7

439 31 23
                                    

Mi sbranai i miei ramen istantanei con poca grazia, come se non mangiassi da giorni interi, mentre in sottofondo avevo i miei amati video youtube.
Riposi la ciotola nel lavandino, aspettando qualche miracolo divino in cui si lavasse da sola, e arreso dalla stanchezza tornai nella mia stanza bianca, sentendomi per l'ennesima volta solo.

Non avevo in mente nessun piano, nessuna via di fuga.
Solo silenzio.
Silenzio, perché il vero caos non faceva rumore.
E il mio caos era la mia mente, dove ogni pensiero diveniva magicamente grande quanto l'universo.

Mi arrotolai per le coperte, in cerca di sonno, non trovandolo.
Mi misi a fissare con occhi vuoti la piccola lucina sul comodino, per colpa del mio terrore del buio, e rimasi così per quasi tutta la notte, addormentandomi solo verso le 5, grazie ai miei pensieri che pian piano mi avevano portato via.

Quando la sveglia delle sette suonò, ebbi l'intenzione di lanciarla giù dalla finestra, ma forse uscire di casa e andare dai miei anici sarebbe stato l'unico metodo per scappare da me stesso.
Mi misi dei jeans baggy neri e una felpa oversize bordeux, con una grafica carina sul retro.
Infilai le mie converse distrutte con la suola leggermente rialzata e uscii di casa arrivando presto a scuola, usando l'occasione per lanciarmi contro di Jisung e strapazzarlo in un lungo abbraccio caloroso.

<< Sei sicuro di stare bene, scoiattolino? >> Gli chiesi vedendolo con le guance rosse e gli occhioni lucidi, che propagavano amore proprio.

<< Mi manca Minhooo! >> Scoppiò ad un tratto a piangere, tornando a nascondere il volto rosso nella mia felpa dello stesso colore, bagnandola.

Lo portai con me sotto un albero nel retro del giardino, sfruttando quell'anticipo di quindici minuti belli e buoni dall'inizio dell'ora.

Mi sedetti velocemente e il bruno si mise seduto sulle mie cosce con ancora più velocità, tornando a piangere nascosto tra le mie braccia che provavano a confortarlo e a non fargli prendere freddo, sfruttandolo a mia volta per il caldo poiché quella mattina ebbi dimenticato il mio giuppotto peloso.

<< Minho ha detto che torna per natale, puoi resistere, manca solo un mese.
Lo sai che puoi sempre videochiamarlo in qualsiasi momento, li farà solo piacere. >> Cercai di confortarlo, fallendo miseramente quando scoppiò ancora più forte.

<< Con questa distanza mi sento sempre un peso, ho paura di dargli fastidio perché poi sta studiando ed è più importante studiare che stare con il ragazzo. Tutto è più importante di me, mi sento sempre messo in secondo piano, anche se Minho prova a confortarmi ma io non ci riesco, ho bisogno di vedere che stia bene, che stia mangiando e ho bisogno di coccolarlo! >> Si sfogò in modo impacciato e confusionario, e io dovetti mettere insieme le parole.

<< Sarai sempre al primo posto sia mio sia suo, e lo sai benissimo anche tu. È normale che tu adesso ti senta un po' messo in secondo piano, ma è solo una tua impressione. State insieme le stesse ore solo che tramite un dispositivo. >> Gli spiegai vedendolo sedersi dritto e asciugandosi le lacrime trasparenti con la maniche della felpa nera che riconossi fosse di mio fratello.

<< Felix, mi sento di star cadendo. So che sono immaturo e tutte ste lamentele sono stupide, e io stesso mi sento così stupido, ma mi manca e non riesco a far nulla perché lo penso ogni giorno. >> Tirò in su il naso cercandosi di riprendere, sbloccando il telefono per vedere che mancassero solo quattro minuti.

<< Facciamo così... questo weekend chiedo se è disponibile e se non deve studiare, nel caso andiamo da lui, va bene? >> Proposi una piccola soluzione che potesse farlo stare meglio.

I suoi occhi ad un tratto si illuminarono, e un sorrisone a 32 denti si fece spazio sul suo volto, correndo ad abbracciarmi ancora più stretto, stritolandomi da una parte all'altra.

<< Ti voglio così bene, Lixie. >> Quasi mi urlò nell'orecchio, alzandosi in piedi e porgendomi la mano, alzandomi a mia volta in piedi.

In classe seguii un po' la lezione, prendendo appunti sparsi e disordinati, sicuramente non molto abbinati alla mia persona solare.
Quando arrivò l'ora successiva della prof che più odiavo, mi misi un po' a progettare il famoso weekend, scrivendo a mio fratello e scoprendo che ci fosse, quindi subito lo dissi a Jisung che mi mandò lettere a caso in maiuscolo che mi stavano a definire che fosse felicissimo.
Fin quando un messaggio nella schermata nominante Minho prese vita sotto i miei occhi, e lessi solo: "Tu e Hyunjin andate in albergo che voglio stare solo con Jisungie".

E non solo doveva venire pure Hyunjin, ma dovevo starci pure nella stessa stanza l'albergo.

Risposi in fretta al moro con un "Deve per forza venire pure quello là?" e la risposta arrivo in ben poco con un secco "si".
Bene.
Partiamo bene.

Finite tutte le lezioni non andai in mensa e nemmeno a salutare il resto del gruppo, ma uscii direttamente poiché mi era già bastata la brutta notizia per mettermi di cattivo umore.
Come lo scemo, a camminare da solo senza pranzare a scuola, notai una macchina ben riconoscibile parcheggiata subito dopo il cancello di scuola.
Chi cazzo poteva avere una Porsche nera all'uscita di scuola.

E come il primo giorno, la scena si ripetette, ma questa volta salii quasi volentieri, trovandoci di nuovo in un silenzio imbarazzante.

<< Senti... >> Iniziai cercando le parole giuste. << Questo weekend sei libero? >> Borbottai capendo quanto fosse fraintendibile.

<< Vuoi invitarmi ad uscire? Se per questo non ci sono. >> Lo guardai storto mentre ridacchiava sentendosi simpatico, ma io lo interruppi in fretta.

<< No dovremmo stare in albergo insieme perché Jisung deve andare da Minho. >> Gli spiegai scocciato, poggiando il mento sul palmo della mano osservando all'esterno del finestrino, fin quando quasi andrai a sbatterci faccia contro.

<< Io... e te? Nella stessa stanza? Da soli? >> Chiese drammatico osservandomi disgustato, mentre io gli sbroccai addosso di muoversi e di non bloccare la strada.

<< Ma che hai capito, tu dormi sullo zerbino della porta esterna, io sul mio bel lettino profumato. >> Lo guardai stuzzicandolo con un sorriso furbo, ma lui non si fece intimidire, anzi, appoggiò la sua mano destra sulla mia coscia accarezzandola in modo perverso, facendomi raddrizzare la schiena diventando rigido.

<< Sicuro di non voler dormire insieme a me? Magari senza vestit- >> Si interruppe quando gli tirai uno schiaffo poco delicato sulla mano.

<< Togli la tua mano lurda dalla mia coscia, pervertito! >>

Angolo autrice.

Odio questa storia e in più sono nel blocco sia del lettore sia dello scrittore, quindi scusatemi.
Ah e per puro sfogo sto scrivendo un'altra minsung dove sto sfruttando Minho per buttarci cosa provo ogni giorno.

my brother's best friend -hyunlixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora