5 Julienne e la bambolina Juliette

16 1 0
                                    

Il giorno di Natale arrivò una bambolina destinata alla piccola Julienne che, nei suoi cinque anni di vita, non aveva mai visto una cosa così bella.

«Tata, me l'ha portata Babbo Natale?», chiese senza staccare i piccoli occhi dalla sua nuova bambolina.

«No Juli, è stata una delle tue madrine a regalartela».

Che cosa meravigliosa! Quindi era una bambola straniera, arrivata da molto lontano, in aereo, diretta a lei, soltanto a lei.

Non sapeva cosa dire, quindi disse quello che le veniva meglio: «Merci».

Tata la guardava contenta; sapeva che le sarebbe piaciuta, ma non per il semplice fatto che si trattasse di una bambola bellissima, ma perché Julienne aveva un disperato bisogno di amici. Era la più piccolina della Maison, le altre bambine giocavano con lei, ma non c'era nessuno che potesse realmente capirla. Nessuno che potesse davvero far parte del suo mondo.

«Arrivo». Questo è quello che la sua giovanissima madre le aveva detto prima di abbandonarla nella piazza pubblica del villaggio, due anni prima. Julienne aveva tre anni; non si era mossa, aveva aspettato fino a tardi, ma la mamma non era mai tornata a prenderla. Il padre non volle riconoscerla, sostenendo che la figlia non fosse sua, e la piccola Julienne venne affidata per un po' di tempo a una prozia molto anziana. Quando arrivò alla Maison aveva paura dei bianchi; adesso è la bambina più comica della casa.

«Come vorresti chiamarla?», le chiese Susanna.

Julienne non rispose subito. C'erano troppi nomi tra cui scegliere, uno più carino dell'altro. Come poteva sceglierne uno tra tutti?

«Tata, sceglilo tu».

Anche Susanna dovette rifletterci un po', non era affatto semplice. Quella bambolina così bella, aveva bisogno di un bel nome, di un nome che potesse far ricordare alla bambina qualcosa a cui lei tenesse particolarmente. Ci pensò ancora un minuto e poi le venne in mente una storia che aveva letto ai bimbi. Raccontava di una ragazzina di nome Juliette che aveva per amica una sirena. Quella storia era piaciuta molto a tutti.

«La chiameremo Juliette!».

Julienne ne fu entusiasta. Era un nome perfetto, le calzava davvero a pennello. Quando la bimba stava per trotterellare via insieme al suo nuovo regalo, Tata la fermò per dirle qualcosa di molto importante. «Julienne, questa non è solo una bambolina, è la tua nuova amica. Dovrai prenderti cura di lei, tenerla pulita, consolarla e giocare insieme a lei, va bene?».

Julienne rispose con un largo sorriso e fece cenno di sì con la testa. Che splendida giornata la aspettava ora. Non solo era il giorno di Natale, ma aveva una splendida, nuova amica che poteva farle compagnia.

Tutti gli altri bambini si avvicinarono per vedere che cosa avesse ricevuto la loro sorella. Nessuno osò toccare la bambola tanto era pulita, nuova e ancora profumata. Julienne la presentò a tutti, specificando che era un regalo per lei da parte della sua madrina italiana. Ovviamente questo fece uscire commenti poco gentili dalle bocche degli altri bambini che, gelosi, se ne andarono, dicendo che, dopotutto, quella bambola non era poi così bella.

Julienne fece il giro della casa spiegando a Juliette ogni particolare.

«Questo è il mio letto, anche tu dormirai nel mio letto; questo è il giardino di Fo Djalilou che è il nostro giardiniere, tu ce l'avevi un giardino in Italia? Qua è dove facciamo la cacca, ma forse tu non ne avrai bisogno». Quest'ultimo dubbio mandò in crisi la piccola Julienne che ritornò da Tata per capirne di più.

«Tata, Juliette fa la cacca?».

Susanna si mise a ridere di gusto, prese Juliette e la esaminò da vicino, quasi volesse farle una radiografia per vedere quali organi si trovassero dentro il corpicino di cotone della bambola.

Storie di bambini senza confiniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora