Alla Maison sans Frontières c'è una bambina, una tra le tante potrebbe dire qualcuno, invece non è così... no, non lo è per niente. Diane si distingue tra tutti perché, tra le altre cose, ama riempire di regali ogni persona con cui vuole davvero fare amicizia. Un giorno venne in visita alla Maison un gruppo di Iovò, di bianchi, arrivati dall'Italia. Erano arrivati da lontano e anche loro avevano un centro dove facevano giocare e studiare i bambini. Appena entrarono, Diane iniziò a squadrarli uno ad uno con un largo sorriso per far capire loro che potevano essere tutti suoi amici. In verità a lei non interessavano tutti, ma uno in particolare, un ragazzo che si chiamava Alessandro, alto nella media, con i capelli e gli occhi scuri, un bel sorriso e un aspetto amichevole. Diane era davvero affascinata da lui. Innamorata forse? Nessuno può dirlo con certezza, la cosa sicura era che, in qualsiasi modo, lei avrebbe dovuto dimostrargli il suo interesse. Così andò alla ricerca di fiori, di piante e di pietrine colorate da poter offrire in regalo al nuovo arrivato. Alessandro ne fu molto contento, apprezzò il suo gesto, ma rimase ancora troppo concentrato su quel che stava dicendo Tata in giardino, intenta a descrivere cosa coltivassero alla Maison e cosa, invece, non si riuscisse a far crescere. Insomma, tutte cose molto noiose. Diane era sicura che Alessandro avrebbe preferito di gran lunga giocare insieme a lei. Cosa poteva fare per convincerlo? Far finta di stare male in modo da farsi prendere in braccio? No, Tata non voleva vederla in braccio agli adulti; avrebbe potuto farlo solo quando lei non c'era o non guardava. Avrebbe potuto cantare una canzone oppure prendergli la mano di nascosto e portarlo in camera per fargli vedere il suo album di foto. No, era troppo concentrato. Così decise di andare a prendere un foglio nel suo zainetto di scuola e fargli un disegno, scrivendo un messaggio da cui lui avrebbe capito chiaramente quali erano i suoi sentimenti ed i suoi desideri.
Si mise al lavoro, non aveva tempo da perdere. Un cuore con scritto a caratteri cubitali DIANE, così da non fargli mai dimenticare il suo nome, tante stelline e fiori ovunque e, dopo averlo piegato in due, all'interno del foglietto scrisse: "Vie a jue avece mua dan la sciammb". La bambina faceva la seconda elementare e non sapeva scrivere molto bene, ma questo lei lo ignorava completamente. Così andò decisa verso il suo futuro migliore amico, gli porse il foglio e, con un sorriso inconfondibile e gli occhi pieni di gioia, aspettò una risposta. Alessandro sorrise e la ringraziò dicendo che era davvero molto carina, lesse la frase, o almeno cercò di leggere, ma era impossibile per lui decifrare quei caratteri. La guardò con aria interrogativa e Diane, non capendo, ci rimase male e, a voce alta, disse: «Ti ho scritto di venire a giocare insieme a me nella camera!».
Non ebbe quasi il tempo di terminare la frase che sentì Tata alle sue spalle chiamarla: «Diane! Smettila di girarci intorno, devo finire di far fare il giro della Maison. Se vuoi vieni anche tu, ma stai tranquilla». Nemmeno Tata credeva fino in fondo a quelle ultime parole: venire con loro e stare calma? Diane? No, non era proprio da lei. Ovviamente la bambina accettò l'invito sorridendo e prese la mano di Alessandro con aria molto disinvolta, come se l'avesse fatto da sempre o come se avesse aspettato fino a quel momento per farlo.
Andarono a vedere i dormitori dei maschietti e quello delle femminucce, le stanze dei volontari e salirono sulla collina per vedere il panorama dall'alto. Alessandro si sedette su un grande masso, proprio il più alto. Ammirava il villaggio e la natura sovrana tutt'intorno. I pipistrelli aggrappati agli alberi facevano i loro strani versi e ogni tanto prendevano il volo per poi ritornare sui loro rami. Diane non si fece scappare l'occasione di rimanere un po' sola insieme a lui e salì sul grande masso.
«Hey piccola, hai proprio deciso di sposarmi, eh?», scherzò Alessandro.
«No! Voglio che diventiamo amici!», ribatté schietta la bambina.
«Pensavo ti fossi innamorata di me!».
Diane rise imbarazzata e poi disse: «Beh, se non vuoi essere mio amico possiamo anche sposarci!».
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Storie di bambini senza confini
Aktuelle LiteraturQuesti racconti arrivano da lontano. Da un luogo magico, nato in un villaggio del Togo, in Africa. Queste sono le storie dei bambini della Maison, una casa d'accoglienza per bambini orfani e disagiati, ma anche piena di allegria e amore. è una let...