See you tonight, baby

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<<HEY!>>
gridai alzandomi frettolosamente e provando a raggiungerlo,ormai si era mostrato e nulla mi avrebbe impedito di smascherarlo.
Provai ad andargli dietro,correndo più che potessi e quando mi trovai proprio sul punto di catturarlo la sua figura nera e incognita sfuggì al mio tatto.
Improvvisamente lo stalker prese a correre e si infilò all'interno di una macchina rossa,poi accellerò e scappò via.
Provai,nonostante la velocità dell'auto,a correre verso la sua direzione ma proprio come previsto non riuscii nel mio intento.
Mi ero appena fatta scappare una delle risposte alle mille domande che assillavano la mia mente da quando avevo stretto quel qualcosa con James.
Era un periodo strano quello,non sapevo cosa volevo,nè cosa provavo ad ottenere,amavo davvero James?
provavo forse qualcosa per mike?
cosa stava succedendo?
quell'uomo era entrato nella mia vita sconvolgendo la quotidianità dei miei giorni,dando una svolta a tutto,sia in meglio che in peggio.
Mi avviai verso la scuola ma all'entrata fui bloccata da un alunno frequentante la mia stessa classe.
<<ciao,anche se non hai una buona reputazione qui,vorrei invitarti al mio party in casa di stasera,sono invitati tutti i compagni del corso insieme al prof. Marshall>>-iniziò a frugare nelle sue tasche,poi uscì un foglietto con su scritto l'indirizzo della sua abitazione e me lo porse-<<ecco l'indirizzo>>
<<oh,d'accordo>>
dissi io prendendo il bigliettino e ripiegandolo per poi infilarlo in borsa.
<<perfetto,allora ciao>>
mi salutò e andò via.
Durante il tragitto verso il mio corso lo vidi distribuire biglietti anche ad altri alunni ma mi bloccai quando misi a fuoco con chi stesse parlando.
Erano tommy e il suo amico,non sapevo se mi facesse piacere che ci fossero o se fossi altamente turbata dalla notizia.
Ciò che era chiaro era questo:tommy sarebbe probabilmente venuto alla festa a casa del ragazzo e avrei dovuto sopportare la sua presenza per tutta la sera.
All'improvviso realizzai che,se era stata davvero invitata tutta la nostra classe,anche Ashley sarebbe venuta.
In quei giorni sembravamo sconosciute,parlavamo poco e sebbene condividessimo lo stesso appartamento ci vedevamo davvero raramente.
Non perchè eravamo litigate o ci stavamo antipatiche,ma perchè i nostri orari erano totalmente diversi e combaciavano a malapena,il fatto della strana relazione con james mi aveva allontanata non solo dalla mia quotidianità ma anche dalla mia migliore amica ed era uno dei lati negativi dall'avere un ragazzo:prima o poi dedicherai a lui lo stesso tempo che dedichi alle tue amiche,se non di più.
Mi ritrassi nelle spalle imboccai l'entrata all'aula,james era già seduto attendendo che entrassimo tutti in classe per fare l'appello.
<<buongiorno>>
salutai,fingendo che quell'uomo fosse soltanto il mio professore e in risposta ebbi un cenno col capo.
Vi era un intenso odore di spirito dovuto alle pulizie mattutine e la classe era ancora semivuota.
Una buona parte dei banchi non era ancora stata occupata ma in fondo vi erano due file di alunni.
Mi incamminai presso il posto al centro,accanto ad Ashley.
<<ei!>>
la salutai porgendo una mano in segno di saluto davanti la sua visuale.
<<ami!>>
disse togliendo dalla mia sedia il suo zaino così che mi potessi accomodare al suo fianco.
<<marshall ha detto che oggi interroga>>
mi avvertì con le mani tra i capelli disperandosi tra un argomento e l'altro.
<<passo,ho sonno e voglio dormire>>
<<disse quella con il pass>>
<<ei!anche se c'è qualcosa tra noi non vuol dire che sono "raccomandata"!>>
<<si amiria ci crediamo tutti,comunque non saprei come biasimarti,sia alunne che prof sbavano dietro la sua tartaruga>>
<<ti prego!hai visto la faccia di jessie byers stamattina?che orrore..>>
<<sii,ti prego potrebbe venirmi un conato di vomito,era lì con le tette all'aria a chiedergli l'ora,ridicola>>
<<se solo sapesse cosa ci faccio in camera del suo professore preferito 6 sere su 7>>
<<amiria!troppo esplicita,stai facendo un passo verso il macello,dov'è finita la ragazzina che mi fa il broncio quando bestemmio?>>
Urlò ridendo di gusto e agitandosi a destra e manca sulla sedia.
se lo sapessi,dov'è finita la vecchia me..
ridacchiai alle sue parole sebbene mi avesse soltanto fatto notare quanto fossi cambiata.
Forse era un bene,o forse no,ma non mi riconoscevo più già da un pezzo.
Nonostante ciò fui davvero felice di passare qualche ora con Ashley,mi mancava il rapporto che avevamo prima di tutta quella storia e mi sarebbe piaciuto trascorrere più tempo con lei.
A ridere guardando un film di Adam Sandler,piangere ascoltando the night we met o comportarci come due bambine bevendo frappè alla fragola e mangiando smarties.
In tutto ciò James aveva già messo le presenze dando un'occhiata alla classe e si era messo a sfogliare il registro cercando un nome da chiamare.
Scrutò i visi degli alunni,ansiosi e tremolanti,proprio come fa un leone quando avvista una gazzella e sa che quello sarà il suo prossimo pasto.
I suoi occhi scuri incontrarono i miei guardandomi dall'alto del suo metro e 85.
Aveva come al solito la camicia sbottonata ma perfettamente adeguata al contesto scolastico,con quel fascino avrebbe fatto seppellire ogni altro professore con un'impercettibile possibilità di fare colpo sulle professoresse single.
Si sedette sul bordo della cattedra e continuò ad osservarmi per ancora qualche secondo,era incredibile come anche solo un suo sguardo poteva paralizzarmi e disabilitarmi completamente.
<<ami,sono sicura che marshall ti stia guardando>>
mi sussurrò Ashley all'orecchio,ma essendo troppo impegnata a ricambiare le occhiate di james ci misi un po' a risponderle.
<<sì ash,ho notato>>
dissi sorridendo a vuoto.
<<Wheeler e Shulman,interrogati>>
annunciò la voce di James,la stessa voce che usava per dirmi quanto mi amasse,con le stesse labbra con cui mi baciava,sfogliando il libro con le stesse mani che usava per toccarmi.
Provai a interrompere i miei pensieri più volte,ma le immagini più sconce che mi passavano per la testa avevano come protagonista il mio professore e non era affatto tacile cessare quelle scene.
Passarono due lunghe ore e finalmente la campanella mi riportò alla vita reale.
Amavo vederlo nel concetto di professore ma la sua materia era stancante così come tutte le altre e la noia era mortale durante le interrogazioni.
<<vado a vedere se riesco a prendere qualcosa alle macchinette senza rompere un arto a qualcuno,ciao!>>
mi salutò Ashley,seguita da tutta la classe.
Ormai all'interno dell'aula eravamo rimasti io e lui.
<<è andata>>
disse lui dopo un lungo sospiro rompendo il silenzio.
<<chi?>>
<<nel senso che ce l'ho fatta>>
<<a fare cosa?>>
<<a non venire lì a baciarti davanti a tutti nel bel mezzo dell'interrogazione>>
oh..
sapeva sempre come zittirmi.
Mi incamminai verso di lui assicurandomi che per i corridoi non passasse nessuno.
<<è stato difficile?>>
chiesi guardandolo dal basso a pochi centimetri da lui.
<<non immagini quanto>>
Rispose,mettendomi una mano nel fianco destro e mantenendo la presa ben salda.
<<james,potrebbero vederci>>
sussurrai con il cuore che batteva all'impazzata mentre mi guardavo intorno.
<<ormai sanno tutto>>
<<sì,ma se ci vedono così è peggio,dobbiamo stare molto attenti>>
<<ti va di andare nel mio ufficio?>>
<<nel..tuo ufficio..?>>
<<sì,lì non ci vede nessuno,abbassiamo la tendina nella finestra che da fuori e siamo apposto>>
cosa voleva fare con me nel suo ufficio?
la proposta era assolutamente convincente ma non mi sentivo ancora pronta a spingermi troppo oltre con lui.
Nonostante ciò i sentimenti avevano ormai preso il sopravvento e non avrei mai potuto rifiutare una domanda del genere,perciò annuii e lo seguii incamminandomi nei corridoi.
Giunsimo davanti una porta in legno,isolata dalle classi,con su scritto "Marshall's office"
<<prima le signore>>
disse con tono ammaliante aprendo la porta e facendomi entrare all'interno.
La stanza era abbastanza stretta sebbene da fuori potesse sembrare immensa,vi era una scrivania e il colore prevalente era il rosso vellutato.
Vi era una finestra che dava all'esterno,come mi era già stato accennato,ma poteva essere benissimo chiusa utilizzando la tendina del medesimo colore.
Qua e là si potevano trovare piantine,mappamondi e qualche foglio spiegazzato ma che non nuoceva affatto l'ordine della stanza.
<<sembri affascinata>>
Sussurrò con voce roca dietro di me,giusto a un palmo dal mio collo.
Mi girai per incontrare i suoi occhi da predatore e annuii priva di voce,ma con sguardo incantato.
<<lo sai a cosa pensavo mentre interrogavo?>>
<<a cosa pensavi?>>
<<a te>>
<<e che pensavi di me?>>
<<più facile a farlo che a dirlo>>
Le sue morbide labbra furono presto sulle mie,una delle sue mani tornò ad afferrare il mio fianco destro mentre l'altra si occupava di posizionarsi dietro la coscia.
Con un braccio riuscì a sollevami,era incredibile la facilità con cui mi prendeva,poi mi posizionò sulla sua scrivania.
Continuai a baciarlo ma ben presto le sue labbra scesero a lasciarmi alcuni succhiotti bollenti sul collo,così gettai la testa indietro per facilitargli il lavoro.
Aprii leggermente le gambe in modo da  farlo entrare meglio e le sue mani scesero dai miei fianchi al mio fondoschiena.
Presi ad accarezzargli i capelli mossi e lo sentii mugugnare qualcosa al mio orecchio,cosa che mi fece venire i brividi.
Improvvisamente due colpetti alla porta ci riportarono alla realtà,ero così presa dal momento che ci misi un po' a capire cosa diavolo fosse successo.
Sentii James imprecare sottovoce e realizzai che qualcuno avesse appena bussato alla porta così scesi immediatamente dalla scrivania e mi sistemai per bene.
<<signor. Marshall,è permesso?>>
una voce femminile proveniva dall'esterno dell'ufficio e sembrava avere davvero bisogno di entrare.
<<un momento,mi scusi>>
disse james temporeggiando mentre continuava a massacrare la sua chioma di capelli castani per la confusione.
<<nasconditi dentro l'armadietto>>
<<cosa?no! non possiamo semplicemente fingere che tu mi stessi rimproverando per qualcosa?>>
<<assolutamente no,hanno già troppi sospetti su noi,devi nasconderti>>
che scortese,pensai,e mi diressi presso l'armadietto che chiusi bene assicurandomi che nessuno spiraglio mostrasse la mia presenza.
Potevo perfettamente udire tutto e sarei probabilmente riuscita anche a sbirciare un pochino dalle fessure al centro,provando a non farmi sgamare.
Il bussare alla porta divenne irrequieto e James si affrettò ad aprire.
Entrò nell'ufficio la segretaria della scuola,una donnetta alta sù per giù 148cm e con un gran brufolo sulla guancia destra.
<<Professor. Marshall devo parlarle urgentemente>>
<<vuoi che chiuda la porta,consuelo?>>
quella donna aveva un nome?
<<sì,grazie,se non le dispiace>>
<<nessun problema>>
sentii james dirigersi verso la porta per poi chiudersela alle spalle mentre la collaboratrice scolastica che a quanto pare si chiamava consuelo si accomodò sulla sediolina in pelle davanti la scrivania.
Se penso che qualche minuto prima james mi baciava ovunque mentre me ne stavo lì sopra mi vengono i brividi.
Cosa sarebbe successo se non ci avessero interrotti?
<<allora,consuelo,cosa dovevi dirmi?>>
<<signor Marshall..c'è una donna qui fuori, urla da mezz'ora e di tanto in tanto tira qualche sasso,mi ha minacciata che se non l'avessi fatta entrare avrebbe appiccato un incendio proprio sulla struttura ma sembrava instabile e ho deciso di non farla entrare,voleva parlare con lei,signore,cosa faccio?>>
<<cazzo,com'era la donna?>>
<<molto alta,signore,e aveva dei capelli castani molto lisci>>
<<sai dirmi se indossava qualcosa di marca?>>
<<oh sì,io non me ne intendo di moda,ma credo che i suoi vestiti fossero molto costosi>>
<<falla entrare,e dille che di darsi una calmata>>
<<ma signor Marshall, ne è sicuro?se avesse qualcosa con sè?se le facesse male?oh non oso immaginare cosa ne sarebbe di questo posto!no,la prego,rimanga qui dov'è, chiamo le autorità>>
<<no,consuelo,falla entrare me la vedo io>>
<<ne è sicuro?..la prego,rifletta>>
<<falla entrare.>>
<<va bene,ma stia attento>>
Dalla descrizione di consuelo si dia il caso che quella donna fosse identica ad Agnese ma non sarebbe giusto dare giudizi troppo affrettati solamente poichè la donna che più odio è la stessa donna che ha sposato il mio quello-che-è..
James faceva avanti e indietro per la stanza in attesa di ricevere la scellerata in questione,aveva ancora le mani tra I capelli e torturava le sue scarpe tirando qualche calcio qua e là.
Improvvisamente sentii dei passi tempestosi avvicinarsi sempre di più all'ufficio.
<<amore!quella zingara coi capelli oleosi non voleva farmi entrare!>>
<<Agnese,siediti>>
come non detto,i miei giudizi affrettati erano corretti.
<<non mi baci nemmeno?>>
<<sono troppo incazzato per baciarti,cosa ti è saltato in mente!>>
<<amore ma dai!si scherza>>
<<cosa ci fai qui e perchè tutta quella scena?>>
<<volevo vederti!e volevo dirti anche una cosa>>
<<sarà meglio che sia importante,sto sprecando già troppo tempo per le tue scenate>>
<<sai che sei proprio sexy con questa camicia tutta aperta?>>
<<sono solo due bottoni agnese,dimmi cosa dovevi dirmi e vattene,ti prego>>
<<allora..partiamo dicendo che organizzerò insieme ad Alex la festicciola del tuo corso!sai com'è,c'è la figlia di Zahira in classe con voi e ci lavoriamo insieme>>
<<chi è Alex?>>
<<ma come!è il ragazzo che distribuisce i biglietti per il party a casa sua!che ne pensi riguardo il fatto che sarò a capo della festa?>>
<<mi sembra una buona idea>>
<<sii!sapevo che ti sarebbe piaciuto!ma devo chiederti una cosa>>
<<cosa c'è adesso?>>
<<c'è anche Amiria,giusto?>>
<<sì,perchè?>>
<<così,per sapere>>
<<sicura che non ci siano altri motivi?>>
<<no,ciao!>>
Agnese svanì con il suono dei suoi tacchi così come aveva avuto accesso alla stanza.
Mi assicurai che James avesse chiuso a chiave la porta per aprire l'anta dell'armadietto,lì dentro si moriva di caldo.
Sbuffai rumorosamente con le guance paonazze e mi sedetti per terra appoggiando la schiena contro il ferro dell'armadio.
James sembrava più infastidito e confuso di prima,venne verso di me e si sedette al mio fianco nella medesima posizione.
<<quindi la festa la organizza la pazza?mi aspetto le molotov al posto dei fuochi d'artificio e il veleno al posto dell'alcol allora>>
Ridacchiai sotto i baffi avvertendo una certa tensione,l'ultima cosa che volevo in una situazione come quella era farlo incazzare con qualche battuta di cattivo gusto.
Nonostante ciò però i muscoli della sua faccia si rilassarono immediatamente e gettò la testa all'indietro ridendo.
Era così dannatamente attraente.
Il suo pomo d'adamo faceva su e giù in un movimento così veloce e fluido da sembrare quasi impercettibile,riuscivo quasi a sentire il battito del suo cuore e il suo respiro.
<<a quanto pare siamo tutti fottuti>>
disse lui con la testa ancora all'indietro e la fronte quasi appoggiata all'armadietto.
<<Agnese ha detto che consuelo è una zingara,ma di che nazionalità è?>>
<<è rumena,solo che la mia amata mogliettina tende a discriminare anche per l'accento e quando non hai la cadenza milanese sei automaticamente un barbaro>>
<<un po' come gli antichi romani>>
<<peggio,se avesse vissuto in quel tempo sarebbe stata la causa del crollo dell'impero romano>>
<<secondo me sarebbe stata l'impero romano stesso>>
<<è anche probabile>>
rimasimo per terra ancora per qualche minuto,aggiungendo sempre più dettagli al discorso e ridendo senza sosta,ci resimo conto alla fine che fosse ormai ora di pranzo.
<<cazzo sono già le 14:30>>
<<siamo stati qui per tutto sto tempo?>>
<<a quanto pare sì>>
<<stasera c'è la festa di cui parlavamo prima,dimmi che ci vai ti prego>>
<<non credo di andarci>>
<<ma come?dai ti prego se non ci vai non ci vado>>
<<amiria vacci tu,io rimarrò a casa ad ascoltare musica e ingozzarmi di patatine al barbeque>>
<<ma siamo tutti quelli del corso,che gusto ci sarebbe senza l'insegnante stesso?>>
<<sto scherzando ami!avevo già dato la conferma a quel tipo ieri sera>>
<<che coglione mi avevi già smontato la serata>>
<<vado a cercare qualche schifezza da mangiare a pranzo,ci vediamo stasera piccola>>
<<a stasera>>
mi misi in punta di piedi così da lasciargli un bacio a stampo e poi uscii saltellando dal suo ufficio.
Dopo quelle ore con James il mio umore era, come sempre, alle stelle.
Mi sentivo come una bimba che ha accumulato pacchi di caramelle a sbafo,come un padre che ha appena finito di vedere la partita vinta dalla sua squadra preferita,come un lettore quando finisce di leggere quello che diventerà il suo libro preferito.
Era così che mi faceva sentire James Marshall,una pasqua e un fuoco allo stesso tempo.

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