C'erano una volta un lebbroso e un povero mendicante che morivano di fame. Entrambi decisero, all'insaputa dell'altro, di suicidarsi. Un bel mattino, al primo canto del gallo, il lebbroso prese il sentiero che portava al fiume, dove voleva affogarsi. Il mendicante fabbricò una solida corda e si arrampicò su un albero per poi impiccarsi. Nel cammino, il lebbroso, per una felice coincidenza, trovò del tubero cotto e fatto seccare, dimenticato da qualche paesano sotto le ceneri. «Oh!», gridò il lebbroso, «cosa vedo!? Sono salvo!», e si precipitò sui pezzi di tubero per mangiarli di buon gusto. Soddisfatto del suo pasto, si stiracchiò, sbadigliò, fece un sospiro di sollievo e disse: «Che il cielo sia lodato!». In quel momento comprese che l'avvenire poteva ancora sorridergli; decise così di non suicidarsi.
Il mendicante, appeso sul suo albero dove voleva impiccarsi, osservava ed ascoltava il lebbroso che si era appisolato sul tronco dello stesso albero. Stupito da tanta saggezza, il mendicante arrotolò la corda su se stessa, la gettò a terra e scese con gran sorpresa del lebbroso che pensava di essere solo. Il mendicante decise di non suicidarsi e ritornò nel suo villaggio natale per coltivare la terra di suo padre.
Qualche anno più tardi, divenne l'uomo più ricco del villaggio e, in segno di gratitudine, riempì di regali il lebbroso, il suo salvatore e uomo pieno di saggezza. Da quel giorno né il lebbroso né il mendicante pensarono più di suicidarsi, anche quando soffrivano.
Come dice la saggezza del popolo Kabyé: «La sofferenza non uccide, è il perdere la speranza che annienta l'uomo».
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Storie di bambini senza confini
Algemene fictieQuesti racconti arrivano da lontano. Da un luogo magico, nato in un villaggio del Togo, in Africa. Queste sono le storie dei bambini della Maison, una casa d'accoglienza per bambini orfani e disagiati, ma anche piena di allegria e amore. è una let...