thank you

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mi diressi al bar di fiducia accanto l'università,sempre disponibile per la mia fortuna con i soldi.

Stavolta all'interno della tasca della mia giacca verde vi erano 2€,grande fortuna ripensando all'ultima volta.

Marshall era stato davvero carino quella sera,il gelato non costava molto ma non sono sicura del fatto che chiunque potesse pagare per me e per la mia distrazione.

In realtà non ero completamente povera,mia zia Louise mi inviava qualcosa dalla Francia e il fine settimana lavoravo come cameriera in un pub serale,grazie a queste piccole ancore di salvezza mantenevo l'appartamento con ashley e l'università.

Dunque comprai ancora una volta un panino al salame,unico salume esistente per la mia alimentazione ristretta,e mi sedetti al primo tavolo accanto la porta d'ingresso così che avessi visto la gente che entrava e usciva.

Non ero mai stata una tipa alla mano,solitamente finivo per rimanere esclusa per via della mia timidezza e l'unica amica più stretta che avevo era ashley,con la quale avevo sempre avuto un rapporto molto intimo.

Per un brutto e fortunatamente breve periodo siamo state lontane ma il nostro rapporto non si è mai perso nonostante la lontananza.

Tutto ciò che riuscivo a pensare era:"chissà cosa starà facendo ashley?"
"chissà se anche io le manco"
"chissà se sta bene"

Molto spesso la dipingevo oppure leggevo dei libri sull'amicizia a distanza così da non sentirmi l'unica a star vivendo un così brutto periodo.

Ma adesso siamo di nuovo insieme ed è l'unica persona cara che ho al mio fianco.

Addentai il mio panino che sembrava più gustoso del solito e passai una mezz'oretta a leggere riviste sulla cronaca nera in attesa dell'inizio della mia seconda lezione al corso di astrologia.

Per quella volta non mi dispiaceva passare delle ore con Marshall,ero felice che fosse riuscito ad aprirsi ma soprattutto che la mia teoria fosse corretta.

Anche lui aveva perso i suoi genitori,anche lui aveva sofferto per un lutto e sembrava quasi comprendermi dopo quell'episodio.

Adesso una buona porzione dei miei dubbi avevano avuto risposta,specificamente il dilemma della famiglia.

Lui aveva una moglie e 3 figli.

Mi faceva strano pensarci,era come se non potessi vederlo a casa,in tenuta da padre che raccontasse storie ai suoi figli e regalasse dei fiori a sua moglie.

Mi persi nuovamente nei miei pensieri che continuavano ad assillare il mio cervello come un telefono che squillava ininterrottamente e solo dopo una buona oretta mi accorsi che si erano fatte le 16 ed era arrivato il momento di andare in classe.

Gettai la carta del panino in un secchio accanto al bar e poi corsi verso l'uni.
Arrivai in classe in fretta e furia,immaginando già la faccia di Marshall che mi guarda sott'occhio e sorride malvagiamente sussurrando con voce demoniaca:"sei in ritardo"
Velocizzai il mio passo e giunsi finalmente davanti alla porta con il fiatone.

C'era incredibilmente caldo.

Indossavo lo stesso top della volta in cui Marshall mi rimproverò perchè ero vestita in modo inopportuno ma forse,ora che si era aperto,ora che sembrava calmo e privo di cattiveria,ora che era più umano,non mi avrebbe detto nulla.

I ragazzi del corso erano messi a cerchio e sulla lavagna vi era scritto:"pensieri"
che fosse una lezione.."di sensibilizzazione"?..

Marshall era lì,con i capelli per qualche motivo tutti scompigliati,senza occhiali e la camicia sbottonata,intento a sventolarsi con un libro di storia spieghettato.

the favorite studentDove le storie prendono vita. Scoprilo ora