Capitolo 10

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A cena, Kiran, non si presentò.
Uscì di casa che erano le 20.30 e si recò nella zona di periferia doveva aveva incontrato quei ragazzi che spacciavano cocaina e fumo.
Prese un pò di cocaina e ne fece uso prima di scolarsi una bottiglia di vodka che quei tipi avevano, con molta probabilità, rubato in qualche supermercato.
Si ridusse ad uno straccio e tutto solo per non pensare a Christopher. Il pensiero di essersi innamorato di un eterosessuale lo faceva impazzire. Perché era ciò che gli era successo. Ne era certo, ormai.
-Ehi, amico, sei messo davvero male- gli disse uno di quei tipi. Era un ragazzo di colore, di nome Paul, con folti capelli ricci e gli occhi neri. Era molto magro e in quei vestiti larghi sembrava sguazzarci.
Kiran gli lanciò un'occhiata, notando che si preparava ad accendersi uno spinello.
L'odore del fumo gli invase le narici e lo portò a girarsi su di un fianco e a vomitare...vomitare di brutto.

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Chris aveva concluso di scrivere il sesto capitolo del suo romanzo quando ricevette un messaggio su Facebook. Era di Sophia.
"Ciao Chris, cosa fai di bello?"
Lui sorrise ed iniziò a scrivere.
"Ciao Sophia, sto lavorando al mio romanzo. Tu, invece?"
Lo inviò, poi tornò al suo romanzo per iniziare il settimo capitolo.
Ma scrisse appena "Capitolo 7" prima di ricevere una risposta da parte della ragazza.
"Stavo impazzendo con quei dannati compiti di matematica ma ci ho rinunciato. Proprio non la capisco."
Chris sorrise di nuovo. Per lui non erano stati difficili e siccome erano gli stessi di Sophia, decise di scriverle brevemente come svolgerli.
Quando ebbe finito, iniziò ad accusare la stanchezza e il sonno. Così spense tutto, salutando la ragazza e dicendole che si sarebbero visti domani a scuola. Poi si stese sotto le coperte e, nel giro di qualche minuto, si addormentò.

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Come la notte precedente, Christopher venne svegliato da un ticchettio che si ripeteva ad intervalli regolari. Scese dal letto sapendo che qualcuno stava tirando sassolini contro la sua finestra. E sapeva anche che quel qualcuno era Kiran.
Infatti il ragazzo moro era proprio lì sotto. Smise di tirare sassolini quando si rese conto che la finestra si stava aprendo.
-Di nuovo? Che cosa vuoi, Kiran?- domandò Chris, senza preoccuparsi di essere troppo brusco.
-Dormire...- rispose l'altro.
-Allora vai a casa e...-
-...con te...Chris- si affrettò ad aggiungere Kiran.
Il giovane Frost batté le palpebre e scosse la testa. Avrebbe voluto mandarlo via, dicendogli che la notte precedente si era sentito a disagio nel averlo così vicino.
Ma poi, era davvero così?
Comunque non riuscì a dirgli di no. Proprio non ce la faceva. Sbuffó, deluso dalla sua scarsa forza di volontà, e disse -Aspetta che vengo ad aprirti.-
Kiran annuì e barcollò fino a cadere a terra.
Chris lo vide e corse giù, pregando che non si fosse fatto male o non si fosse sentito male.
Uscì senza nemmeno un giubbotto e la fredda aria notturna lo investì in pieno, soprattutto sulle braccia scoperte.
-Kiran...Kiran...- lo chiamò, dandogli dei piccoli schiaffi sul viso.
Il giovane Marlow aveva gli occhi semi chiusi e sembrava stesse delirando. Anzi...era sicuro che stesse delirando poiché lo sentì dire "Chris, ti amo...".
Imbarazzato, il ragazzo castano, continuò a svegliarlo ma senza alcun risultato. Così dovette far ricorso a tutta la sua forza fisica per trascinarlo dentro casa e poi sopra, fin dentro la sua camera.

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