chapter eight [Selene]

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8. CAMBIO TAGLIO DI CAPELLI

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Alla fine quel barboncino ci aveva aiutati davvero. Con i soldi della restituzione avevamo comprato quattro biglietti per l'ovest e ora stavamo comodamente seduti su dei sedili foderati. Il treno non era mai stato tra i miei mezzi di trasporto preferiti, l'ultima volta che ci ero salita una specie di mega iguana aveva attaccato me e mia madre e da allora ho il trauma dei treni...e anche delle iguane.
Mi ero seduta accanto al finestrino per guardare il paesaggio ma era servito a poco dato che ci avevo messo cinque minuti per addormentarmi profondamente.

~•~

Mi trovavo a New York, per la precisione in un hotel di lusso che però sembrava vuoto, riconobbi le strade, i palazzi e perfino qualche persona intorno a me. Tutto sembrava nell'ordinario se non fosse che i ragazzi che avevo riconosciuto accanto a me erano Perseus, Beth, Will e qualche altro figlio di Afrodite. Il figlio del Dio del mare stava spiegando qualcosa agli altri ragazzi che sembravano ascoltarlo con il massimo rispetto e interesse.
Mi voltai, vidi fumi grigi salire dai tetti dei palazzi e dalla strada così mi affacciai alla ringhiera e ciò che vidi mi lasciò a bocca aperta, e non in senso positivo.
Sotto di noi la città era distrutta, come se un enorme uragano avesse spazzato via tutto. Migliaia di persone stavano accasciate ai lati delle strade e sui marciapiedi, apparentemente addormentate. Non capivo. Avevo paura, cosa diamine stava succedendo? Mi guardai intorno un altro po' quando notai che anche io ero diversa: ero senz'altro più alta...anzi no.

Ero più grande.

Stavo vedendo il mio futuro.

Trovai una finestra e mi ci specchiai.
Notai il mio corpo cambiato, quasi in tutto. Petto, statura, corporatura. Avevo un fisico snello e molto atletico, sicuramente era il frutto dell'allenamento del campo. Indossavo dei pantaloncini di jeans corti e la solita maglia arancione vista e stravista. Su braccia e gambe c'erano tagli sparsi e bendaggi staccati, ero uno schifo. Letteralmente uno schifo.
Quando alzai lo sguardo per vedermi in faccia mi venne un colpo: i miei capelli neri e lucidi, erano sporchi e pieni di polvere. Quelli che un tempo scendevano dolcemente fino a metà schiena erano stati tagliati. Dimezzati addirittura. Ora mi arrivavano alle spalle e presentavano una piega leggermente ondulata, la cosa che mi lasciò più perplessa però fu una ciocca bianco-grigia che risaltava tra il nero sporco; non era una cosa da me farmi la tinta e avevo la netta impressione che quella ciocca avesse una storia molto più tragica di un semplice cambio di look. Mi passai una mano tra i capelli e mi toccai un taglio sulla guancia. Sanguinava ancora, ma essendo un sogno non potevo percepire dolore, avevo gli occhi stanchi, come se avessi appena combattuto fino allo sfinimento.
Stavo per avvicinarmi di più al mio riflesso quando una voce mi chiamò e mi girai di scatto.

«ehi, tutto bene?» era Perseus, anche lui era cambiato molto ma gli occhi erano sempre gli stessi, verdi come il mare, profondi e ammalianti. Ora era più alto di almeno dieci centimetri e come me aveva un fisico tonico e atletico.

Si mise esattamente dietro di me e mi cinse i fianchi con le mani, già la cosa era strana ma così diventava ancora più strana...avrei voluto dirgli di tenere giù le zampe o l'avrei fatto fuori ma qualcosa mi frenò, mi sembrò quasi...giusto così. In quel momento ebbi la strana sensazione che in tutto quel caos l'unica cosa giusta fosse me e Perseus insieme.

Avrei voluto chiedergli cosa stesse succedendo ma mi ricordai di essere in un sogno e da che mondo è mondo nei sogni io non posso parlare, a meno che siano quelli con mio padre ma lì è tutt'un altra storia.

Dusk Til Dawn | Percy Jackson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora