«Devo solo aspettare e forse tutto passerà»
Tra le tante anime che ho visto passare, c'è una che ha lasciato un'impronta indelebile nella mia memoria.
Si chiamava Alioth, un ragazzo di soli dodici anni, ma il peso dei suoi ricordi sembrava troppo grande per le sue giovani spalle. La sua storia è una di dolore e di lotta, una storia di una giovinezza spezzata prima ancora di poter fiorire.
Alioth non è stato mai un bambino come gli altri.
Sin dalla sua nascita, è stato testimone di un ambiente familiare segnato dalla violenza e dall'abuso: le urla e i pianti hanno fatto eco nelle stanze della sua infanzia, mentre lui cercava di nascondersi nei recessi più bui della sua mente.
Suo padre, un uomo dalla mano pesante e dal cuore freddo, era diventato un incubo che lo tormentava giorno e notte.
Non c'era alcun rifugio per Alioth, nessun posto dove poter trovare sicurezza e conforto. La sua vita era diventata un labirinto oscuro, dove ogni angolo nascondeva nuovi orrori da affrontare.
Ma nonostante tutto, Alioth aveva una forza interiore che bruciava come una fiamma tenace nel suo petto. Una determinazione silenziosa che lo spingeva a lottare per la sua stessa sopravvivenza, nonostante le avversità che lo circondavano.
Tuttavia, c'è un limite a quanto una persona può sopportare, e per Alioth quel limite si stava avvicinando sempre di più.
Ogni giorno diventava una lotta contro i demoni del passato, una battaglia che sembrava non avere mai fine.
E così, quando ha visto un raggio di luce nella forma di una dose letale di pillole, ha deciso che era finalmente giunto il momento di liberarsi dal peso opprimente dei suoi ricordi.
Il giorno della sua partenza era come qualsiasi altro giorno. Il sole splendeva alto nel cielo, mentre Alioth si aggirava silenziosamente per la casa, cercando di non fare rumore.
Suo padre era uscito per un po', lasciandolo solo con i suoi pensieri e le sue paure. E mentre il ticchettio dell'orologio scandiva il passare del tempo, Alioth ha preso la sua decisione finale.
Si è seduto sul bordo del letto, una piccola scatola di pillole tra le mani tremanti.
Il suo cuore batteva forte nel petto mentre contemplava il suo destino. «Non posso più sopportare questo dolore» sussurrò a sé stesso, le lacrime rigavano il suo viso pallido. «Non voglio più essere prigioniero dei miei ricordi. Voglio solo trovare la pace».
E così, senza esitazione, ha preso le pillole e le ha inghiottite una dopo l'altra, sentendo il loro amaro sapore riempire la sua bocca. Ha chiuso gli occhi e ha lasciato che il sonno lo avvolgesse come una morbida coperta, portandolo via verso l'oblio tanto desiderato.
Quando suo padre è tornato a casa, ha trovato il corpo senza vita di Alioth disteso sul letto, il volto sereno come se finalmente avesse trovato la pace che tanto bramava.
Le sue lacrime silenziose sono cadute come pioggia sui suoi occhi chiusi, mentre si chinava su di lui, troppo tardi per salvare il figlio che aveva perso.
E così, mentre la sua anima si allontanava da questo mondo crudele, Alioth ha trovato finalmente la liberazione dai demoni del suo passato. La sua giovinezza spezzata sarà per sempre ricordata come una tragedia che avrebbe potuto essere evitata, ma che ha portato con sé una lezione dolorosa sulla fragilità della vita umana e sul potere devastante dell'abuso e della violenza.
♪|Lettera a mio padre - Ermal Meta
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Il narratore di suicidi
Non-Fiction⚠️| Questa storia tratta di tematiche delicate come: autolesionismo, disturbi alimentari, disturbi post-traumatici, disturbi psicotici, stupro, violenza su minori, abusi e tanto altro ancora. Se siete sensibili a queste tematiche, non siete obbligat...