«Perché il buio faceva meno paura quando non aveva una bottiglia tra le mani»
Zefiro, l'anima tormentata che si stagliava come un cigno gracile in mezzo a una tempesta implacabile, era una figura di struggente bellezza e dolore intrecciati.
Il suo aspetto, un tempo radioso di giovinezza e promesse, era ormai offuscato da una patina di tristezza e paura, dipinta dalle ferite dell'anima che avevano lasciato segni indelebili. Ogni linea sul suo viso raccontava una storia di tormento e di lotte silenziose, di sogni infranti e di speranze disperse nel vento.
Le ali che avrebbero dovuto portarlo verso orizzonti luminosi e nuove scoperte pendevano ora pesantemente ai suoi lati, intrappolate nella rete di dolore e sofferenza che lo aveva avvolto fin dalla sua giovinezza.
Gli occhi, un tempo vivaci fari di curiosità e vitalità, erano diventati finestre opache su un'anima consumata dal dolore, offuscata dalle ombre di un passato segnato da violenza e abusi, perpetrati da chi avrebbe dovuto essere il suo baluardo di protezione.
Il cuore di Zefiro, purtroppo, era un campo di battaglia costante, dove ogni giorno doveva combattere per sopravvivere, per trovare un barlume di speranza in un mondo avvolto dall'oscurità. Ogni risveglio portava con sé il peso insopportabile del passato, ogni passo era una marcia dolorosa attraverso il labirinto della sua mente tormentata.
Ma anche le anime più forti hanno i loro punti di rottura, e per Zefiro quel punto giunse in un giorno di disperazione estrema, quando le catene del suo dolore diventarono insostenibili da sopportare.
Con un gesto di estrema disperazione, Zefiro afferrò la bottiglia di vetro, simbolo mutevole delle lunghe notti di terrore e abuso, e la trasformò in un'arma contro il suo aguzzino.
Il suono assordante del vetro infranto fu seguito da un silenzio pesante, carico di significati più profondi di qualsiasi parola potesse esprimere.
Per Zefiro, quel silenzio rappresentava il confine tra il passato e il futuro, tra la prigione dell'abuso e la libertà che aveva tanto bramato. Ma con la fine di quel silenzio arrivò anche la consapevolezza devastante di ciò che aveva fatto, del peso incolmabile del suo gesto irrevocabile.
E così, nell'abisso della sua disperazione, Zefiro prese una decisione che avrebbe sconvolto chiunque avesse conosciuto la sua anima pura e tormentata. In un atto di estrema angoscia, cercò la pace definitiva, sperando di trovare riposo oltre il velo della vita.
È in momenti come questi che io, un'entità senza volto ma carica di compassione, intervengo per raccogliere le anime spezzate e portarle oltre il confine della vita terrena.
E, mentre l'anima di Zefiro si unisce al coro delle altre anime che ho incontrato nel mio eterno viaggio, posso percepire la sua sete di pace e la speranza di trovare finalmente quel luogo sereno lontano dalle tempeste che avevano segnato la sua breve esistenza.
♪|Autodistruttivo-La Sad
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Il narratore di suicidi
Non-Fiction⚠️| Questa storia tratta di tematiche delicate come: autolesionismo, disturbi alimentari, disturbi post-traumatici, disturbi psicotici, stupro, violenza su minori, abusi e tanto altro ancora. Se siete sensibili a queste tematiche, non siete obbligat...