chapter eighteen [Selene]

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18. SCOPRO QUASI LA VERITÀ...E FA MALE

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Devo ammettere che ero abbastanza agitata all'idea di dover parlare con mio padre, non per il fatto che fosse mio padre, ma perché l'argomento "visioni del futuro" era particolarmente delicato e ogni volta si finiva per scoprire qualcosa di molto brutto o che non si sarebbe dovuto sapere.
Quella volta in particolare sarebbe stato anche peggio, dopo le visioni che avevo avuto e l'avvertimento in sogno, avevo iniziato a riguardare bene tutte le mie relazioni, Annabeth, Grover, Luke, Silena, Clarisse, i mie fratelli, Chirone e ovviamente Perseus. Solo Will non aveva ricevuto un'attenta valutazione, mio fratello? Il mio migliore amico? Di lui mi fidavo ciecamente, niente discussioni sulla sula lealtà verso di me e sulla mia lealtà verso di lui.

Guardai mio padre seduto sul suo trono luccicante, lui ricambiò il mio sguardo e poco dopo ci trovavamo in un'altra stanza, lontano da orecchie indiscrete e soprattutto lontano da Perseus e il suo tentativo di calmare l'ira di Zeus.
Fortunatamente era in modalità "normale", ovvero un uomo di circa trent'anni, biondo, occhi azzurrissimi, fisico atletico e alto circa un metro e ottanta. Insomma, quello che bastava per NON farlo sembrare assolutamente mio padre...io al contrario bassa, capelli neri, occhi color cioccolato fondente al 90% e pelle abbronzata...una Letizia Morales 2.0 insomma

«allora, quel Perseus non se l'è cavata così male, no?» mi disse mio padre

«no...è stato accettabile» bisbigliai

Mio padre rise, sapeva bene che io e Perseus avevamo avuto i nostri diverbi ed era uno dei pochi -insieme a Will- a non avermi imposto di farmelo piacere. Annabeth dopo un po' smetteva ma Grover era una spina nel fianco costante, continuava a ricordarmi che lui aveva avuto una vita difficile -si, solo lui eh, vivi con dei semidei ma solo Perseus Jackson ha avuto una vita difficile-, che lui ha scoperto tardi di essere chi è e cose così insomma, cose che puntano sul farti sentire in colpa.

«cosa ti turba, Raggio di Sole?» mi chiese

«le visioni. Sempre quelle visioni» sussurrai

«cos'hai visto l'ultima volta? Futuro? Avvenimenti catastrofici?» mi chiese con tono premuroso

«mi hai detto di non fidarmi di qualcuno, chi? Non mi puoi lasciare così! Ho bisogno di sapere chi è!» sbottai

«lo so che è frustrante non sapere ma non è ancora ora, lo saprai a breve e dovrai tenerti forte. Tieniti stretta le persone che ami e che ti amano, fidati di Percy...» rispose

«...non ci riesco, non riesco a fidarmi di lui dopo...dopo...» stavo singhiozzando, me ne accorsi quando capii che quella frase non avrebbe mai trovato fine

«lo so Raggio di Sole, lo so. Io...ho cercato di fare qualcosa, ho parlato con lo spirito dell'oracolo di Delfi, con le Parche, con chiunque potessi...non posso cambiare il destino, non questa volta» anche i suoi occhi ora erano lucidi, ma tratteneva le lacrime. Non voleva mostrarsi debole in un momento in cui doveva darmi forza

«lui mi...mi ucciderà...come posso fidarmi di lui?» chiesi ormai piangendo, sentivo il volto solcato da lacrime amare che non vedevo da tempo ormai, da quando Perseus era giunto al campo. La prima volta che piansi in anni e anni...e l'unico ad accorgersene? Nientemeno che mio fratello Will.

Dusk Til Dawn | Percy Jackson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora