacrime silenziose della madre bagnavano il volto freddo di suo figlio, io, la Morte, osservavo in silenzio il tragico epilogo di una vita spezzata troppo presto. Cayden, una volta un ragazzo promettente, era diventato vittima delle sue stesse insicurezze, una vittima delle pressioni implacabili della società che lo circondava.

Che il suo spirito possa finalmente trovare la pace che tanto bramava, libera dalle catene che lo hanno tenuto prigioniero per così tanto tempo. Che possa trovare la libertà che non è mai riuscito a trovare in vita.

♪|La ragazza nello specchio - Lowlow, luna

Il narratore di suicidiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora