AND YOUR LUNGS

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«Gli Dèi avevano contemplato la mia felicità, lavevano invidiata e distrutta»

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«Gli Dèi avevano contemplato la mia felicità, lavevano invidiata e distrutta»

Poi cera Layma.

La sua anima, un tempo un caleidoscopio di gioia e vitalità, era diventata una melodia malinconica, un'eco lontana di ciò che un tempo era stata. Layma era una giovane di diciassette anni, con un viso ancora permeato dall'innocenza dell'adolescenza.

Il suo sorriso, che una volta illuminava le giornate, ora si era affievolito in una smorfia triste, e gli occhi che un tempo brillavano di speranza ora riflettevano solo dolore e tristezza. Amava la sua vita, un tempo, una vita fatta di momenti spensierati e promesse di un futuro luminoso, ma ora quella vitalità era stata spezzata, sostituita da una pesantezza che sembrava non poter mai dissolversi.

Le sue giornate, che prima erano scandite dai suoni delle risate con le amiche e dalle lunghe passeggiate senza meta, erano diventate monotonamente vuote. Il riverbero delle risate era stato soffocato dal silenzio, e le sue passeggiare non erano più un rifugio, ma un tormento, un costante ricordo di ciò che era stato strappato via da lei.

Le serate, che un tempo erano piene di luce e di suoni allegri, ora si erano trasformate in incubi oscuri, in cui Layma lottava con il suo dolore e la sua angoscia, cercando disperatamente di trovare un po' di pace in un mondo diventato improvvisamente ostile.

E poi quella notte.

Quella fredda notte d'inverno che aveva segnato una svolta irreversibile nella vita di Layma. Tornava a casa, ignara delle ombre che si nascondevano tra le strade illuminate, e fu lì che tutto cambiò. Un vecchio, un estraneo dalle intenzioni oscure, si era avvicinato a lei, strappandole via l'innocenza con una brutalità che la lasciò senza fiato.

Le mani crudeli e gli sguardi lussuriosi si erano insinuati nella sua vita come un veleno, avvelenando ogni cosa bella e pura che Layma aveva conosciuto.

Il ricordo di quella notte funesta si era insinuato nella sua mente come una lama affilata, tagliando via ogni speranza, ogni illusione di sicurezza.

Il dolore, crudele e implacabile, si era impadronito di lei, avvolgendola in un'oscurità così densa da sembrare insormontabile.

Gli sguardi vuoti, il distacco dagli amici, la fuga dalla vita che tanto amava: tutto questo era diventato parte di Layma, una parte che non avrebbe mai potuto lasciarsi alle spalle.

E così, un giorno, Layma decise che non poteva più sopportare tutto questo.

Il dolore era diventato insostenibile, il peso delle sue sofferenze troppo grande da portare.

La giovane ragazza, che un tempo irradiava vita e gioia, si spense come una candela al vento, lasciando dietro di sé solo il vuoto e il silenzio.

♪|Caramelle - Pierdavide Carone, Dear Jack

Il narratore di suicidiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora