14. FACCIAMO STRETCHING
IN MODO PERMANENTE─── ・ 。゚☆: *.☽ .* :☆゚. ───
Il tassista ci lasciò davanti al molo di Santa Monica e ripartì sparendo tra il traffico della soleggiata west coast. L'aria era fin troppo diversa da quella di Las Vegas, si sentiva un profumo di mare...di...Perseus. Non pensate male per carità, è solo che il figlio del mare ha un'aura molto potente e il suo profumo si sente da molto lontano.
Durante il tragitto il figlio di Poseidone aveva raccontato a Beth di uno dei suoi molteplici sogni: aveva udito due voci, un servo e un mostro, il padrone, diceva. Il servo aveva chiamato il padrone "signore", lo descriveva come una specie di voce in un baratro, forse Crono? Non ne ero sicura e speravo di sbagliarmi. Se Crono stava davvero tramando qualcosa era il caso di dirlo a Zeus ma finché non c'è certezza fidatevi: meglio chiudere la bocca e sospettare in silenzio per non allarmare tutti senza motivo.
Non avevo ascoltato tutto il sogno di Perseus, a metà strada mi ero addormentata e avevo sognato le stesse immagini di quella volta sul treno per St. Louis, io e Perseus su un grattacielo e nel bel mezzo di...una guerra? Non lo sapevoUna volta raggiunta la spiaggia Perseus si diresse immediatamente verso il suo elemento: l'acqua. Entrò con gambe e piedi in quella specie di latrina lurida e puzzolente
«cavolo hai scelto proprio un bel punto per tuffarti eh, figlio di Poseidone» gli dissi
«Percy! Sai quanto è inquinata quell'acqua?» urlò Beth, ma nulla. Finita la frase lui immerse la testa e sparì sotto la superficie. Dire che mi faceva schifo era riduttivo, già dal colore si capiva che in quell'acqua avevano buttato ogni tipo di rifiuto immaginabile, e lui ci aveva messo dentro faccia e testa...soprattutto la bocca; speravo vivamente non bevesse nemmeno per sbaglio un sorso di quella palude orrenda ma credo fossero speranze vane, molto vane.
Non so dire per quanto tempo rimase sott'acqua ma quando ne uscì era asciutto come quando era entrato e soprattutto limpido, pulito...grazie agli dei.
Nella mano stringeva qualcosa, sembravano delle biglie o delle piccole perle di color azzurrognolo.«cosa sono?» chiese Grover curiosamente
«il dono di mio padre, ci serviranno per uscire dagli inferi senza che Ade ci fermi»
«vuoi dire senza che ci disintegri?» chiesi
Lui annuì «beh...si, quello»
«sono solo quattro?» notai
«noi siamo in quattro...qual è il problema?»
«non vuoi recuperare tua madre?» chiesi
Lui si bloccò e rimase fermo immobile per una manciata di secondi prima di aprire bocca e parlare
«cavolo non ci avevo pensato...non importa, escogiterò qualcosa»«non illuderti di imbrogliare Ade Percy. È il Dio dell' oltretomba, nemmeno l'astuzia della Morte può ingannarlo»
«si beh...io sono una testa calda e sono furbo. Qualcosa mi inventerò, ora andiamo» disse
Lo seguimmo anche se non amavo che fosse lui a guidare l'impresa. Ci lasciammo alle spalle il pier di Santa Monica e il Pacific Park per dirigerci verso l'ingresso degli inferi, ancora ignari di ciò che avremmo dovuto affrontare.
~•~
Prendemmo un taxi con gli ultimi spiccioli che ci rimanevano e arrivammo a Los Angeles, per la precisione a West Hollywood
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Dusk Til Dawn | Percy Jackson
Fanfic"𝐏𝐞𝐫𝐜𝐲 𝐞 𝐒𝐞𝐥𝐞𝐧𝐞 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐥𝐚 𝐥𝐮𝐧𝐚 𝐞 𝐢𝐥 𝐦𝐚𝐫𝐞, 𝐥𝐨𝐧𝐭𝐚𝐧𝐢 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐟𝐨𝐫𝐭𝐢, 𝐦𝐚 𝐢𝐧𝐬𝐢𝐞𝐦𝐞 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐢𝐧𝐯𝐢𝐧𝐜𝐢𝐛𝐢𝐥𝐢" •Quando la ragazza dagli occhi argentati incontra il figlio del mare• «lasciati c...