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«Ho preso un 7

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«Ho preso un 7... dio, faccio schifo»

L'anima di Eros era un fragile cristallo, tempestata dalle pressioni implacabili del mondo circostante.

Quattordici anni di vita, ma già un peso insopportabile sulle sue giovani spalle, un peso che lo trascinava sempre più giù in un abisso di disperazione e autodistruzione.

La scuola, il giudizio implacabile dei suoi insegnanti, il timore costante di deludere i suoi genitori: tutto questo era diventato un incubo che lo perseguitava giorno e notte.

Fin dall'infanzia, Eros era stato un ragazzo diligente e intelligente, con un'inclinazione naturale per l'apprendimento e il successo accademico.

I suoi genitori, desiderosi di vedere il loro figlio eccellere, avevano instillato in lui fin da piccolo l'importanza della perfezione e dell'eccellenza.

E così, fin dai primi anni di scuola, Eros si era trovato immerso in un turbine di aspettative e responsabilità, costretto a mantenere uno standard sempre più alto per sé stesso.

Ma la perfezione è un obiettivo irraggiungibile, una chimera sfuggente che si dissolve nel vuoto ogni volta che cerchiamo di afferrarla.

Eros, pur facendo del suo meglio per accontentare tutti intorno a lui, si sentiva costantemente inadeguato e insoddisfatto.

Ogni voto non perfetto, ogni errore commesso, era un pugno al cuore, una conferma della sua incapacità di essere all'altezza delle aspettative altrui.

La scuola, un luogo che dovrebbe essere un rifugio di apprendimento e crescita, era diventata per Eros una prigione mentale, un campo di battaglia dove doveva combattere ogni giorno per sopravvivere.

Le pressioni degli esami, la competizione con i compagni di classe, il giudizio costante degli insegnanti: tutto questo era diventato un peso insostenibile per lui, che si sentiva sempre più soffocare sotto il peso delle aspettative altrui.

Eros si trovava costantemente in balia di ansie e paure, tormentato dalla paura di deludere coloro che amava di più.

Ogni voto meno che perfetto era un colpo alla sua autostima fragile, un segno indelebile della sua presunta incompetenza.

E così, invece di affrontare i suoi demoni e cercare aiuto, Eros si ritirava sempre più in sè stesso, isolandosi dal mondo esterno e chiudendosi in una prigione di solitudine e disperazione.

La sua mente era una giungla oscura, popolata da demoni invisibili che lo spingevano sempre più vicino al baratro dell'autodistruzione.

Le sue giornate erano un'agonia senza fine, un ciclo interminabile di studio e ansia, mentre il peso delle sue aspettative lo schiacciava sempre di più.

Eros si sentiva come un prigioniero in una gabbia d'oro, circondato da lusso e privilegi ma incapace di trovare la felicità e la pace interiore che tanto bramava.

Il giorno in cui Eros prese la sua decisione finale, non c'era nulla di straordinario nell'aria.

Era una giornata come tante altre, con il sole che splendeva alto nel cielo e il suono allegro delle voci dei suoi compagni di classe che riempiva l'aria.

Ma dentro di sé, Eros sentiva una tempesta che si avvicinava, un turbine di disperazione e angoscia che minacciava di inghiottirlo interamente.

Quando si alzò quella mattina e si guardò allo specchio, vide solo lo sguardo vuoto di un ragazzo che si sentiva perso e solo.

Il peso delle sue aspettative era diventato insostenibile, il dolore di deludere coloro che amava di più era diventato troppo da sopportare.

E così, senza dire una parola a nessuno, senza lasciare alcun indizio del suo intento, Eros prese una decisione che avrebbe cambiato il corso della sua vita per sempre.

Il suo corpo fu trovato poche ore dopo, appeso a una corda nel suo armadio, come un angelo caduto dal cielo.

La morte di Eros non fu solo una tragedia personale, ma un grido disperato di aiuto che nessuno era riuscito ad udire in tempo. La sua storia, come tante altre storie di giovani perduti troppo presto, è un monito per tutti noi, una lezione dolorosa sull'importanza di ascoltare e tendere una mano a coloro che sono in difficoltà.

Eros, un ragazzo di quattordici anni che ha scelto di morire per colpa della scuola e dei voti, è diventato un simbolo della fragilità della nostra gioventù, una voce che grida nell'oscurità in cerca di conforto e speranza.

♪|Sogni appesi - Ultimo

Il narratore di suicidiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora