«Come è possibile che in tutto il Togo non ci sia una scuola di ginnastica artistica?».
Tata parlava al telefono, probabilmente con qualche associazione sportiva della capitale. Era da un po' che Susanna desiderava iscrivere Blessing ad una scuola di quel tipo. I bambini non sapevano esattamente che cosa volesse dire e cosa si facesse in particolare durante quel tipo di corsi. Blex, come la chiamava spesso Tata, era molto portata per lo sport e per tutto ciò che richiedeva movimento e agilità.
Tata smise di parlare al telefono e, spazientita, si lamentò con Antoinette, la cuoca della Maison.
«Non capisco. Come fanno questi bambini a seguire un loro percorso se non ci sono le strutture o anche solo degli insegnanti e delle attrezzature per poter sviluppare le loro capacità?».
Come sempre, Antoinette fece cenno di sì col capo, dicendo che in Togo non c'era nulla, ma nemmeno lei conosceva il significato del termine "ginnastica artistica". Tata lo capì, ma non disse nulla. In quel momento non aveva voglia di dare spiegazioni. Era troppo nervosa, magari l'avrebbe fatto più tardi. Si alzò dalla panca della cucina e si diresse verso camera sua dicendo: «Avremo solamente parrucchiere e sarte... in tutta l'Africa!».
Purtroppo Tata molte volte si dimenticava che lì non esistevano moltissime delle cose che c'erano in Occidente. Inoltre, pur avendo i mezzi, il governo non investiva sulle istituzioni scolastiche togolesi e l'istruzione dei bambini e dei ragazzi era presa molto poco in considerazione nel Paese.
Mentre Tata cercava di combattere contro il sistema, i bambini stavano seguendo il corso di acrobazie, con il loro insegnante Kosha. Blessing era l'unica tra le femmine a partecipare con entusiasmo e questo la classificava come "il maschiaccio" tra le bambine, ma a lei non importava. Sapeva bene come farsi rispettare quando ne sentiva il bisogno. Era sicura di se stessa, anche se molte volte le ragazze grandi la facevano piangere ingiustamente.
«Vai Blessing, salta più in alto!». Era l'insegnante che la incoraggiava a fare sempre meglio, sempre più veloce, sempre più in alto. Stavano facendo un esercizio che Tata, apprensiva com'era, preferiva non guardare. Pensava sempre che i bambini potessero ferirsi, quindi sceglieva il male minore e girava lo sguardo per non assistere. Dovevano fare dei grandi salti e poi, girando su se stessi, dovevano aggrapparsi con le gambe all'istruttore. Insomma, erano esercizi con acrobazie a volte pericolose per dei bambini di otto anni, ma loro si divertivano ed erano entusiasti di quell'attività.
Ogni volta che facevano la torre umana, a Blessing sembrava di essere una piccola scimmietta, che doveva arrivare fino in cima, arrampicandosi sui corpi dei compagni. Quando arrivava in alto e doveva mantenersi in equilibrio, guardava solo un attimo verso il basso per misurare con lo sguardo quanto la separava dal suolo, ma poi riservava il piacere a ciò che vedeva oltre le chiome delle palme.
Solo una volta cadde, ma per fortuna l'istruttore la prese al volo. Non aveva avuto paura, anzi, aveva sentito l'adrenalina e avrebbe voluto rifarlo per riprovare la stessa sensazione. Tutti i maschietti l'ammiravano per questo suo coraggio, a detta loro non propriamente femminile e, per questo motivo, spesso le altre bambine si ingelosivano e non volevano giocare con lei. Questo rattristava molto Blessing, perché nonostante le piacessero i giochi "da maschio", sapeva essere anche molto femminile e adorava giocare con le pochissime bambole di cui disponevano, oppure a mamma e figlia, o alla maestra. Mentre Blessing faceva le acrobazie e prendeva i complimenti da Bienvenu e Casimir, una piccola spiona osservava la scena da dietro la staccionata. Era Diane, che quel giorno non si era svegliata molto bene e aveva deciso di infastidire un po' tutti quanti. Quella stessa mattina aveva già fatto arrabbiare Tata e anche all'ora di pranzo. Quando i bambini erano rientrati da scuola lei era l'ultima e l'espressione che aveva indicava perfettamente le sue intenzioni: oggi faccio impazzire tutti.
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Storie di bambini senza confini
General FictionQuesti racconti arrivano da lontano. Da un luogo magico, nato in un villaggio del Togo, in Africa. Queste sono le storie dei bambini della Maison, una casa d'accoglienza per bambini orfani e disagiati, ma anche piena di allegria e amore. è una let...