chapter thirteen [Selene]

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13. IL CASINÒ LOTUS

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Perseus iniziava davvero a crearmi problemi; il suo continuo provocarmi, starmi attorno e non chiudere la bocca metteva a dura prova la mia già precaria pazienza. Avevamo passato tutta la missione a battibeccare e finché si trattava solo di quello potevo sopportarlo, quando poi ho avuto l'istinto di fargli male...lì se l'era davvero vista brutta.

Stavamo camminando per le boulevard con le auto rombanti che sfrecciavano a non so quanti mph; tutto luccicava ed era pieno di insegne al neon, anche le palme erano cosparse di lucine sul tronco, come le luci di natale ma presenti tutto l'anno.
Las Vegas era -con tutto il rispetto- la città più brutta che avessi mai visto. Non c'era nulla di originale, forse solo il cartello al neon "Welcome to Fabulous Las Vegas" anche se di fabulous non è che ci fosse molto, o almeno io non trovavo nulla, nella mia interpretazione europea della parola "favoloso".

Avevo camminato fino a quel punto accanto a Grover mentre Beth se ne stava dietro con Perseus. Non sapevo cosa ci trovasse di tanto interessante in uno che avrebbe ucciso la sua migliore amica, forse semplicemente non ci faceva caso.
Fatto sta che quei due erano diventati amici tutto d'un tratto, sul camion, dopo che io e il figlio di Poseidone avevamo litigato ancora una volta.

«Grover...mi dispiace per ciò che è successo sul camion...non sono riuscita proprio a trattenere la rabbia»

«non fa niente Selene, ammetto che Percy ti ha provocata per bene» rispose sorridendomi gentilmente
«comunque, hai ragione, Las Vegas è davvero una brutta città» rise

Proseguimmo per la via illuminata attraversando le strade affollate, passano davanti a ogni genere di hotel e casinò di lusso: Montecarlo, l'MGM, le piramidi, una nave pirata, la statua della libertà e perfino dei palazzi decorati in stile modernista catalano che pur essendo una replica piuttosto malfatta, mi fecero lo stesso venire nostalgia di casa.

Non avevo idea di cosa stessimo cercando a Las Vegas, di preciso. Forse un posto al fresco dove ripararci dal caldo, trovare un panino e un bicchiere di limonata -o meglio ancora Coca Cola alla vaniglia-, ed escogitare un nuovo piano per arrivare sulla costa occidentale.

Probabilmente sbagliammo strada perché ci trovammo in un vicolo cieco di fronte all'Hotel Casinò Lotus. L'ingresso era un enorme fiore di loto al neon, con petali che si accendevamo a intermittenza. Un pugno in un occhio insomma.
Non c'era gente, ma le scintillanti porte cromate erano aperte, liberando un'aria condizionata che profumava di fiori...fiori di loto, forse. Non ne avevo mai annusato uno, perciò non ne ero sicura. Non sapevo nemmeno se avessero un profumo specifico.

Il portiere ci sorrise «ehi ragazzi, sembrate stanchi. Volete entrare a riposarvi?» chiese in tono molto ma molto sospetto

Io guardai Beth e lei fece spallucce, eravamo tutti stanchi e cotti dopo la camminata nel deserto, era stata breve sì, ma pur sempre nel deserto.
Avevo imparato ad essere sospettosa e quell'uomo, quel posto e quell'aria profumata non mi convincevano affatto. Chiunque poteva essere un mostro oppure un Dio, non si poteva mai dire. Ma quel tizio era normale. O almeno così pareva.
Eravamo tutti troppi stanchi per continuare quindi accettammo l'invito del portiere ed entrammo nel casinò Lotus;
Quello che vedemmo non appena varcammo la soglia dell'edificio ci lasciò a bocca aperta: l'intero atrio era una sala giochi gigantesca. E non erano squallidi giochini o stupide slot machine. C'era uno scivolo d'acqua attorcigliato attorno a un ascensore di vetro che saliva per almeno quaranta piani; un'intera parete dedicata all' arrampicata come quella del Campo Mezzosangue; c'era perfino un okey per il bungee jumping da interni che avrei sicuramente provato. Si potevano indossare tute speciali per la realtà virtuale, con vere e proprie pistole laser, e centinaia di videogame grandi quanti dei maxi schermi. Insomma, era il paradiso! E non svignava fare la fila, perché non c'erano molti ragazzi e giocare. Diverse cameriere giravano per la sala e c'erano snack-bar praticamente ovunque che servivano ogni tipo di bevanda o cibo, forse anche Vanilla Cola e Oreo con doppia farcitura di crema alla vaniglia.

Dusk Til Dawn | Percy Jackson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora