17 - Traditore

1.1K 133 385
                                    

La corda che ti segna il collo e la mente la stai tenendo tu, Damian

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

La corda che ti segna il collo e la mente la stai tenendo tu, Damian. Riesci a smettere di stringere? Per farlo, devi iniziare a vedere almeno un po' il mondo come tutti gli altri. Ma non so se sei ancora pronto. Non finché non parlerai davvero con lei.

- M.

È la quinta chiamata persa.

Ho il corpo pieno di lei, delle sue labbra, del suo calore, del suo corpo. Le immagini sono vivide, le mie mani possono ancora sentire la sua pelle tra le dita.

I suoi gemiti, le sue parole, la sua verginità.

Non sono riuscito a rallentare.

Non con lei. Il controllo è andato a farsi fottere.

Libertà. Ora di nuovo rinchiusa.

Non credevo che il sesso potesse assumere contorni che andassero oltre al mero orgasmo. Ogni respiro, il suo ansimare, il piacere del suo tocco, tutto mi ha trascinato in un universo di cui sono stato padrone.

La sua esitazione e la sua inesperienza non hanno fatto altro che scatenare qualcosa in me capace di far tremare le mie ossessioni, la mia pelle e una parte di un organo sempre stato troppo freddo.

Notti fatte di parole sono sfociate in qualcosa che meritava più tempo, perché è di questo che sento di aver bisogno anche adesso. Di tempo. Di lei.

Ho resistito, ci ho provato. Ma dalla prima volta che ho sentito la sua voce, è stato come se un'aurea di un colore così estraneo al mio nero perpetuo avesse lentamente pervaso le mie vene.

E quando ho assaggiato le sue labbra, quando la dolcezza del suo sapore si è mischiata a quella delle sue parole e allo scintillio dei suoi occhi... è stato lì che ho capito che non sarei riuscito a fermarmi.

Perché avevo bisogno di lei. Ho bisogno di lei, di come ogni suo sguardo e sillaba sia capace di farmi assaggiare una vita che mai ho avuto.

Ma ora sono qui. Seduto sul divano del mio salotto in penombra, e per la prima volta lo vedo anonimo, come se nelle ultime ore avessi scoperto un mondo di cui non avevo mai fatto parte.

Il telefono è fermo nella mia mano.

L'anello nero scintilla al riflesso della luce fioca che arriva dalla finestra alla mia destra mentre il nome di mio fratello lampeggia un'altra volta sullo schermo.

Lentamente, tutto intorno a me sembra diventare più scuro, la mente diventa pesante, le vene delle mani si fanno più gonfie. Mi sembra di poter vender il sangue fluire, lento, nero.

Ero consapevole fin da subito di doverlo affrontare. Ma non volevo farlo adesso.

Non adesso che lei è nel mio letto, non adesso che tutto mi prega di tornare in quella camera e raccogliere qualsiasi sfumatura di se stessa che lei mi voglia regalare.

BLINDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora