chapter sixteen [Selene]

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16. IL CUGINO DI PERSEUS
È UN INFAME

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Forse entrare negli inferi senza un piano non era stata la più geniale delle idee; il fatto è che la scadenza per la nostra impresa era terminata da un bel po' e l'unica cosa di cui importava davvero era evitare la guerra e riportare indietro Sally Jackson, la madre di Perseus.

Abbiamo fallito in entrambi i compiti? Sì

Siamo degli sfigati? Sì, si può dire così

Abbiamo fatto un casino? Assolutamente sì

Finiremo nei guai? Ovvio, quando mai

Forse moriremo nella guerra tra Dei che sta iniziando? Ci sono buone probabilità

Ci dobbiamo preoccupare dell'imminente e dolorosa morte che ci aspetta? Senza dubbio, si

Oltre a queste sottigliezze abbiamo anche scoperto la verità, o almeno, un fondo di verità. Durante il colloquio con Ade -che tra le cose, è andato malissimo- il buon vecchio Dio dell'oltretomba ha minacciato di ridurci in brandelli da dare in pasto alle anime se non gli avessimo restituito la folgore di Zeus e il suo elmo dell'oscurità, cose che non avevamo...o che non credevamo di avere.
Dato che, piove sempre sul bagnato e sui panni appena stesi, abbiamo scoperto di essere in possesso di entrambi gli oggetti. Rinchiusi comodamente nello zaino che Ares ci aveva dato davanti al fast food.

Ripeto: lo zaino che ARES ci ha dato.

Ripeto: LO ZAINO CHE ARES CI HA DATO

Ciò implicava solo una cosa: Ares era il ladro di fulmini. Ares aveva rubato la folgore al solstizio d'inverno e incastrato noi dandoci le prove e facendocele portare direttamente ad Ade.
Il motivo futile di questo atto lo aveva detto lui stesso: "un litigio per un furto è il modo perfetto di iniziare una guerra in famiglia".
E chi più di tutti poteva volere una guerra se non il Dio della guerra in persona? Stupidi noi che gli abbiamo creduto, stupidi che ci siamo fidati e soprattutto stupida io che non gli ho rigato la moto o tirato un calcio negli attributi quando ne avevo la possibilità. Ancora più in alto di me sul podio della stupidità però c'è Perseus -ovviamente- che ora sta per essere affettato in tanti piccoli pezzettini dal più cruento tra tutti gli Dei.

Dopo essere scappati dall'inferno con le perle di Persefone ci siamo ritrovati in mare, al largo della baia; ci ha recuperati la marina militare degli Stati Uniti e ci ha riportati a riva fortunatamente senza fare troppe domande.
Qui Percy aveva intuito tutto e nel frattempo avevamo ricevuto la visita di Ares che -furioso come non mai- minacciava di ucciderci tutti se non gli avessimo restituito folgore ed elmo.

«quindi Perseus che fai? Ti arrendi codardo?» chiese con la sua voce tuonante

«curioso che sia tu a dare del codardo a lui Ares, dopo che hai avuto bisogno dell'aiutino per rubare la folgore di Zeus e l'elmo di Ade» sibilai fissando il Dio negli occhi di fuoco.
Effettivamente era una sensazione strana fissare Ares dritto negli occhi. Le fiamme minacciose nelle sue iridi incatenate allo scintillio della luce del sole nelle mie creava un miscuglio curioso e inquietante.

«non puoi accecarmi con il tuo potere, figlia di Apollo» ruggì lui

«posso comunque scioglierti o bruciarti» dissi io in tutta risposta

Dusk Til Dawn | Percy Jackson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora