Capitolo 20

75 8 2
                                    

Mancano 7 giorni all'ultima prova.

JENNIE

Mio nonno ha visto il succhiotto.

Avevo la sensazione che lo avesse fatto, ma odio davvero il modo in cui avevo ragione. Grazie a Dio non ha chiesto altro. Ero così vicina ad ammettere chi me lo aveva fatto.

Dopo aver cenato ieri sera, è rimasto ancora qualche minuto prima di tornare a casa. Abbiamo parlato del caso e di altre cose casuali. 

Inoltre, Manoban tornerà a casa sua. Mentirei se dicessi che non me lo aspettavo, ma l'incidente che le è accaduto durante la detenzione ha sicuramente provocato ai suoi genitori un alto livello di preoccupazione da non volere vedere di nuovo la loro figlia in quel modo. Voglio dire, dopotutto è la loro unica figlia.

Ho controllato il telefono per vedere chi è il numero sconosciuto che mi chiama ininterrottamente. Non sono riuscita a riconoscere il numero. Potrebbe essere Manoban visto che è riuscita a chiamarmi prima.

Ho deciso di dare al chiamante un messaggio dicendo:

Ciao chi è che chiama?

Tutto quello che resta da fare è aspettare che risponda. Non importa chi fosse. È passato un minuto e il mio telefono ha iniziato a squillare. È un altro numero che non sono riuscito a riconoscere. Perché mi sento una celebrità appena entrata nello scandalo e bombardata dai media?

Ho comunque risposto alla chiamata "Pronto?"

"Kim, ciao." Oh, è lei, va bene.

"Cosa vuoi?" Ho risposto pigramente. Mi sono appena svegliata e mi sento davvero stanca ma indovina chi mi chiama alle 9 del mattino?

"Puoi venire a trovarmi oggi? Mi sento un..."

"NO." Ho terminato la chiamata e ho gettato il telefono sul letto. Non ho intenzione di giocare con lei la mattina, specialmente con i capelli scompigliati dal letto e la bava sulla bocca.

Qual è il suo problema? Davvero non la capisco. Primo mi ha baciato come se non ci fosse un domani. Secondo, non riusciva a smettere di definirmi attraente. Terzo, si sta sentendo troppo a suo agio nel 'flirtare' con me e non so se sia una buona cosa o no.

Crisi della sessualità.

No, questa non è sicuramente una crisi sessuale. È davvero una cosa seria? Sicuramente no. Almeno non per me.

Il mio telefono ha ricominciato a squillare e ho esitato se rispondere o meno. Sono ancora un po' arrabbiata per come mi ha trattato ieri. Come se fossi io a darle fastidio.

E per la cronaca, ci tengo davvero a lei. Non in quel modo, ma come persona, giuro su Dio che ci tengo a lei. Ha visto la mia faccia quando l'ho vista a terra con la faccia sul pavimento e coperta di sangue? Ho quasi avuto un attacco di panico proprio in quel momento. Essere preoccupati per la sua mano è normale, soprattutto quando si tratta di sangue.

Ancora non so cosa le sia successo.

Alzando gli occhi al cielo, ho risposto alla chiamata. "Manoban, puoi darmi almeno un giorno per riposare? Ne ho davvero bisogno."

"Va bene, ma prima di riattaccare vorrei dirti una cosa importante." Ha subito detto "Non me l'hai lasciato dire ieri, quindi lo dirò adesso. Mi dispiace per quello che ho detto. Ero arrabbiata con me stessa, ma per sbaglio mi sono sfogata su di te e non intendevo quello che ho detto. Capisco se rimarrai arrabbiata con me per sempre, me lo merito." La sua voce era sincera per la prima volta e mi fa venire i brividi.

Sembrava davvero... triste.

"Farò di tutto per guadagnarmi il tuo perdono, da quel momento in poi non ti disturberò più. Non flirterò più con te. Farò di tutto..."

LAW and ORDERDove le storie prendono vita. Scoprilo ora