Capitolo 20

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Entrarono in ospedale bagnati e con il fiatone.
Avevano corso fin lì dal parcheggio ed ora sentivano di doversi fermare un attimo per riprendere fiato.
Ma Kiran non ne aveva intenzione e si mosse verso la reception, chiedendo di una ragazza bionda che era stata porta lì da poco.
L'infermierà fece per cercare l'informazione da dare, quando qualcuno chiamò i due ragazzi.
-Kiran! Chris!-
Entrambi si voltarono per vedere Adam che andava loro in contro.
-Lasci stare- disse il moro verso l'infermiera. -Grazie lo stesso.- Quindi si mosse verso il ragazzo biondo, seguito da Chris.
-Che cazzo è successo?- domandò Kiran senza preoccuparsi del fatto che si trovava in un ospedale, in mezzo ad altra gente e che quindi avrebbe dovuto moderare i termini.
-Io...noi...- Adam aveva abbassato gli occhi come se si stesse vergognando e farfugliava senza senso.
-Adam, cosa cazzo è successo a mia cugina?!- urlò, Kiran, scuotendo l'altro.
A quel punto Chris intervenne. -Ehi, lascialo- disse staccandogli le mani dal maglione di Adam.
Kiran fulminò il suo fidanzato con lo sguardo ma l'altro non ne ebbe paura. Lo sostenne e parlò. -Non fare così, piccolo. Non vedi che è scioccato.-
-Non me ne frega un cazzo! Voglio sapere cosa è successo ad Evelyn! Adesso!- Il giovane Marlow era diventato rosso in viso dalla rabbia e respirava come se avesse corso per miglia e miglia senza sosta.
Chris capiva come si sentiva il suo fidanzato. Lui ci era passato con i suoi genitori, quando...Il ricordo riaffiorò nella sua mente, ma lo spinse nuovamente in quell'angolo buio nel quale lo aveva recluso per tutto quel tempo.
-È stata vittima di una violenza.-
La voce che aveva parlato era quella di un uomo. Un uomo che Kiran guardò con rabbia e odio.
Adam sentì una mano sulla sua spalla ed alzò la testa di scatto, voltandosi.
-È sveglia e vuole vederti- disse l'uomo.
Il giovane Renton, sorrise ed annuì allontanandosi verso l'ascensore.
-Tu devi essere Christopher, vero?- chiese l'uomo, guardando in direzione del ragazzo che affiancava suo nipote.
-Si, signore. Ma può chiamarmi Chris- fu la risposta del più giovane.
Si strinsero la mano e Kiran sbuffò spazientito. -Smettila di fingere di essere una persona gentile e dimmi cosa cazzo è successo ad Evelyn.-
Quentin Watson rifilò un'occhiataccia a suo nipote mentre lasciava la mano di Chris. -Modera il linguaggio, Kiran. Siamo in un'ospedale, in mezzo ad altra gente- lo riprese.
-E sai quanto cazzo me ne frega?- Kiran si stava davvero spazientendo. -Io voglio sapere cosa...-
-Te l'ho detto prima- lo interruppe Quentin. -È stata vittima di una violenza.-
-Che genere di violenza?- domandò, quindi, Chris preoccupato.
-Sia fisica che...sessuale...- La tristezza e il dolore erano ben marcati nella voce del signor Watson.
-L'hanno stuprata?!- Kiran era scioccato e furioso. -Chi è stato?-
-Non si sa. Adam ha detto solo che uno di loro era grosso, con i capelli neri e una forza impressionante- spiegò l'uomo.
Kiran e Chris si guardarono contemporaneamente. Quella descrizione era abbastaza familiare ad entrambi. Si trattava di Bull.
-Ha detto anche che quel tipo era veramente forte. Con una sola spinta lo ha mandato faccia al muro e gli ha fatto perdere i sensi- aggiunse il padre di Evelyn.
Se prima Kiran era arrabbiato, ora era decisamente arrivato al limite. In preda alla rabbia, corse fuori dall'ospedale con Chris alle sue spalle.
Il freddo e la pioggia investirono entrambi, mentre correvano verso il parcheggio.
-Aspetta!- gridò il ragazzo castano.
Kiran si fermò e si voltò, il viso contratto in una terribile espressione omicida. La pioggia che li stava completamente inzuppando, aveva appiattito i loro capelli e Kiran sembrava ancora più minaccioso. -Non ti immischiare, Christopher- disse gelido.
E il giovane Frost rimase senza parole.
Christopher.
Lo aveva chiamato "Christopher".
Non "cucciolo".
Non "Chris", marcando dolcemente la "s".
No. Lo aveva chiamato "Christopher".
Deglutì, mandando giù quel boccone amaro e si fece forza. -Non andare, piccolo. Posso chiamare mia zia e se ne potrebbe occupare lei- disse.
Ma Kiran scosse la testa. -Non è una faccenda che riguarda te o tua zia, Chris. Bull ha violentato mia cugina per farmela pagare. Il che significa che devo essere io a risolvere la situazione- furono le parole di Kiran.
-Ma non possiamo essere certi che sia stato lui. Non puoi dimostrarlo- replicò Chris, cercando di fargli cambiare idea.
-Invece si. Può essere stato solo lui e lo sai anche tu. Te l'ho detto: vuole farmela pagare. Quindi, ora andrò a trovarlo e scriverò la parola fine. E questa volta devi starne fuori. Te lo giuro, se ti azzardi a seguirmi mi dimenticherò di quanto ti amo e  ti farò molto male. Sono stato chiaro?-
Il ragazzo dagli occhi nocciola si sentì invadere da un forte senso di rabbia per via del comportamento del suo ragazzo. Si sentiva anche ferito dalle sue parole e avrebbe voluto dargli un bel pugno in faccia e gridargli quanto fosse stronzo. Invece non ne fu in grado. Le parole gli morirono sulle labbra aperte dalle quali usciva solo il suo respiro.
Kiran lo guardò negli occhi e una parte di lui gridò che era un vero mostro per aver trattato male la sola persona che lo amava veramente. Fu quasi tentato di lasciar perdere e di seguire il consiglio di Chris, ma fu solo per un attimo. La rabbia e il desiderio di vendetta presero nuovamente il controllo su di lui e lo spinsero a voltarsi e a correre via.

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