mr. marshall

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si dice che quando un uomo sui 30 anni si innamora di una ragazza di 20 anni, non è la giovinezza di lei che egli cerca, ma la sua.
ma così non fu tra noi.
non nella nostra storia.

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una ragazza come tante,in un'università come tante ma con una grande voglia di costruirsi un futuro e due occhi color cielo che riuscivano a intimidire tutti.

Quando ebbi accesso per la prima volta tra le mura di questa struttura non feci caso al modulo che mi era stato assegnato,poichè l'ultima cosa che avrei pensato era l'assenza e la successiva sostituzione del mio professore preferito.

lui non era come gli altri,ti ascoltava a prescindere dal tuo rendimento, non aveva pregiudizi nè tantomeno sminuiva i suoi studenti,amava il suo mestiere e la sua vita,ma ciò gli fu tolto troppo presto.

Quando venni a sapere il motivo delle sue ripetute assenze persi un battito.
non era possibile.

il prof smith non poteva essere morto.
Rimurginai tutta la notte,mentre i pensieri e i sensi di colpa per non avergli mandato un messaggio mi staccavano il cervello a morsi.

Combattei con il pensiero di abbandonare tutto ma fui più forte di così e amai ancora di più la sua materia per rendergli onore.

Quella mattina mi svegliai alle 5,con le occhiaie violacee a ritoccare il mio volto distrutto e la bocca secca come se non bevessi da anni.

Mi incamminai presso la cucina per mangiare qualcosa ma non riuscii a mandare giù nemmeno un boccone.
I funerali.
La sua morte.
Era una tragedia.

Sprecai due ore piene a coprire la mia faccia di trucco per non sembrare un defunto appena uscito dalla tomba dopo un lungo ciclo di putrefazione e tra uno strattone e qualche strisciata contro il muro riuscii a giungere a scuola sana e salva.

Mi guardai intorno,sembravano tutti sconvolti.

Stavano tutti in piedi davanti la foto del professore gli occhi puntati verso il basso e le espressioni spaesate,con un pizzico di delusione ad accompagnare il tutto.

Ebbi un conato di vomito quando vidi i bulletti della scuola ridacchiare nonostante la situazione in cui ci trovavamo,poteva essere loro padre,cazzo.

Ignorai tutti e proseguii verso l'aula in cui si svolgeva la mia lezione,arrivai con qualche minuto di anticipo ma notai che tutti erano presenti e stavano questionando sul fatto che non ci fosse nessuno.

Feci per chiedere se mancasse qualcuno ma le parole mi morirono in gola quando alla mia vista apparve un uomo,era lui:
il nuovo professore di giurisprudenza.
Mi trattenni dal pensare che non sarebbe mai stato professionale e buono come lo era il prof smith ma mi lasciai addolcire dall'idea che sarebbe stato anche lui un buon professore.

Non mi consideravo una secchiona,nè tantomeno una nullafacente,ma se si trattava del mio futuro ero pronta a saperne di più,così quando capii che la situazione riguardava più me che i suoi colleghi mi feci avanti per chiedere:"salve,è lei il nuovo professore di giurisprudenza?"
lui rispose alla mia domanda con uno sguardo fugace,ma ignorò completamente ciò che gli dissi per cominciare la sua frase da zero.
iniziamo bene.
pensai tra me e me mentre lo squadravo dalla testa ai piedi.

Era impeccabile.
Ogni dettaglio della sua figura mascolina era curato con serietà,come se dovesse risultare perfetto.
Era un uomo molto alto,non dava l'impressione di essere un palestrato ma la sua figura non passava certamente inosservata.
Le linee del suo viso erano tutt'altro che morbide,ma bensì taglienti e ben delineate,il contorno della sua mascella era perfettamente retto e se qualcuno avesse provato a misurarlo con un metro non avrebbe trovato grandi difficoltà.
le sue spalle erano massicce ma allo stesso tempo ben portate e slanciavano il suo addome verso l'esterno facendolo rimanere al centro dell'attenzione.
Non aveva caratteri particolari nel corpo ma portava gli occhiali ed era come un dobermann con il collare in oro,un perfettino dall'animo impetuoso.

