unexpected

4 0 0
                                    

arrivammo a casa di mike e fui nuovamente immersa in quel mondo di meravigliose chitarre, vinili di diverse band rock,poster e foglie finte attaccate ai muri.
Mike si avvicinò a un tavolo e sistemò una sedia vicino a esso invitandomi a sedermi e cosi feci, prese il libro di storia dalla libreria, aveva la copertina strappata e le immagini al suo interno erano completamente scarabocchiate, quelli che erano dei personaggi importantissimi erano diventati dei metallari con le corna disegnate alquanto male.
<<cosa non hai capito?>> chiesi appena mike prese la pagina 245 del libro e nel suo volto apparve uno sguardo completamente perso, non potevo biasimarlo, non si capiva niente,la pagina era completamente scarabocchiata ed evidenziata a casaccio nei bordi.
<<diciamo che non ho capito niente >>
<<forse se usassi un libro degno di essere chiamato tale capiresti>> risposi ridacchiando
<<che vorresti dire? il mio libro è perfetto>>
<<no non lo è>>
mike si girò a guardarmi con sguardo di sfida, allungò la mano e prese dei fogli davanti a lui, li piegò fra loro fino a creare una specie di cannocchiale e me li sbatté in testa, gli diedi in colpetto sulla spalla e lui iniziò a ridere. amavo la sua risata e amavo vederlo felice.
<<vedi che succede ad insultare i miei libri?>> disse ridacchiando
<<non aspettarti che la smetterò di insultarli solo perché mi hai tirato della carta in testa>>
<<allora non aspettarti di non ricevere altra carta in testa>>
<<sicuramente>> dissi, mi alzai e andai verso il mio zaino per prendere il mio libro di storia decisamente più intatto, tornai al tavolo e sbattei il mio bellissimo testo sopra il suo con fierezza.
<<prendi esempio>> dissi fiera
<<dillo un altra volta e ti tiro una sedia>>
<<che aggressivo>>
<<è la cosa che amo di più di me>> accennai un sorriso e iniziai a tentare di spiegargli la lezione, fallendo miseramente, mike si distraeva ogni due secondi ed era difficile stargli dietro, la cosa peggiore era che quando pensavo che avesse finalmente capito ma subito dopodimostrava il contrario.
<<mike per l’ultima volta, quando è morto ottaviano augusto?>> dissi stremata, gli avevo  fatto quella domanda 5 volte ed era riuscito a sbagliarla per 6 volte, sarebbe stata l’ultima volta che ripetevamo per la sanità mentale di entrambi.
<<eeeh…  27 aprile del 17 d.c>>
iniziai a sbattere la testa sul tavolo dalla disperazione, sapevo che non era bravo ma non pensavo fino a questo punto
<<no mike no, 19 agosto del 14 d.c>>
<<mi sono frantumato il cazzo di ottavio agosto>>
<<ottaviano augusto…>>
mi diede uno sguardo che sembrava volesse uccidermi, si alzò e si lasciò cadere sul divano nello stesso esatto punto dove tentò di baciarmi l’ultimo volta, coincidenze?, mi sedetti affianco a lui e gettai uno sguardo su una delle sue bellissime chitarre, le guardavo come una bambina guarda quel giocattolo che vuole tanto, mike se ne accorse e disse:
<<vuoi che ti suono qualcosa?>>
i mei occhi si illuminarono, mi girai a guardarlo di scatto e sorrisi più che mai, nessuno mia aveva mai suonato qualcosa, era sempre stato il mio sogno e finalmente si sarebbe avverato, non potevo rifiutare.
<<ti prego si>> supplicai felicissima
Egli prese una chitarra e si risedette affianco a me
<<cosa vuoi che ti suoni?>>
<<mhh suonami “crazy little thing called love” dei queen>>
<<va bene>>
iniziò a suonare la canzone, erano ipnotiche quelle note, fui avvolta da una sensazione bellissima ma anche strana, mi ricordai quando james alla festa giudicò mike, non sapevo più cosa provavo per loro due, io e james eravamo obbligati alla distanza e odiavo ciò, ma amavo la vicinanza con mike il che era sbagliato perché io amavo james e lui amava me. non sapevo che fare, avevo bisogno di uno degli abbracci di james, di quella sensazione do protezione che le sue braccia attorno al mio busto mi causavano, avevo bisogno dei suoi baci che tanto amavo, del suo profumo che mi inondava ogni volta che eravamo vicini.
Nonostante i miei soliti pensieri autodistruttivi tentavo di godermi la canzone il telefono di mike si illuminò e con esso un sorriso nel suo volto.

<<chi è?>> chiesi curiosando.
<<Christopher, il figlio di james, mi ha invitato ad una festa a casa sua, vuoi venire?>>
quella domanda mi spiazzò, andarci significava vedere james, e per quanto volessi davvero vederlo non volevo che lui mi vedesse con mike, volevo stare con entrambi ma non era possibile, si odiavano a vicenda e dovevo stare alla larga da james per quel periodo se non per sempre.
<<non lo so mike…>>
<e daii>>
<<non lo so c’è james…>>
<<e allora? saranno tutti ubriachi fradici non vi noteranno nemmeno se andate in un posto appartato>>
<<e ti lascio solo?>>
<<posso stare com chris, e dai vienii>>
alla fine cedetti
<<e va bene>>
<<sii, ti passo a prendere io?>>
<<ok>>
dopo qualche ora passata a chiacchierare e giocare alla play con mike decisi di tornare a casa per prepararmi, mike si offri di accompagnarmi ma rifiutai, a casa c’era Ashely che mi aspettava, aveva ricevuto anche lei l’invito quindi ci preparammo insieme, optai per un vestito lungo senza maniche argento brillantinato con uno spacco laterale.
Verso le 21:30 ci incamminiamo verso casa marshall, mike era già li e mi fece segno di avvicinarsi e cosi feci, ashely si lanciò su liner e io passai un po’ di tempo a chiacchierare con mike
<<mike senti, ma siamo sicuri che tommy vuole davvero aiutarci?>> gli dissi, non mi fidavo completamente di lui, non so cosa si fossero detti fra loro ma quella storia mi puzzava.
<<ami fottitene, non parliamo di tommy ok? pensa a divertirti>>
annuii e mike mi prese per mano accompagnandomi a un tavolo pieno di diversi tipi di alcolici, iniziammo a bere e ballare, ci stavamo divertendo,la musica era stranamente sopportabile sta volta, dopo qualche shot di troppo dovetti andare in bagno, salii al piano di sopra e iniziai a guardarmi un po’ intorno, cercavo james, non riuscivo a togliermelo dalla testa, mi divertivo con mike ma io volevo lui.
Non trovandolo decisi semplicemente di andare in bagno per poi raggiungere nuovamente mike.
Sgranai gli occhi per ciò che vidi, mike era attaccato alle labbra di una rossa, era più bassa di lui, magra e indossava un vestitino corto e rosa.
Quella scena mi spiazzò, non potevo essere gelosa perché noi due non eravamo niente e non l’eravamo mai stati ma allo stesso tempo non potevo sopportare il fatto che lui baciasse un altra, tentati di convincermi che non me ne importasse ma non ci riuscivo, non potevo pretendere che mike mi stesse dietro come un cagnolino ma non volevo mi dimenticasse, dovevo accettare quello che volesse fare con la sua vita amorosa, non potevo tenerlo per me fino a quando io james non saremmo tornati insieme,se mai saremmo mai tornati insiemo…
Il fatto era che non avrei mai voluto essere la fidanzata di mike,ma allo stesso tempo non mi piaceva il fatto che lui potesse provare attrazione per altre ragazze.
Ero affezionata a lui,per cui mi sentii molto egoista al pensiero di sapere che non mi piacesse,ma che mi piacesse solo piacergli.
Mi avvicinai nuovamente al tavolo con gli alcolici e inizia a prendere dei sorsi di un po’ di tutto, mike non mi aveva notata, era ubriaco fradicio, non volevo disturbarlo nel bel mezzo di un limone sarebbe stato imbarazzante per entrambi, rimasi al mio posto a bere finché non si staccò da quella ragazza, si appoggiò ad un muro, riusciva a malapena a tenersi in piedi, volevo andare via,chiudermi in camera,ma non era il mio ragazzo e non potevo dirgli niente, distaccai lo sguardo da mike e iniziai a guardarmi intorno per un po’ per poi ributtare lo sguardo su di lui, scoprii che in meno di un minuto si era già trovato una nuova compagnia, era insieme a christopher e per poco mike non gli cadde in braccio.
Non l’avevo mai visto così ubriaco, non ci volle tanto per arrivare al punto che davvero cadde tra le braccia di chris, fu allora che avvenne qualcosa che mai mi sarei aspettata, le labbra di mike si posarono su quelle di christopher, non me lo sarei mai aspettata, non che avessi qualcosa contro solo che non pensavo che mike potesse mai baciare un ragazzo, era ubriaco dopotutto quindi forse era per quello, volevo smettere di guardare quella scena ma non riuscivo.
Mike mi notò in mezzo alla folla, distolsi lo sguardo immediatamente ma lui iniziò subito ad avvicinarsi a me con passo svelto.
<<amiria aspetta!>> urlò, lo ignorai e andai al piano di sopra, non volevo che si sentisse in colpa ma non volevo parlargli in quel momento, mike si perse nella confusione e io andai in balcone. Mi affacciai a guardare la città illuminata solo dai lampioni, era un bellissimo spettacolo, rimasi un po’ sola con me stessa e gettai un occhiata alla luna, era piena ed era uno spettacolo bellissimo,ma fui interrotta da quella voce che mi richiamò, james, mi voltai e disse:
<<sembra che il tuo amico abbia cambiato piani>>

the favorite studentDove le storie prendono vita. Scoprilo ora