Capitolo 12

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Jennie arrivò al centro di detenzione nel giro di 20 minuti e si diresse direttamente nella cella di Lisa, dove l'attendevano 2 poliziotti. Non le importava della loro presenza e con semplicità chiese di aprire la porta della cella.

La bruna fu accolta dal silenzio, notò una figura addormentata sul materasso. Lisa stava ancora dormendo poichè non aspettava la visita di nessuno.

Jennie si avvicinò a lei, dandole una spintarella al braccio con il piede "Se non apri gli occhi adesso, non ti sveglierai mai più." Disse ad alta voce, assicurandosi che Lisa potesse sentirlo.

Quando la donna addormentata non fece alcun movimento, Jennie si sporse e le tappò il naso con le dita. Ha aspettato finché Lisa non ha iniziato a tossire mentre muoveva i piedi in modo incontrollabile. Lisa le diede una pacca sulla mano, aprendo finalmente gli occhi.

"Merda" imprecò Lisa mentre ansimava per respirare. Si sedette con la mano sul petto mentre guardava il colpevole che l'ha quasi uccisa. "Che diavolo era quello?!"

Jennie alzò le sopracciglia e gettò il foglio in grembo a Lisa "Spiegami questo" incrociò le braccia.

Lisa guarda il foglio "Cosa dovrei fare con questo?" Lei chiese.

"Leggilo."

La donna più giovane legge la lettera e fa una piccola risata, confondendo Jennie nel processo.

"Cosa c'è di così divertente?"

Lisa scosse la testa ed espirò "L'ha fatto davvero" ha detto con un sorriso sul viso. "Beh, sembra che il mio desiderio sia stato esaudito." Strizzò l'occhio scherzosamente a Jennie.

Jennie iniziò ad arrabbiarsi. "Non ho idea di quale magia nera tu abbia fatto, ma come diavolo hai fatto a coinvolgere il presidente in tutto questo?"

Lisa si alzò e si diresse verso il lavandino "L'ho pagato con un bel po' di soldi." Lei risponde e si lavò la faccia.

"Come se ti credessi." Disse la bruna.

Colei dai capelli neri rise "Perché no?" Guarda il pubblico ministero con una faccia divertita. "È perché pensi che io sia al verde? Ah, fa male." Si mette una mano sul petto.

"Basta con queste stronzate, Manoban." Jennie osserva Lisa che si asciuga il viso con un asciugamano "Dimmi la verità, altrimenti non parteciperò al processo"

Lisa lancia un'occhiata a Jennie "Certo, allora cercherò altri avvocati." Le sorride, irritando ancora di più il pubblico ministero.

"Sei così dannatamente fastidiosa, spero che tu lo sappia."

La donna più giovane ridacchia "Me lo hanno detto tante volte" risponde "Ma va bene, siediti. Te lo dico."

Jennie alza gli occhi al cielo e si siede sullo sgabello.

Lisa si sedette sul letto, di fronte a Jennie "Sento che non mi crederai, però." Lei disse.

"Perché non dovrei?"

"Perché è incredibile."

"Non mi interessa, solo dim...."

"Marco è mio padre."

C'è un lungo silenzio. Le due si fissarono a lungo negli occhi prima che Jennie rompesse lo sguardo e scuotesse la testa.

"Vedi? Non mi credi" Lisa mette il broncio e incrocia le braccia. "Perché mi sono preso la briga di dirtelo?"

"Non è possibile..." mormora Jennie "Se sei sua figlia, come mai nessuno lo sa?" Lei chiese.

Lisa sospira "È il mio patrigno e nessuno sa che ha una figlia" Lei rispose "Sto usando il cognome di mia madre per mantenere un profilo basso, soprattutto adesso"

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