Lo si vedeva dallo sguardo,i suoi occhi puntavano fisso ogni studente con aria rude e rispettosa ma allo stesso tempo incredibilmente affascinante e ogni volta che qualcuno incontrava le sue iridi si percepiva il respiro di quest'ultimo aumentare,come se quell'uomo potesse rimproverarti solo guardandoti.

Aspettavamo tutti una sua presentazione con il fiato sospeso e dopo aver dato un ultimo sguardo alla classe si sedette comodamente sulla sedia e disse:<<buongiorno ragazzi,io sarò il vostro nuovo professore di giurisprudenza>> fece una breve pausa per poi proseguire:<<so cosa è successo al signor smith,mi dispiace molto,spero di avere un rapporto positivo con voi e mi piacerebbe iniziare con delle presentazioni,un po' per conoscerci meglio>>

il suo tono era autoritario ma gentile e non dava affatto l'impressione di una persona burbera al contrario del suo aspetto.

Iniziò a camminare verso un mio collega di corso e chiese lui di presentarsi così quello cominciò a farfugliare qualcosa.
Forse potevamo iniziare con il piede giusto,magari sareb-
i miei pensieri furono interrotti da una pallina di carta che mi colpì dritta nella nuca,mi girai lentamente irritata da quel gesto e alle mie spalle vidi ridacchiare il più infantile di quell'aula,un ragazzetto di nome tommy con il viso totalmente coperto dai brufoli e l'abbigliamento di un bimbo di 10 anni.

Gli lanciai un'occhiataccia e mi ricomposi ma una volta tornata al mio posto notai davanti a me il professore intento ad aspettare che io mi girassi.
Non poteva conoscermi in modo peggiore.

<<signorina la chiamo da mezz'ora>>
<<mi scusi>>
<<dunque vuole dirmi il suo nome oppure preferisce continuare a chiacchierare con il ragazzo dietro?>>
<<mi chiamo Amiria,Amiria Anderson ehm mi piac->>
<<può bastare,hai già fatto la tua figura prima>>
distolsi lo sguardo dal suo viso patetico e mi ricredetti subito,quell'uomo era un abominio.

Dopo altre 2 o 3 presentazioni lo sentii accomodarsi nuovamente su quella sedia che un tempo apparteneva a un uomo migliore di lui,si rimboccò le maniche lasciando scoperte le sue braccia venose dal colorito piuttosto chiaro e poi prese a guardarsi intorno una seconda volta.

I suoi occhi si incastrarono con i miei per qualche secondo e pensai che fosse uno degli sguardi più dominanti e presuntuosi che avessi mai visto.

Sospiro senza preoccuparsi di fare rumore e mi soffermai ad ammirare il suo petto che si muoveva con il suo respiro,poi disse qualcosa.

<<bene,adesso dovrei presentarmi io,presumo>>
alcuni ragazzi seduti agli ultimi posti ammazzarono il disagio con delle battute sottovoce che mi fecero sorridere,poi imbarazzati chiesero al professore come si chiamasse
<<james marshall>>
disse tutto d'un fiato,fiero di pronunciare quelle parole.

Si notava lontano 3 metri che fosse un egocentrico del cazzo,uno di quelli che ti scrutano per ore e non notando nulla di speciale in te ti lasciano lì,a rimurginare e farti paranoie.

Uno di quelli che trovano difetti,difetti e mai un pregio,che si lasciano influenzare dal primo pensiero che hanno su di te e ricordando la figuraccia di prima immagino che si sia già fatto un'idea del tutto sbagliata su chi sono io.

Il modo in cui mi aveva umiliata,seppure fossero parole non troppo pesanti,ma ciò che mi colpì di più era come le aveva pronunciate.
Con quell'aria di superiorità,con le dita piene di anelli a strofinarsi il mento mentre aspettava che io smettessi di guardare tommy.

Mi appoggiai al muro.

Non sarei sopravvissuta senza litigare con lui.

the favorite studentDove le storie prendono vita. Scoprilo ora