i miss the rage

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non sapevo più che emozione provare, avevo appena dato uno schiaffo alla moglie del mio professore e lui l'aveva apprezzato, le sue labbra contro le mie mi creavano una strana sensazione, mi piaceva ma allo stesso tempo avevo paura, e se qualcuno ci avesse visti? tipo quell'infame di sua moglie? o uno dei suoi figli? che gli avremmo detto? "scusate ragazzi è che vostra madre ha minacciato di uccidere una ragazza che ha letteralmente la vostra età, quindi fanculo il matrimonio da oggi una vostra coetanea è vostra madre" non doveva succedere,avrei fatto il possibile per mantenere questo segreto, ero brava a mentire ma prima o poi cedevo, sarebbe bastato un attimo, solo un secondo, per far crollare tutto, una carenza di attenzione e tutti avrebbero scoperto il nostro segreto, ma in quel momento non volevo avere paura, quello schiaffo mosse in me qualcosa, mi sentivo bene, avevo finalmente dato a quella donna quello che si meritava e l'avrei fatto ancora ogni volta più forte della volta precedente.

lascia le mani di james toccare i miei fianchi, mi spinse vicino a lui e mi baciò nuovamente, non mi importava più di nulla, volevo solo il suo amore.

non sapevo nemmeno cosa fosse diventata la mia vita, ero fradicia di candeggina, indossavo la maglia di un prof che stavo baciando e avevo appena schiaffeggiato sua moglie.

"forse dovresti lavarti" disse james "puzzi di ospedale come ho già detto, e a me non piacciono gli ospedali"

"hai decisamente ragione, ma quali vestiti metterei?" risposi
"quelli di agnese" disse
"ma sei impazzito? si incazzerà a bestia" risposi

james stava dando di matto, sembrava che non gliene fregasse più nulla doveva capire che eravamo pur sempre nella casa della donna che odiava e poi i suoi figli si sarebbero fatti due domande se la sconosciuta che credevano morta fosse ancora a casa loro, bagnata fradicia e con addosso solo la maglietta di loro padre.

"e allora? lasceresti una ragazza bagnata fradicia di candeggina con solo una maglietta addosso?" mi chiese, avevo la certezza che stesse diventando stupido.
ma dovevo impedirgli di fare cazzate e di farla fare a me, nemmeno sapevo cosa volessi, un po' desideravo il suo amore e un po' avevo paura
"si ma è una situazione difficile" dissi
"tu la stai facendo ancora più complicata, va a lavarti e poi ti porto a casa" rispose

ci persi le speranze e andai a lavarmi. mi feci una doccia, usai uno shampoo e un balsamo alla pesca per bambini, ero più che sicura fosse di Lexy, magari agnese non si sarebbe lamentata che avevo usato i suoi costosissimi shampoo all'avocado.

uscii dalla doccia, vicino al lavandino c'erano un paio di pantaloni grigi larghi di tuta e un maglione nero a spalla scoperta aderente e un paio di mutande nere e un reggiseno sempre nero. james li aveva messi li prima che entrassi per rispettate la mia privacy, non mi sentivo ancora a mio agio ad averlo fra i piedi mentre mi cambiavo o facevo la doccia.

mi vestii e asciugai i capelli quella doccia sembro che mi avesse fatto rinascere ne avevo un disperato bisogno, appena uscii dal bagno vidi Cristopher e una bambina mano per la mano, la bambina lo trascinava ripetendo
"andiamo a giocare dai!" tentai di svignarmela e non farmi vedere, sarebbe stato troppo sospetto, come l'avrei spiegato a Chris? purtroppo le mie paure diventarono realtà, Lexy mi vitte e disse:
"e tu chi sei?"
"lei è la tua nuova amica, Amanda, va a giocare con lei io a vado al campo di basket" disse Christopher, quello stronzo mi aveva accollato la ragazzina senza neanche dire ciao e aveva anche sbagliato il mio nome, ma magari non mi fece domande sul perché indossassi i vestiti di sua madre e fossi ancora a casa sua.

"sii esatto, piacere di conoscerti" dissi forzando un sorriso, non volevo che sospettasse quindi mi accollai l'idea do giocare con lei.

"siiiiii" corse da me mi diede un abbraccio
"ti faccio vedere le mie nuove bambole"

mi prese il braccio e mi portò in soggiorno dove c'erano diversi tipi di giocattoli sparai ovunque, in mezzo al divano completamente ricoperto di giocattoli c'era anche james che mi guardava divertito

"papà lei è Amanda la mia nuova amica" disse Lexy ancora tenendomi per mano

"piacere di conoscerti Amanda" rispose james tentando di non ridere, quasi mi faceva pena quella bambina, era ignara di tutto, avrei scommesso che se avesse saputo la verità avrebbe odiato me e suo padre.

Lexy prese un pezzo di stoffa viola scuro e me lo porse
"mettilo in testa, io sarò Elsa e tu sari Anna" disse

obbedì passammo minuto a giocare e fingere di schivare finti colpi ghiacciati.

james a un certo punto iniziò a fare video, molto probabilmente li avrebbe usati in futuro per prendermi in giro, mi stavo quasi divertendo, Lexy era molto simpatica e ogni tanto james faceva qualche battuta, passammo un bel momento.

mi dimenticai che ero nella stessa casa dove qualcuno aveva minacciato di darmi fuoco, fu un immenso sbaglio, abbassai la guardia e mi scordai che a quell'ora avrei dovuto essere a casa, si erano fatte le 13:00, era ora di pranzo, Ashley probabilmente stava per avere un attacco di panico sempre che non l'avesse già avuto.

realizzai dell'immensa cazzata che avevo appena fatto quando Lexy urlò
"mamma!" correndo ad abbracciare agnese

mi si gelò il sangue nelle vene, mi girai lentamente e vidi la figura di agnese impalata mentre Lexy l'abbracciava, non ricambiò nemmeno l'abbraccio, rimase impassibile a guardarmi con gli occhi sgranati, sembrava volesse uccidermi, cosa probabilmente vera. James si mise una mano sulla fronte e guardò a terra, probabilmente sapeva cosa stava per succedere.

agnese spinse via Lexy e iniziò ad urlare mentre si avvicinava a me

"LURIDA PUTTANA COME OSI AVVICINARTI A MIA FIGLIA? BRUTTA CAGNA TU VUOI ROVINARMI'"
"signora io-"
"TACI" mi tirò uno schiaffo mille volte più forte di quello che le avevo tirato io, non ebbi nemmeno il tempo di provare dolore che mi prese per i capelli e mi spinse al muro per poi iniziare a sbattere la mia testa contro di esso ripetutamente

"AGNESE BASTA" urlò james si avvicinò a lei ma fu inutile, lo spinse cadde all'indietro, si rigirò verso di me mi tirò un pugno, era incredibile di quanto fosse forte.

a un certo punto la voce di Lexy richiamò un silenzio tombale.

"MAMMA NON TOCCARE LA MIA AMICA" urlò, lei mi stava difendendo e mi conosceva solo da qualche ora non sapeva nemmeno il mio vero nome.

Agnese si girò e la guardò ci fu un momento di silenzio, la tensione nell'aria poteva essere tagliata con un filo.

dopo quei secondi che sembrarono anni si rigirò e ricominciò ad urlare.

"QUESTA È COLPA TUA TROIA" mi mise le mani al collo, non riuscivo a respirare, james lo notò e la prese obbligandola a lasciare la sua presa dal mio collo,

"VATTENE, VATTENE E NON TORNARE PIÙ PENSI CHE NON SAPPIA CHE R
TI SCOPI MIO MARITO?!" urlò agnese.

mi voltai verso Lexy e vidi il suo volto inondato di lacrime, corsi via e non mi guardai indietro.

era colpa mia, avevo rovinato tutto.

volevo solo sparire, corsi con le lacrime agli occhi un po' per il dolore un po' le sue parole.

era finita ed era solo colpa mia.

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