12. PRENDIAMO UNA ZEBRA PER LAS VEGAS
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La tratta sul camion non era delle migliori, era lento, sporco e anche abbastanza buio. Gli animali avevano smesso di lamentarsi, tanto era tutto inutile. I due camionisti, Eddie e Maurice, erano bracconieri, il leone aveva confermato la teoria di Grover.
Il massimo che potemmo fare fu scambiare la rapa e la bistecca in modo da dare ad ognuno l'alimentazione corretta. Grover avrebbe tanto voluto liberarli ma non potevamo lasciar andare degli animali selvatici nel bel mezzo de deserto, o peggio, di una città.«dove saremo? Siamo su questo camion da ore» chiese Annabeth
«dovremmo essere nel deserto» risposi
Selene sbuffò sonoramente «qui è tutto deserto, genio, probabilmente siamo in Arizona ma se siamo fortunati siamo già in Nevada» rispose
La guardai male «scusa, tu sai sempre tutto?»
«no, il problema è che tu non sai mai niente» rispose in tono calmo, in modo da farmi innervosire di più. Ci riuscì alla grande perché i miei nervi non ressero
«certo che sei insopportabile» dissi alzandomi in piedi e piazzandomi davanti a lei
Selene mi guardò sorridendo come se non capisse cosa aveva fatto per farmi arrabbiare, il che mi irritò ancora di più. «non so perché ti ho scelta, sei fastidiosa»
«me l'hai già detto» rise
Ok, ora basta. Non ne potevo più del suo comportamento infantile, maleducato, arrogante e dannatamente irritante. Aveva passato le ultime due settimane a farmi sentire una nullità ma quando le chiedevo spiegazioni taceva e scappava? Codarda.
«sei antipatica, maleducata, noiosa, infantile, irritante e un sacco di altre cose negative. Non ti stanchi mai di comportarti così? Beh ti dico un segreto, la gente prima o poi si stancherà di te Selene; È perché sei insopportabile, questo tuo atteggiamento di superiorità nei confronti degli altri è insopportabile» dissi tutto d'un fiato
Lei si alzò e mi guardò dritto negli occhi, vidi un'altra volta quelle scintille argentee che brillavano nelle sue iridi e per un attimo mi fermai ad ammirarne la bellezza, poi fortunatamente rinsavii, anche perché Selene stava per girarmi come una frittata e probabilmente questa volta mi avrebbe fatto parecchio male
«senti, Perseus Ramoscello Jackson, te lo dico per l'ultima volta. Stai lontano da me e da tutto ciò che mi riguarda. Fatti gli affari tuoi, lasciami in pace e vedrai che nessuno si farà male. Non vorrei mai che quel tuo visino così innocente possa essere sfigurato, sarebbe davvero un gran peccato...mi spiego?» il suo tono era stranamente calmo, troppo calmo, inquietantemente calmo. Avevo capito che si arrabbiava con poco ma quando manteneva un tono normale e serio era anche peggio, significa che stava trattenendo tutti i pugni che avrebbe voluto tirarti e in quel momento tu, sì, proprio tu, eri in un mare di guai.
«cos'è una minaccia?» chiesi fumante di rabbia
«è un avvertimento, e se non sei stupido, lo seguirai»
«ma stai un po' zitta che non ne posso più di sentire il tuo brontolio in sottofondo, sempre a lamentarti di tutto quello che dico o faccio; chiudi quella boccaccia che ti ritrovi, o almeno tieni a freno la tua insopportabile linguetta biforcuta»
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Dusk Til Dawn | Percy Jackson
Fanfiction"𝐏𝐞𝐫𝐜𝐲 𝐞 𝐒𝐞𝐥𝐞𝐧𝐞 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐥𝐚 𝐥𝐮𝐧𝐚 𝐞 𝐢𝐥 𝐦𝐚𝐫𝐞, 𝐥𝐨𝐧𝐭𝐚𝐧𝐢 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐟𝐨𝐫𝐭𝐢, 𝐦𝐚 𝐢𝐧𝐬𝐢𝐞𝐦𝐞 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐢𝐧𝐯𝐢𝐧𝐜𝐢𝐛𝐢𝐥𝐢" •Quando la ragazza dagli occhi argentati incontra il figlio del mare• «lasciati c...