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Eravamo partiti la mattina presto con la porsche di Hyunjin, e io accesi subito la radio per evitare di sentire i pianti e i singhiozzi che Jisung emanava mentre piangeva sommessamente per colpa della separazione.
Provai a consolarlo all'inizio, ma era imbattibile.

<< Jisungie, sicuro che non vuoi venire a dormire da me? >> Gli riproposi per fargli compagnia, ma lui si rifiutò categoricamente poiché voleva solo tornare a casa a piangere e stare in chiamata con Minho.

Sbuffai e tornai a canticchiare le canzoni di Ricky Montgomery, precisamente Mr. loverman, canzone che associavo al mio anime preferito e che mi aveva fatto piangere tutte le lacrime che avevo in corpo.
Ormai avvolto nella canzone quasi non sentii una manina leggera posizionarsi sulla mia coscia, e quando abbassai lo sguardo la notai, girandomi verso Hyunjin che ricambiò il mio sorriso con fare tenero, tornando a concentrarsi sulla strada.
Ci appoggiai sopra la mia e gliela strinsi dolcemente, lasciandoci leggere carezzine con il pollice.

Arrivammo a casa verso l'ora di pranzo, l'attimo dopo aver lasciato a casa lo scoiattolo che quasi dovetti portare in braccio dentro casa, poiché si nascose sotto le coperte con il telefono all'orecchio e mio fratello a parlargli, quindi gli lasciai ai loro discorsi e scesi le scale uscendo dal portone di casa di Jisung, accertandomi di averlo chiuso bene.
Hyunjin a quanto pare era sceso dalla macchina per appoggiare allo sportello del passeggero, guardandomi in attesa con le braccia incrociate.
Camminai con calma verso di lui mentre mantenevo il contetto visivo, e una volta arrivato vicino a lui apooggiai con calma la mia guancia sulla sua spalla, continuando a tenere le mani dentro le tasche dei jeans, mentre lui mi avvolse completamente con le braccia lunghe e muscolose, dandomi un leggero bacio sui capelli biondi ormai scoloriti.

<< Torniamo a casa. >> Disse dandomi un'ultimo bacio questa volta sulla fronte, aggirando la macchia per poter entrare nel posto del guidatore, e io feci altrettanto.

Casa distava a veramente pochi minuti da quella di Jisung, forse due o tre, infatti arrivamo in men che non si dica.

<< Vieni da me? >> Gli domandai timido non volendo restare da solo, e lui annuì subito, forse con la stessa idea.

Aprii la porta ritrovando casa dopo qualche giorno, e sentii subito tutto quello spazio come vuoto, ormai senza genitori e senza mio fratello che era l'unica persona su cui potevo contare.

Come se Hyunjin avesse capito, appoggiò le valigie davanti la rampa di scale, prendendomi per mano e portandomi al piano di sopra per poterci lavare le mani e metterci qualcosa di più comodo.
Io mi misi una maglia nera con una stampa dietro e una tuta del medesimo colore, mentre Hyunji rubò dall'armadio di mio fratello una maglietta oversize nera semplice e una tuta grigia.
Era estremamente bello in quegli outfit semplici senza cappotti, maglioni o gioielli preziosi a ornare la sua bellezza.

Salì le mie valigie che in quei pochi giorni erano raddoppiate di peso per colpa dello shopping compulsivo, e lo ringraziai, dopodiché si sedette sul divano per trovare qualcosa, e lo raggiunsi poco dopo.
Prima di potermi sedere lui mi circondò la vita con un braccio, trascinandomi sulle sue ginocchia.

<< Che hai? Ti sei spento. >> Mormorò iniziando ad accarezzarmi i capelli cercando di afferrare un contatto visivo che gli vietai, iniziando a guardare ovunque tranne nel suo sguardo profondo.

<< Nulla di che, pensavo che ormai sono rimasto da solo in questa casa. Mamma e papà non ci sono più, Minho è partito e questa casa mi ricorda solo il mio cazzo di ex. >> Mormorai con un nodo in gola, mentre stringevo con forza i denti tra di loro, non volendo lasciarci nemmeno una lacrima.

<< Posso rimanere qua tutto il tempo che vuoi se questo ti fa stare meglio, e Minho tornerà presto. Vuoi raccontarmi cosa è successo con il tuo ex? >> Mi domandò gentile sorridendomi per provare a rassicurarmi, e io mi nascosi nell'incavo del suo collo, annusando il profumo costoso che indossava e che mi inebriava i sensi.

<< Ci siamo conosciuti più o meno quando avevo tredici anni credo. Purtroppo sono stato costretto ad essere una persona matura sin da quando ero molto piccolo, quindi ero riuscito tranquillamente ad accettare il fatto della mia sessualità e non me sono mai vergognato. C'era questo ragazzo in classe mia che faceva sempre battutine omofobe, ma io pensavo fosse per scherzare, e per colpa di un progetto di classe dovetti andare a casa sua, e lì lui mi baciò. Ero già infatuato da qualche mese, non innamorato, semplicemente provavo una leggera cotta e sentivo di stare bene con lui, e sembrava pure ricambiare, fin quando dopo forse quattro mesi che ci sentivamo, dove a ripensarci adesso io ero l'unico innamorato, lui venne a casa mia come era solito fare, e là mi costrinse ad avere un rapporto sessuale. >> Raccontai scoppiando a piangere l'attimo successivo, volendo però finire la storia perché mi fidavo di Hyunjin. << Continuai a dire che era presto, non eravamo nemmeno fidanzati e io ero vergine, ma lui insistette, continuando a ripetermi che era questo quello che facevamo le coppie, e che se lo amavo dovevo farlo, se no mi lasciava. Come ho già detto sapevo che era tutto sbagliato, ma mi ero ormai innamorato, e nonostante la testa diceva di scappare, il cuore mi diceva di rimanere con lui solo per non rimanere solo. >> Piangevo e mi sfogavo mentre Hyunjin mi stringeva forte a se, ogni tanto asciugandomi qualche lacrima con dei bacini leggeri che mi facevano ridacchiare, mentre la sua mano continuava ad accarezzarmi le ciocche di capelli lisci. << Quella fu solo una delle prime volte, questa cosa continuò per forse un mese, quasi tutti i giorni, e se rifiutavo lui si incazzava. Quando Minho venne a scoprirlo dopo che io avevo perso qualcosa come 12kg e tutta la mia voglia di vivere, quasi lo uccise, e mi costrinse a lasciarlo. Quando lo feci lui mi mise le mani addosso, bloccandomi in un "abbraccio" da dietro, con l'intendo di punirmi. Minho entrò per sbaglio e lo picchiò buttandolo fuori casa. Provò a convincermi di denunciare ma io avevo a quel tempo fatto quattordici anni e volevo solo sorpassare tutto. >> Finì la storia continuando a far uscire perle d'argento a non finire, ormai in una crisi vera e propria.

<< Sono qui. È tutto ok, tesoro, è tutto ok. >> Mi cullò nelle sue braccia, dandomi un sostegno vitale di cui non sapevo di aver bisogno.

Dopo forse un'ora smisi di piangere; i miei occhi bruciavano e la mia mente era distrutta al ricordo di quel brutto periodo, e Hyunjin probabilmente si ricordò del momento nel primo giorno di convivenza quando nel buio mi fece spaventare per sbaglio bloccandomi da dietro, infatti iniziò a chiedere una marea di scuse, facendosi scappare qualche lacrima anche lui.

<< Mi dispiace Lixie, non lo sapevo, scusa, scusa. >> Mi indusse scuse ingiuste, e questa volta mi trovai io a coccolarlo e ad ascoltarlo, mentre lui non sapeva che non gli avevo mai addossato la colpa. << Qualsiasi cosa faccio che ti da fastidio hai il diritto di tirarmi un calcio nei coglioni come hai fatto la prima volta nel soggiorno. >> Disse facendomi ridacchiare, contagiando pure lui.

Mi sistemai a cavalcioni su di lui per poterlo guardare finalmente negli occhi.
Non ci tenevo a sapere le condizioni che avevo in quel momento dopo aver pianto per un'ora di fila, ma io sapevo nel profondo che a Hyunjin non gli importava: non mi avrebbe mai giudicato.
Mi specchiai nei suoi occhioni lucidi a sua volta, sorridendogli leggermente, dopodichè abbassai lo sguardo sulle sue labbra umide, dove qualche lacrima ci si era posata sopra.

Rimasi incantanto a guardarlo, mentre lui guardava me, ma non negli occhi. Guardava da tutte le parti, mi controllava da vicino come se stesse cercando l'inclinazione perfetta per avvicinarsi al mio viso ancora di più: le sue mani sulla mia vita si fecerò più strette, quasi spingendomi involontariamente contro di lui.
Non potevo essermi frainteso, dovevamo volere la stessa cosa.

Instintivamente mi sentii attratto da essa, inziando ad avvicinarmi lentamente, nel silenzio totale con solo i nostri cuori veloci che sembravano aver fatto una corsa ad alta velocità che si mischiavano a vicenda.
Prima di scontrare le labbra mi guardò in cerca di una conferma che mi tenni negli occhi e nel cuore, troppo sperduto per poter dire qualcosa.
Il mio sguardo sembrò dirgli tutto ciò che c'era da dire, e finalmente mi baciò.
Sulle labbra c'era solo amore.
Era rilassante e altrettanto rassicurante, perché in qualsiasi momento io avessi aperto gli occhi, avrei trovato solo Hyunjin, il mio Hyunjin e la sua bocca pronta ad accarezzare la mia per una notte intera.

Le nostre labbra si scontravano lentamente, con tanta dolcezza e nessun doppio senso, senza alcuna fretta, e questo mi fece capire che per baciarlo non avrei aperto gli occhi molto presto.
Volevo andare avanti così per sempre: con le labbra morbide di Hyunjin che prendevano le mie.

Finalmente avevo trovato il vero amore, e ne ebbi la certezza quando ci staccammo e ci guardammo negli occhi per un istante, poco prima di tornare a baciarci: lo amavo.


my brother's best friend -hyunlixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora