one step forward and two steps back

21 1 0
                                    

il mio telefono prese a squillare sul più bello,come solo lui riusciva a fare,interrompendo come al solito i momenti più belli tra noi.
Gli rivolsi un sorriso forzato e poi controllai lo schermo.
tommy?
<<chi è?>>
mi chiese con fare curioso.
<<è tommy,il ragazzo che viene a lezione con me>>
risposi cercando di aprire la chiamata.
~~~~~~~~~~~
<<pronto?>>
una strana intermittenza fulminò i miei timpani e anche james si accorse del frastuono poichè mi guardò sconvolto con espressione sofferente,cosa che mi strappò un sorriso.
<<pronto?tommy?>>
ripetei un in modo maggiormente maleducato.
Non sopportavo quel ragazzo e i suoi brufoli,desideravo solo che portasse il suo culo grasso fuori dai coglioni una volta per tutte.
dopo qualche minuto di attesa feci per chiudere la chiamata ma finalmente parlò.
<<so quello che fai,sappi solo che se parli sei morta.>>
Detto ciò mi chiuse in faccia.
A quelle parole il cuore mi si strinse in gola come un papillon,lui sapeva tutto.
Ma quale parte di 'tutto' mi spaventava?
Che James avrebbe potuto dire addio alla sua carriera e dunque alla sua vita o che non lo avessi più visto?
Ingoiai quello spillo e sorrisi a James per mostrarmi più disinvolta e fingere di non aver sentito nulla.
<<quindi?che voleva?>>
mi chiese dondolando le braccia appoggiato al bancone della cucina.
<<ah,nulla>>
<<Amiria stai mentendo,sento il tuo battito aumentare e stai guardando in basso.>>
<<no James,sto dicendo la ver->>
<<lui sa,vero?>>
a quelle domande persi il fiato.
era stato più furbo di me e la delusione sarebbe stata moltiplicata per due,non solo eravamo stati sconsiderati e irresponsabili,gli avevo pure mentito.
Lo avevo fatto per il suo bene,per non farlo preoccupare,ma avrei solo peggiorato le cose e ora che lo sapeva anche lui sicuramente non ci saremmo rivisti più.
<<Amiria,lui lo sa,vero?.>>
<<james,io..>>
le parole continuavano a morirmi in gola,non riuscivo a dirglielo,era anche colpa mia se ci avevano sgamati.
<<Amiria rispondi>>
sembrava terribilmente duro,cosa che mi intimidì.
<<mi ha detto di sapere tutto,ma magari intende qualcos'altro,non lo so..>>
<<sappiamo entrambi a cosa si riferisce e sappiamo anche cosa sia giusto per noi>>
<<e cos'è giusto per noi James?fare finta di non conoscerci e ignorarci per tutta la vita?iniziare ad odiarci per soffrire di meno?metterci con qualcuno della nostra età e dimenticarci l'uno dell'altro?>>
<<Amiria sarà difficile,ma quando uscirai da questa scuola tutto tornerà come prima,adesso sarebbe meglio prendere le distanze>>
i miei occhi diventarono presto lucidi e provai a respingere quella forza dentro di me che urlava "vattene!vattene e mandalo a fare in culo!"
Ma sapevi che aveva ragione,sapevo di starlo mettendo nei casini e mi dispiaceva tantissimo.
<<ok..>>
quelle parole uscirono dalla mia bocca come un miagolio spezzato.
Mi sentivo una merda.
Cosa sarebbe stato della sua vita se tommy lo avesse denunciato,cosa sarebbe stato della mia invece, quando la voce sarebbe girata in fretta lasciando che il mio nome venga etichettato da tutti come "quella che si fa i professori "
Non avevo mai detto nulla ad Ashley perchè la situazione era già abbastanza complicata,e se lo avesse scoperto avrei perso anche lei,poiché le avevo tenuto nascosto qualcosa di molto importante,cosa che con me,non aveva mai fatto.
Guardai James e gli dissi addio per l'ultima volta.
La cosa che mi faceva più male era il fatto che avrei continuato a vederlo ogni giorno,ma non potevo fare ciò che facevo solitamente.
Non potevo parlargli come se lo conoscessi già fuori da scuola,non potevo baciarlo,non potevo comportarmi in quella maniera.
Presi le mie cose ed uscii dal suo motel,il mio sguardo cadde su di lui che se ne stava lì,con le braccia conserte e il cuore accoltellato da mille pensieri.
Corsi con tutta la forza che avevo nelle gambe verso casa mia,non tanto per fretta ma per sfogo,non avevo voglia di mangiare,nè di dormire,nè di fare nulla.
Tutto ciò che desideravo in quel momento era non averlo mai avuto in classe,poichè se non fosse venuto lui a sostituire smith adesso avrei una vecchia racchia come insegnate e tutto sarebbe più semplice.
Ma invece no.
Mi ero dovuta per forza innamorare del professore irraggiungibile e figo di giurisprudenza e ne stavo pagando le conseguenze.
Sarebbe stato bello svegliarmi al mattino e avere,come unico problema,quello di non aver studiato,oppure quello di essere solo in ritardo.
Invece ero finita in quella situazione e tutto ciò che dovevo fare era cercare di passare anche quella.
Ingoiare un'altro litro di dolore,dare un'altro morso al rancore e dormire in un letto di pentimento.
Avevo paura e mi sentivo impotente.
Cosa avrei dovuto fare se fosse stato licenziato,per colpa mia.
Forse andare da lui e cantargli la filastrocca del perdono?
"scusa james sono stata stupidina non dovevo assolutamente spingerti dentro quel casino,facciamo pace adesso?"
Sapevo di non poter fare nulla e di dover subire in attesa di un miracolo che avrebbe fatto capire a tommy di doversi fare i cazzi suoi e lasciarci in pace.
Magari la sua vita era così triste e trascurata che pur di non sentirsi l'unico a soffrire,doveva per forza rovinare la vita degli altri.
Quella non era un'altra delle sue vittorie,non lo sarebbe stata finché non fossi riuscita a ricavare la mia parte di ragione per completare il processo di libertà relazionale.
Proseguii per la via verso casa mia,ogni strada,panchina,marciapiede e faro mi ricordava un momento trascorso con lui,quando andava ancora tutto bene,o almeno provavamo a farlo andare bene.
Arrivai davanti il portone della mia dimora,lo spalancai e fui spinta da un'insensata voglia di piangere.
Volevo stare sola,fortuna che Ashley non fosse in casa,o mi avrebbe vista in quello stato.
Volevo piangere,guardare vecchie foto e piangere ancora.
Prima di conoscerlo potevo vivere tranquillamente senza la sua presenza,ma adesso che lo conoscevo,adesso che era entrato a far parte della mia vita rendendola migliore,adesso che era diventato incredibilmente importante,non riuscivo a passare un momento senza pensare a ciò che era stato.
A ciò che non sarebbe più stato,adesso che eravamo privi della nostra libertà.
Affogai in un oceano di lacrime amare,in cui gli unici pesci erano piranha e l'unica alga pungeva fino a farmi sanguinare.
Il mio cervello venne martellato da strani pensieri,in quelle circostanze erano ben presenti,ma sorse in me la voglia di scappare,di cambiare vita e non rivedere più quella gente.
Prima di dirigermi verso camera mia mi abbandonai completamente ai miei pensieri e presi a correre verso chissà dove.
Scappai più lontano che potevo.
Senza una meta.
Senza una minima idea riguardo dove e con chi rifugiarmi.
Ne avevo abbastanza,era arrivato il momento di allontanarmi dalla negatività.

the favorite studentDove le storie prendono vita. Scoprilo ora